Cambi di scenari repentini

di Mauro De Flaviis

Gentili lettori, eccoci a presentarvi il numero di febbraio figlio di uno scenario in rapidissima evoluzione. Quando scrivo questo editoriale il bubbone del coronavirus in Italia è scoppiato da soli 4 giorni e si contano già 229 contagiati e 6 vittime e sicuramente quando lo leggerete il bilancio sarà differente. Io stesso sono in questo momento in una condizione di quarantena perché 13 giorni fa ho soggiornato a Cremona, città prossima a uno dei focolai italiani. Per fortuna sto bene e tutti i miei colleghi che risiedono a Cremona godono di buona salute. L’effetto del contagio del COVID-19 è impressionante e mi ha toccato da vicino, perché sono in contatto continuo con miei colleghi cinesi residenti a Shanghai, oramai in quarantena forzata da un mese, e con i miei colleghi di Cremona, ora in una situazione quasi simile.

Due settimane fa sono stato per l’ennesima volta, a partire da un paio di anni a questa parte, a Cremona. Il motivo delle mie ripetute visite è che l’azienda per la quale lavoro ha acquisito un’altra azienda in quel di Cremona e il sottoscritto si è ritrovato a svolgere il ruolo di cerniera tra le due realtà. Cremona è una città ricca di monumenti, chiese, musei e soprattutto di tanta storia musicale. Ha dato i natali a Claudio Monteverdi, tra i padri del melodramma moderno e al compositore Amilcare Ponchielli e può vantare il patrimonio più importante al mondo per la liuteria (da Stradivari a Guarneri del Gesù e Amati) con oltre duecento botteghe attive di maestri liutai. In poche parole, è una città molto ricca di storia, oltre che materialmente.

Oggi Cremona è una città fantasma e i suoi cittadini sono perlopiù rinchiusi in casa in preda al timore e in attesa di conoscere se anche Cremona sarà martoriata dal contagio nei prossimi giorni, mentre fino a giovedì scorso i suoi abitanti vivevano spensierati nell’agio della bassa padana. Un cambio di paradigma improvviso esattamente come accaduto in Cina e in tutti i luoghi dove il coronavirus è apparso.

Ho percepito molta sofferenza e soprattutto molto smarrimento nelle parole dei miei colleghi perché mai avrebbero immaginato di vivere tale condizione.

Vi invito a leggere l’articolo della dottoressa Adriana Agostinone sull’argomento che sta monopolizzando i nostri pensieri da qualche giorno.

Gli impatti sull’economia e sulla nostra capacità di produrre reddito saranno molto importanti essendosi spezzato uno degli anelli della catena del valore, la fabbrica del mondo come la Cina ama definirsi è totalmente bloccata da oltre un mese, e soprattutto le aspettative dei cittadini sono negative. Ciò porterà inevitabilmente a un avvitamento della domanda interna con conseguenze pesanti sull’economia italiana già fortemente provata da una stagnazione più che decennale.

L’unico elemento positivo di questo contagio è che forse finalmente le posizioni degli anti-vaccinisti e degli antiscientisti sarà spazzata via dalla comprensione di quanto sia importante la scienza e la ricerca e quanto imbarazzanti le posizioni degli anti-vaccinisti. Sono certo che chi vive il dramma del contagio a Codogno, anche se convinto anti-vaccinista nel passato, oggi se fosse disponibile un vaccino farebbe la fila per vaccinarsi.

Ad oggi possiamo affermare con certezza la reazione alla epidemia conclamata da parte delle autorità, ben consigliata dagli scienziati, è stata adeguata, mentre non lo è stata nel tentativo di arginare l’epidemia preventivamente non obbligando a quarantena tutti quelli che sono rientrati, da dicembre in poi, dai territori originari oggetto di contagio. Lo si è fatto parzialmente vietando i voli diretti e facendo finta di nulla rispetto a chi è rientrato facendo scalo attraverso gli altri paesi europei. Sapevamo sarebbero rientrati molti italiani e cinesi dalle festività del capodanno cinese, ma oltre a vietare i voli diretti, nulla abbiamo imposto per la sicurezza collettiva. Purtroppo i nostri amministratori non hanno compreso il rischio a cui ci esponevano. Peccato, avremmo potuto evitare questa epidemia.

Ritengo la competenza tra gli amministratori un prerequisito fondamentale, in forte contrasto con chi ha affermato negli ultimi dieci anni che è meglio far amministrare al neofita non particolarmente competente in cambio di una teorica illibatezza. La iniziale gestione approssimativa di questo evento ne è la dimostrazione lampante.

Di fronte all’epidemia conclamata e al cambio repentino di scenario la reazione è stata adeguata.

Prima di scrivere questo editoriale ho riletto rapidamente lo scorso, quando il tema della chiusura del viadotto Il Cerrano aveva improvvisamente fatto comprendere, spero, alla comunità quanto fosse stato improvvido chi nel passato non aveva approvato la proposta dell’ANAS di attraversare la vallata del Saline con un ponte, accettando di far terminare la circonvallazione nella rete viaria urbana contribuendo a peggiorare la qualità della vita di molti. A fine gennaio dopo un mese e mezzo di traffico pesante sulle nostre strade la comunità sembrava essere allo stremo, quando improvvisamente il blocco è stato rimosso e tutto è tornato come prima. Probabilmente a un mese di distanza molti avranno completamente dimenticato quella situazione di disagio apparentemente insormontabile, ora soppiantata dall’incubo coronavirus.

Con ciò voglio affermare che purtroppo non conserviamo più memoria di quanto ci accade nel tempo e tendiamo a considerare l’ultimo tra gli eventi come il più significativo. Ciò non ci permette di valutare in modo equilibrato ad esempio un Governo o un’Amministrazione per tutti gli atti assunti in una legislatura o consiliatura. La storia e la sequenza degli accadimenti nel tempo sono importanti e vanno soppesati attentamente e nella interezza per esprimere un giudizio ponderato.

Ospitiamo un’intervista a una nostra concittadina di origini cinesi per comprendere dalla sua voce quanto la sua comunità si senta in difficoltà per essere oggetto di attenzioni non gradite. A tal proposito è esecrabile quanto accaduto ieri 23 febbraio in corso Umberto, dove dei balordi hanno danneggiato la vetrina di una sartoria gestita da cinesi. Spero che gli autori dell’inqualificabile gesto saranno rintracciati dalle forze dell’ordine utilizzando le registrazioni delle videocamere apposte in ogni dove. Se ciò non accadesse a che servono tutte le videocamere installate in città? Speravo che gli autori della bravata al palazzo da sette piani in viale Europa imbrattato con sterco fossero assicurati alla giustizia, e invece … .

Avremmo voluto ascoltare gli amministratori rispetto alla scelta di installare ben 8 apparecchiature per la rilevazione automatica delle infrazioni in città assunta con determinazione n. 489 del 21 dicembre 2019 a oggetto indizione di gara europea a procedura aperta per l’affidamento del noleggio di attrezzature per il controllo delle infrazioni semaforiche nonché per l’adeguamento dei relativi impianti semaforici e come da deliberazione di Giunta Comunale n. 169 del 03.07.2019 con oggetto sicurezza stradale/rilevazioni infrazioni semaforiche. La gara ha un valore a base d’asta di 816.637,50 euro per il noleggio delle apparecchiature per una durata 48 mesi. Purtroppo né il Sindaco né l’assessore al Bilancio hanno accettato la proposta di intervista che aveva come obiettivo comprendere quale fosse il piano di utilizzo delle risorse derivante dalle sanzioni erogate dalle apparecchiature oggetto di bando di gara, che si presume saranno applicate a tutti o quasi gli impianti semaforici di Montesilvano. Inoltre avremmo gradito conoscere come sono state utilizzate le risorse raccolte dalle sanzioni delle apparecchiature in funzione da ottobre 2016 su incrocio via Adige e successivamente su via Chiarini e via Vestina, tenendo in considerazione che il comma 4 dell’art. 208 del Codice delle Strada stabilisce che almeno una quota pari al 50 per cento dei proventi deve essere destinata a:

  • interventi di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, di messa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell’ente;
  • al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale;
  • ad altre finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale, relative alla manutenzione delle strade di proprietà dell’ente, all’installazione, all’ammodernamento, al potenziamento, alla messa a norma e alla manutenzione delle barriere e alla sistemazione del manto stradale delle medesime strade, alla redazione dei piani di cui all’articolo 36, a interventi per la sicurezza stradale a tutela degli utenti deboli, quali bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti, allo svolgimento, da parte degli organi di polizia locale, nelle scuole di ogni ordine e grado, di corsi didattici finalizzati all’educazione stradale;
  • a interventi a favore della mobilità ciclistica.

Siamo spiacenti di non essere stati in grado di realizzare l’intervista, ma il quesito sarà sottoposto all’ufficio stampa e contiamo di pubblicarne la risposta nel prossimo numero.

Abbiamo realizzato un’intervista al sindaco di Pescara Carlo Masci, a cui vi rimandiamo, nella quale egli identifica i suoi progetti per la consiliatura e le prospettive per la Nuova Pescara.

Sperando di continuare a godere del vostro apprezzamento vi sollecito a contattarci per proporre temi e collaborazioni: la nostra redazione è sempre aperta a qualsiasi proposta. A presto!

Immagine web tratta da una ripresa con drone di Valter Savini

LEGGI ANCHE COVID-19: la storia si ripete

Lascia un commento