Notti Insonni – L’angolo della poesia

L’angolo della poesia

a cura di Gennaro Passerini

La poesia che vi propongo alla lettura, in questo numero di ottobre, fa parte della nuova raccolta Il tuo inno intatto (Poema per Kaia) che la poetessa Palma Crea Cappuccilli ha da poco completato e lacasa editrice Ipersegno ha pubblicato nel 2018. Questa terza silloge, composta da sei sezioni che racchiudono quarantatré poesie, è dedicata dalla poetessa alla piccola Kaia, sua prima nipotina.

“Mia adorata nipotina non è un semplice libro di poesie, ma l’insieme dei ricordi, pensieri, riflessioni, emozioni in cui si sintetizza e si struttura in questi anni la mia vita, la vita di una donna, diventata nonna tardi, col tuo tanto atteso arrivo”.

La lirica delle poesie vicoinvolgerà e sono sicuro che apprezzerete la mia proposta mensile. Le poesie che si dipanano sulle pagine di questa terza silloge sonocome “sculture abbozzate”, le parole pesano e la lettura non puòche portarvi a un meditato silenzio per poi essere travolti daprofonde riflessioni e intense emozioni. Letta con maestria dal prof.Raffaele Simoncini:

Notti insonni

Spesso sto senza sonno

nelle notti traforate

di astri opalescenti.

Mi adagio con arrendevole fiducia

all’assenza di suoni,

al lento defluire

delle voci,

delle luci.

Trovo inattesi rifugi

dove dormire sveglia,

quietare i fremiti,

raccogliere tutti i sintomi

di antiche infermità,

spegnere le braci

di cocenti delusioni,

graffi di vita

frammenti dal passato.

In tenebre sommerse

poso

con voracità traboccante

nuovo mosaico

di inconfessati progetti,

di aleatorie certezze.

Ho avuto il mio tempo.

Era quando le attese

dondolavano

come altalene impazzite

e le passioni

spesso senza attracco

bastavano alla nostra sete

di capitani di ventura.

Le ore, le lunghe ore notturne, nelle notti insonni, nelle quali si dorme svegli, tra assenza di suoni e il lento defluire delle voci, delle luci, consentono di approdare in inattesi rifugi, entro i quali ripercorrere e noverare antiche infermità, cocenti delusioni, graffi di vita:insomma, cicatrici psichiche che, più o meno vicine, hanno lasciato il loro segno indelebile nella coscienza. Secondo la poetessa, segni sono rimasti di inconfessati progetti, di aleatorie certezze,poiché, nel sedimentarsi delle esperienze, buono e cattivo, vero e falso, giusto e ingiusto, bello e brutto sono sincreticamente* presenti e vitali. L’esperienza insegna, tuttavia, che la progettualità non viene meno e che spazi, luoghi simbolici dell’intellettualità sono sempre presenti anche in chi ha dichiarato lapidariamente di aver avuto il suo tempo: quello delle altalene impazzite di attese e di passioni e che hanno attraversato mari senza attracco. Quelle altalene impazzite tornano a sollecitare, sempre, l’animo di chi è stato ed è indomito capitano di ventura. La voracità traboccante assume contorni diversi, nel tempo, e la sfrontatezza giovanile, pretestuosa e arrogante, si tramuta in mète complesse, in cui la ponderazione convive, ibridamente, con slanci irrazionali e dirompenti. La notte insonne, così, aiuta a tratteggiare incerti contorni di mosaici ancora da porre in opera. In chi non dorme, non opera un benefico oblio, come auspicava Nietzsche, in una delle sue celeberrime Considerazioni inattuali: infondo, accade, nelle notti insonni – forse con maggiore attenzionee ponderazione – quello che puntualmente avviene nel giorno: lo svolgersi di una dialettica controversa tra memoria e proiezione nel futuro, tra entusiasmi e disillusioni, tra scoramenti ed esaltazioni improvvise e inaspettate. Perché l’uomo, in definitiva, è sempre un novello Ulisse dantesco, pronto ad abbandonare il rasserenante ritorno a Itaca, per scoprire l’ignoto, il nuovo, il salto nel buio.

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