L’Italia è una Repubblica fondata sul nero
di Gabriella Toritto
“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”
Così recita l’articolo 53 della Costituzione Italiana che sancisce per tutti e per ciascuno il dovere di pagare le tasse.
Il pagamento delle tasse costituisce un obbligo a cui implicitamente accenna già l’Articolo 2, fondativo della Costituzione Italiana: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” Il predetto Art. 2, laddove richiede l’«adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale», fa riferimento al concorso di ciascun cittadino al pagamento delle tasse.
Pagare le tasse è d’obbligo sia da un punto di vista giuridico che da un punto di vista etico. Anche nel Vangelo, Mt 22,15-21, si legge: ”Date a Cesare quello che di Cesare e a Dio quello che di Dio’.
Il funzionamento dei servizi essenziali dello Stato, come la sanità, la sicurezza, le scuole, le pensioni, la viabilità, i sussidi ai disoccupati e ai disabili, l’esercito, gli uffici pubblici, la ricerca scientifica, la giustizia, le carceri, le infrastrutture (strade, ponti, acquedotti) dipende dal pagamento delle tasse.
Negli U.S.A. gli ultimi, rivoluzionari sviluppi della ricerca scientifica sulla fusione nucleare fredda risultano il felice esito dell’incremento dei finanziamenti stanziati dall’amministrazione Biden a favore di quegli studi. Negli U.S.A., così come in tanti altri paesi democratici, l’evasione dei tributi è punita severamente.
Secondo le stime più aggiornate, nel 2019 l’ltalia è stato il quinto paese della Comunità Europea con l’evasione più alta (non è stato pagato il 21,3 per cento sul totale). Nella classifica davanti all’Italia si sono attestate Romania, Lituania, Malta e Lettonia. In Croazia e in Svezia la percentuale è stata inferiore al 2 per cento. Mentre in Germania l’evasione dell’Iva è stata pari all’8 per cento, in Francia al 7,4 per cento e in Spagna al 6,9 per cento.
L’evasione fiscale in Italia corrisponde a circa il 12% del PIL nazionale.
Do ut des. Non si può esigere qualcosa senza dare qualcos’altro in cambio. Non si può entrare in un pronto soccorso e volere essere curati; o pretendere l’intervento della polizia e dei giudici quando si è vittime di un reato; o attraversare l’Italia in lungo e in largo, con il treno o attraverso l’autostrada, se poi non si contribuisce a mantenere in piedi l’enorme apparato dello Stato e della res publica.
L’evasione fiscale impedisce di vivere in uno Stato efficiente e funzionante. Si può prendere ad esempio i nostri condomini come metafora calzante: quando qualche inquilino non paga le quote ordinarie, tutti i suoi vicini di casa ne subiscono le conseguenze. Ad esempio, vengono staccate le utenze della luce o quelle del gas; né si può fruire del riscaldamento centralizzato, o del servizio di pulizia delle scale o dell’acqua comune.
Quando si accetta di partecipare ad una Comunità, si firma un contratto sociale da cui scaturiscono diritti ma anche obblighi. E a questi ultimi (gli obblighi) non ci si può sottrarre con le opportunistiche e fin troppo ricorrenti giustificazioni a fronte degli sprechi e delle ruberie da parte di chi gestisce il denaro pubblico.
Criticare un sistema e non essere in regola con gli impegni assunti con quel sistema non va bene. Solo chi rispetta la legge può pretendere che anche gli altri facciano lo stesso. E la sottrazione del denaro alla Comunità è grave a prescindere dal valore sottratto.
Conseguenza dell’evasione fiscale, che in Italia è molto alta, è la depredazione di denaro che dovrebbe servire a finanziare i servizi pubblici. Se viene meno il denaro nelle casse dello Stato, a causa dell’evasione, dell’elusione, della frode, si è costretti ad aumentare il debito pubblico o a rastrellare altri soldi da chi può pagare per poter gestire l’amministrazione della res publica che progressivamente andrà ad impoverirsi e a scadere.
Un tempo i sovrani, quando avevano bisogno di liquidità per finanziare i propri lussi o le guerre, stampavano moneta. Agendo in tal modo deprezzavano il valore del denaro custodito dal popolo. Infatti da sempre la legge del mercato implica che più aumenta un bene in circolazione, meno valore esso ha. Si innesta così un processo, oggi definito inflazione, che provoca l’impoverimento del Paese. Per evitare ciò e le bad practices, gli illeciti, di governi spendaccioni, l’Unione Europea ha accentrato su di sé la politica monetaria degli Stati Membri, impedendo a questi ultimi di “stampare denaro”. Ne consegue che oggi se un Paese si ritrova in difficoltà economiche può rimediare ai propri problemi interni solo attraverso una giusta e opportuna politica fiscale, aumentando le tasse, oppure chiedendo soldi in prestito, rischiando il default.
Martedì 6 dicembre 2022, sulla tv La7, fra gli ospiti della trasmissione “di Martedì”, condotta dal giornalista Floris, ad analizzare i temi di attualità economica e politica, vi era, oltre all’ex ministro Speranza e al giornalista Santoro, la scrittrice Ginevra Bompiani, la quale in merito alla riforma sulle tasse e all’evasione fiscale, esponendo il suo pensiero, ha affermato che per lei vi sono due tipi di evasione e di ricorso al nero: quello dei grandi evasori e quello della povera gente. Quest’ultima, ad esempio, non arrivando neppure a metà mese con le proprie retribuzioni, spesso preferisce far eseguire lavori o ricevere consulenze non pagando l’imponibile IVA. Per le “tasche” di molti italiani l’IVA incide significativamente. Sempre per la scrittrice Bompiani: all’estero ogni italiano è considerato un delinquente in potenza … Tale affermazione è stata aspramente confutata dal direttore Sallusti ma, alla luce dello scandalo che si è abbattuto a Strasburgo su molti europarlamentari, quasi tutti italiani, si può concludere che l’espressione usata dalla scrittrice non era poi così esagerata.
L’evasione fiscale, il mancato pagamento delle tasse rappresentano un grave
aspetto della vita della nostra Repubblica se non un attentato alla “tenuta” dello stesso sistema democratico.
Riprendiamo la metafora del condominio …
Se in un condominio vivono 18 famiglie e se in quel condominio solo tre famiglie (3 su 18) ha un dipendente statale o privato che paga puntualmente le tasse (poiché queste ultime sono trattenute a monte della retribuzione) ne scaturisce che nelle restanti famiglie, costituite da “padroncini”, artigiani, autonomi etc .. (spesso evasori) vi sono mediamente 15 o 20 persone che fanno i “mantenuti” e che si avvalgono dei servizi della sanità pubblica, dell’istruzione pubblica ed altro, pagati con le tasse di sole tre persone. Quei 3 dipendenti statali o privati, citati, dunque si caricano dei servizi pubblici erogati a più di 20 persone …
Alla luce di quanto esposto risulta lapalissiano che, se tutti gli abitanti di quel condominio pagassero le tasse, la pressione fiscale diminuirebbe per tutti, gli standard di qualità del servizio pubblico si alzerebbe e migliorerebbe notevolmente, poiché, concorrendo tutti al fisco, le entrate dello Stato aumenterebbero e vi sarebbero maggiori risorse di cui disporre a beneficio della Comunità tutta, di tutti e di ciascuno.
Invece ci sono i “furbi” … i quali sottraggono risorse allo Stato, evadendo le tasse … ma poi sfrontatamente ed egoisticamente sfrecciano per le strade ed autostrade, nonché sui mari, con le loro roboanti cilindrate o risultano gli ultimi a pagare le spese nei condomini in cui abitano …
Ne consegue che il paese e i condomini vanno in malora. È quello a cui assistiamo attualmente in Italia, dove vi è una grandissima evasione a fronte di una grandissima ricchezza nelle mani di pochi, mentre la maggior parte della popolazione stenta ad arrivare a fine mese.
La frode, l’evasione, la sottrazione del denaro pubblico ha comportato che la sanità e l’istruzione pubbliche, di cui si avvale la maggioranza degli Italiani, abbiano subito gravi perdite di risorse negli anni. A ciò aggiungasi che la longa manus dei privati si sia allungata sulla sanità, venendo meno ai principi costituzionali fondativi della nostra Carta.
Sempre sulla tv La7, giovedì 8 dicembre scorso, i giornalisti Formigli e Calabresi hanno posto all’attenzione del pubblico l’inchiesta sulla “zona rossa” e sulla gestione del Covid-19 nelle zone di Alzano e Nembro per poter rendere giustizia alle vittime e alle loro famiglie. Calabresi ha sostenuto che il tessuto della sanità, non solo in Lombardia ma in tutto il Paese, è distrutto e va ricostruito. Così come ha posto delle domande: 1. “A Milano dov’è possibile trovare un pediatra?” 2. “Se si porta un bambino in un pronto soccorso di Milano quante ore quel bambino deve attendere prima di essere visitato?”
Le Case di Comunità, ideate e finora realizzate in Lombardia, come in Veneto, per fronteggiare e migliorare l’assistenza sanitaria, che è un’emergenza nazionale, e per integrarla con i servizi sociali, risultano ad oggi un flop.
Le Case della Comunità dovrebbero rappresentare la svolta con cui il PNRR si propone di rafforzare l’assistenza sanitaria territoriale, rimodulando il rapporto tra ospedale e territorio e rafforzando l’integrazione tra interventi sanitari e quelli sociali. Nella sola Lombardia ne sono previste 218; nella città di Milano 24; tutte da attivare entro la metà del 2026. Nella loro realizzazione, ma soprattutto nella loro implementazione, sarà importante definire il modello organizzativo, soprattutto per ciò che afferisce all’integrazione degli interventi sanitari con i servizi sociali e la comunità. Forse alcuni passi avanti sono stati fatti per collegare l’area dell’assistenza primaria a quella specialistica, mentre sul fronte dell’integrazione con i servizi sociali comunali – al di là del dichiarato – non si segnalano avanzamenti; tanto meno su quello della valorizzazione e potenziamento del ruolo della comunità.
Si avverte inoltre come urgentissima la necessità di presidiare l’attuazione delle Case di Comunità e le loro modalità operative e gestionali, per scongiurare il rischio di incentivare – grazie anche ai fondi del PNRR – l’ulteriore sostentamento di un modello inadeguato e destinato ad altri usi … al di là delle formali dichiarazioni d’intenti …
Finora i finanziamenti stanziati sono stati investiti sulle infrastrutture e su alcune strutture. Nulla invece è stato fatto per incrementare/potenziare il personale sanitario, cooptato da Cooperative che tradiscono ogni finalità costituzionale…. Laddove quel personale lo si trova, risulta non possedere i titoli per esercitare… Vi sono medici di base che operano nelle Sale Parto …
Attualmente si assiste ad una vera e propria crisi delle professioni di aiuto. Vi sono enti locali che faticano ad assumere assistenti sociali, RSA dove mancano medici, infermieri ed oss; Comunità per persone disabili e per minori che non trovano educatori.
Sta accadendo (e non si sa se in modo deliberato e a quale fine … – le denunce e le inchieste giornalistiche in atto lo confermano) che senza un piano per il personale, il rischio è quello di avere Case di Comunità vuote, o comunque depotenziate, poco dissimili dai già presenti ‘poliambulatori’.
Pagare tutti le tasse e ribellarsi ad un sistema ingordo significa “riprendersi” il mal tolto.