La libertà, il politically correct e l’apocalisse

Ricevuta via mail da Francesco Squillante Subbiano Arezzo

Nell’Apocalisse di San Giovanni è scritto e rivelato che sarebbe venuto un tempo in cui le cose più incredibili sarebbero state fatte passare per reali e quindi le falsità più patenti per verità!

Ho avuto modo di meditare su queste clamorose predizioni e mi sembra di poter dire, purtroppo, che la nostra epoca potrebbe essere proprio quella del ribaltamento dei valori e della verità preannunciato dall’Apostolo San Giovanni.

Vi sono molti segnali di questa deriva. Le recenti direttive comunitarie, provenienti dallo Staff della Presidente Ursula Von Der Leyen, raccomandano di non utilizzare nel linguaggio comune il termine Natale e i nomi Maria e Giuseppe, perché disdicevoli rispetto a presunte altrui sensibilità che vedano nel Natale Cristiano e nella Sacra Famiglia un’offesa!

Tale inversione ad U rispetto alla nostra storia, alle nostre tradizioni, al nostro sentire viene addirittura dalla massima autorità comunitaria che dovrebbe essere la suprema depositaria di questi stessi valori e riferimenti e che, invece, invita a nascondere e conculcare magari nelle catacombe come ai tempi di Nerone! Per altro come il Natale e Giuseppe e Maria possano offendere la altrui sensibilità lo sanno soltanto i geniali funzionari comunitari e forse purtroppo la Von Der Leyen stessa! Ma non finisce qui purtroppo la cosa!

Questa volta con epicentro in Italia il Senatore a vita, ex Premier e Professore Mario Monti ci fa sapere che il valore della Libertà e la stessa Democrazia che da essa discende, deve essere affievolito in caso di necessità superiore tappando la bocca ai dissenzienti rispetto a quello che chi comanda in forma pro tempore abbia individuato come bene superiore!

Una tale affermazione è il ribaltamento di tutte le radici voltairiane e ancora una volta cristiane della nostra Europa plurale e democratica e non meraviglia che faccia il paio con il disprezzo delle radici cristiane, dato che è il Cristianesimo con i suoi concetti di dignità universale della Persona e di piena emancipazione femminile (Maria Santissima e Maria Maddalena docet) ad aver sancito l’affermazione definitiva di libertà e democrazia come valori diffusi ed inalienabili in una ottica giusnaturalistica.

I segnali non sono purtroppo solo questi, dato che in un continuo crescendo sono anche le concezioni che vogliono radicalizzare e rendere ordinaria la pratica della morte di Stato o Eutanasia che dir si voglia, ma va detto che la Morte non è mai buona e che è la Resurrezione e la vittoria sulla morte stessa a portare speranza e gioia e non la somministrazione assistita di veleni vari magari anche a chi è solo depresso, come recentemente avvenuto ai danni di una ragazza olandese. Lo stesso con la radicalizzazione dell’ostilità pre concetta nei confronti della Famiglia cosiddetta tradizionale, che in realtà è la sola Famiglia possibile almeno al fine di generare i figlioli indispensabili alla nostra perpetuazione su questa Terra e fermo restando che questo non significa in alcun modo opporsi ad altre forme di unioni civili di qualunque tipologia, ma solo evitare di negare la realtà e la necessità di sostenere quegli Uomini e quelle Donne che liberamente si uniscono anche per mettere al mondo nuove vite e portare gioia nel mondo! Invece negare i termini Padre e Madre, così come negare il Natale, Giuseppe, Maria, il valore della Vita che lo Stato deve sostenere e non ridurre a merce da eliminare se considerata “avariata”, è diventata prassi corrente, a discapito di chi sostiene questi principi che viene invece isolato e proscritto!

Tutto ciò non ha a che fare con i concetti tradizionali di sinistra e destra, ma con la stessa conservazione minima delle basi del nostro essere umani, con i nostri ricordi più belli, i nostri riferimenti storici, in una parola con la nostra essenza, che mai come in questa fase rischia di essere misconosciuta e azzerata! Speriamo che una grande reazione di gioia, speranza e luce faccia tremare il mondo di coraggio e felicità vincendo sugli epigoni del nichilismo e della morte mascherati da vestali del Politically correct!

Risposta del direttore: Gentilissimo dr. Squillante, comprendo pienamente il suo ragionamento e lo spunto della polemica sulle linee guida che raccomandavano di evitare il termine Natale.

Ne approfitto per approfondire l’argomento e ricordare che l’obiettivo dell’iniziativa delle linee guida aveva lo scopo di illustrare la diversità della cultura europea e di mostrare la natura inclusiva della Commissione. A seguito delle aspre polemiche, provenienti anche dall’Italia, la commissaria Ue all’Uguaglianza Helena Dalli, supervisor delle indicazioni per la comunicazione esterna e interna dell’Ue ha ritirato le linee guida. Cosa contenevano le linee guida ritirate? Meglio «buone feste» che «buon Natale». Via ogni riferimento di genere. Mai presumere l’orientamento sessuale di una persona. Non rivolgersi alla platea con il classico «signore e signori». L’Unione Europea, con il documento interno per la comunicazione delle istituzioni comunitarie, tracciava una sorta di decalogo linguistico nel segno del rispetto di qualsiasi diversità. Il documento di una trentina di pagine ha un titolo inequivocabile: «Union of Equality». Vi si leggeva: «Ognuno in Ue ha il diritto di essere trattato in maniera eguale» senza riferimenti di «genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale. Le parole e le immagini che usiamo nella nostra comunicazione quotidiana trasmettono un messaggio su chi siamo e chi non siamo», era la tesi delle linee guida.

Sinceramente non mi è sembrato di leggere nelle linee guida il ribaltamento delle radici cristiane dell’Europa ma un tentativo, sicuramente maldestro, della commissaria maltese e del gruppo di lavoro di raccomandare un linguaggio inclusivo e non divisivo. Di certo raccomandare di utilizzare la allocuzione buone feste e non buon Natale in una comunità europea dove all’incirca la metà dei cittadini è cristiano e le radici che ci accomunano sono quelle cristiane è improvvido. Va bene l’inclusione e il rispetto di chi non crede, la maggioranza nella residua metà, e di chi professa una religione differente, ma che fastidio posso dare all’interlocutore se gli auguro buon Natale e se il mio vicino di casa di origine turche mi augura buon Bairam o l’altro mio conoscente di origini indiane mi augura buon Diwali? Mistero!

Riguardo alla famiglia cerco da sempre di utilizzare un approccio rispettoso e inclusivo delle diversità e leggo come una forzatura il voler identificare, da parte dei conservatori (mi permetto per semplicità di definire così chi mal digerisce forme di unioni differenti da quelle della famiglia tradizionale), come riferimento delle società odierna le forme non tradizionali di famiglia e per questo motivo non procedere a riconoscerle come tali. Se non fossero identificate come di modelli di riferimento, ma se a fianco delle famiglie tradizionali avessimo anche nuclei familiari non tradizionali, ai quali fossero riconosciuti pari diritti, quale sarebbe il problema? A me, padre di due figli in una famiglia tradizionale, che danno può portare avere riconosciuti i diritti di una coppia non tradizionale? Possono divenire modello di riferimento? Se malauguratamente lo fossero, saremo destinati ad estinguerci? Ma non le risulta che la denatalità imperante sta riducendo il numero degli italiani nonostante il saldo positivo dei migranti? Per evitare la denatalità forse è il caso di estendere a tutta l’Italia li livello minimo di prestazioni come gli asili nido, le scuole a tempo pieno e i servizi che permettano alle giovani coppie del centro e sud Italia di scommettere sul futuro certi di essere aiutati dalla comunità e di tornare a procreare almeno con due figli per donna in età fertile. Ricordo che a Montesilvano, ma anche a Pescara e in generale in Abruzzo le scuole primarie e secondarie organizzate con il tempo pieno sono la eccezione e non la regola come da sempre in Toscana o Emilia Romagna.

Lascia un commento