Vietato Sapere!

L’Unione Europea istituisce il “Ministero Della Verità”

di Gianfranco Costantini

Come sempre accade, almeno nell’ultimo “ventennio” in Italia, le fregature vengono sempre presentate con un nome o con un acronimo inglese. In questo caso l’ultimo pacco, recapitato direttamente da Bruxelles, si chiama Digital Service Act, tradotto per chi proprio ha il rigetto verso la lingua del nemico: “legge sui servizi digitali”.
La legge è stata votata nel mese di settembre da una maggioranza bipartisan al Parlamento Europeo ed è già in vigore in tutti gli stati aderenti all’UE. Con questa nuova norma, almeno nelle apparenze, il legislatore ha voluto disciplinare la diffusione dei contenuti digitali (audio, video, testi..), in modo chiaro perché in assenza di regole, le reti sociali (social network) e le principali piattaforme, li rilanciavano o censuravano in maniera del tutto arbitraria.
Apparentemente quindi, questa legge potrebbe colmare un vuoto normativo creatosi nel momento in cui la formazione della pubblica opinione, si è spostata in gran parte verso questo nuovo strumento comunicativo.
Per anni infatti su internet, nella più totale anarchia, sono fiorite nuove forme di comunicazione che permettevano la diffusione di contenuti di ogni tipo, senza limiti o filtri, per questo motivo, perfino nelle piattaforme di condivisioni video generaliste, agli albori, si poteva trovare di tutto, senza alcuna censura, se non per la pornografia più spinta che ha sviluppato canali dedicati. Questa libertà imperfetta, criticabile e migliorabile, ha consentito l’apertura di una finestra cognitiva attraverso la quale una fetta di popolazione mondiale, principalmente occidentale, è potuta venire a contatto con la realtà dei fatti su moltissime questioni.
È trascorso un ventennio grandioso di libertà che ha generato una crescita culturale e cognitiva senza precedenti nelle frazioni più evolute delle società, sono stati anni in cui Julian Assange (oggi in carcere in Inghilterra su mandato degli Stati Uniti), con WikiLeaks, senza timori, diffondeva documenti e video contenenti le peggiori atrocità commesse da tutti gli Stati, come ad esempio il massacro di civili e giornalisti inermi dell’agenzia Router, da parte di un elicottero da guerra statunitense in Iraq.
La crescita culturale e cognitiva dei popoli, è progredita con ritmi esponenziali. Dal 2005 in poi, ogni appuntamento elettorale o referendario, è stato divulgato in antitesi ai desiderata delle oligarchie occidentali che li proponevano, così sono naufragati tutti i tentativi autoritari delle oligarchie, passati per il vaglio popolare. Ricordiamo ad esempio, tutti i tentativi per istituire una costituzione europea in Francia e Paesi Bassi, la riforma costituzionale di Renzi nel 2014 in Italia, il referendum che ha bocciato il piano dei creditori nel 2015 in Grecia ma il culmine si è raggiunto nel 2016 con le elezioni di Donald Trump negli Stati Uniti e la Brexit in Inghilterra. Da quel momento il potere, con tutte le sue ramificazioni, è rimasto scioccato e tramortito ed ha organizzato una reazione progressiva e feroce.
A riprova di quanto sostengo, memorabile è stato lo sfogo della giornalista italiana Giovanna Botteri che in un collegamento, dopo le elezioni del presidente Trump disse: «Che cosa succederà a noi giornalisti?… Non si è mai vista come in queste elezioni una stampa così compatta ed unita contro un candidato… Che cosa succederà ora che la stampa non ha più forza e peso nella società americana? Le cose che sono state scritte, le cose che sono state dette evidentemente non hanno influito su questo risultato e sull’elettorato che ha creduto a Trump, piuttosto che alla stampa, a suo dire bugiarda»
Consiglio la visione del video completo su: https://www.youtube.com/watch?v=3LX49OF5VGs
Da quel momento in poi, in tutto il blocco di influenza occidentale, è stata creata la categoria delle menzogne, ai più nota come “fake news” che ha rappresentato il pretesto per silenziare il dissenso. Attraverso la creazione di un recinto lessicale sempre più colorito ed ampio che comprende l’omofobia, il no vax/green pass, il complottismo, il negazionismo, il negazionismo climatico, ecc. si è iniziato a frammentare e ghettizzare il dissenso, prendendolo di mira in ogni modo e con ogni mezzo possibile.
Ai social network e motori di ricerca, ricattati finanziariamente e con scandali ad orologeria (Cambridge Analytica su tutti), è toccato il ruolo di censori che con varie tecniche, hanno svolto diligentemente fino ad oggi, data in cui viene passato il testimone alla Digital Service Act (Legge Sui Servizi Digitali).
Molto interessanti sono state le tecniche alle basi delle censure che progressivamente hanno messo in campo dal 2016, alcune semplicissime, altre sofisticate:
-Il Bandire Ombra (Shadow Ban), consente agli algoritmi delle piattaforme sociali di bandire oscurandoli, i contenuti all’insaputa dell’utente, attraverso una diffusione minima o nulla rispetto al potenziale che potrebbe generare.
-Il Bandire (Ban) attraverso la violazione delle regole della comunità, consente l’eliminazione dei contenuti, dietro segnalazione degli utenti.
-La mancata compilazione automatica nei motori di ricerca che consente di deviare le ricerche degli utenti, da alcuni contenuti ad altri che vengono suggeriti in fase di compilazione.
-La riscrittura dei contenuti sensibili su Wikipedia, così da trasformare i fatti, secondo le esigenze del regime; la strage di Odessa ad esempio, commessa in modo raccapricciante da nazisti ucraini, dopo lo scoppio della guerra si è trasformata in un semplice “incendio della Casa dei sindacati”, i principali oligarchi criminali finanziari e speculatori occidentali sono diventati semplicemente filantropi ecc.
La chiave di volta di questa strategia censoria, resta comunque l’introduzione della categoria delle bufale (fake news) da combattere in ogni modo e per farlo sono state create agenzie con lavoratori addetti alla censura, oggi non più anonimi segnalatori di post ma censori a norma di legge, chiamati sbufalatori (fact checker). Questa categoria formata principalmente da giornalisti, agenti dei Servizi Segreti, opinionisti ecc. accreditata istituzionalmente, è diventata la forza lavoro del Ministero della Verità.
È evidente a tutte le persone di buon senso che le verità o le bugie non hanno bisogno di leggi o di patenti ministeriali e che siamo al cospetto di limitazioni arbitrarie di contenuti, funzionali al mantenimento del potere da parte di una oligarchia finanziaria che è completamente scollegata dalla umanità sottostante.
Tutto questo ricorda molto da vicino il crollo di un regime totalitario che fino all’ultimo, tenta con ogni mezzo possibile di conservare il potere.
Ricordo ai lettori che la rete Internet è una infrastruttura militare, sfuggita totalmente dal controllo delle autorità. Questa tecnologia è diventata una parte centrale della vita sociale ed economica del pianeta, volerla bloccare o irreggimentare, è una missione fallita in partenza, se non al costo di repressioni sanguinarie, o limitazioni brutali della libertà di espressione, per questo motivo, il tentativo legislativo europeo, ha più il sapore di una mossa disperata da parte di un regime che è sempre più impopolare e tirannico.
All’orizzonte si stanno affacciando nuovi strumenti come l’euro digitale programmabile e il portafoglio digitale europeo, con una identità certificata che consentirà al regime di proibire da remoto con un algoritmo, l’accesso a beni e servizi, pubblici e privati se non si rispettano le direttive governative, così come accade da qualche anno in Cina con l’introduzione del Credito Sociale.
Questo significa che non si deve discutere sul se, certe agende totalitarie saranno portate avanti ma su quando e come saranno introdotte nelle nostre vite.
Io immagino questa stretta sulle libertà di espressione come un passaggio intermedio che troverà il suo completamento con ulteriori passaggi sovranazionali, come il Trattato Pandemico Internazionale, necessario per indorare con una cornice “pseudoscientifica” le prossime misure autoritarie, peggiori di quelle sperimentate nell’ultima pandemia.
In questo scenario, paradossalmente, tornano in campo alcune forme comunicative che si consideravano inutili o obsolete come la televisione e la carta stampata, questo perché non soggette alla Legge Sui Servizi Digitali o alle regole delle comunità virtuali ma alle agenzie regolatorie e alle Costituzioni nazionali europee. In molti, nel mondo del dissenso, questo aspetto lo hanno già valutato e accanto ai canali digitali come Telegram, YouTube, Facebook… stanno fondando riviste cartacee e stazioni televisive sul digitale terrestre come ad esempio Byoblu che già trasmette nel canale 262.
Insomma, possiamo essere sicuri che nei prossimi mesi/anni, continueremo a vedere storie incredibili, nel frattempo spero di avervi fornito le giuste lenti per leggerle.

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