Al voto!
di Mauro De Flaviis
Ci siamo, il 25 settembre saremo chiamati a rinnovare il Parlamento per dar vita alla XIX legislatura. Immagino che la maggioranza degli elettori sarà alla presa con il seguente dilemma, che criterio utilizzare per procedere alla scelta dei nostri rappresentanti?
Mi permetto di suggerire il criterio della valutazione di quanto proposto e realizzato nel passato, recente e remoto, da chi oggi si candida a governare il paese. Tra i parametri suggerirei di valutare gli effetti delle scelte passate, se realizzate perché al Governo, o le proposte non realizzate perché non al Governo. Ne elencherò alcune di seguito.
Suggerirei inoltre di valutare la coerenza delle proposizioni nel tempo e la strumentalità delle stesse per guadagnare consenso nel breve periodo. Un esempio lampante è il cambio di approccio rispetto al tema della delega di ambiti di competenza verso il livello Europeo o viceversa. Spero sia evidente a tutti, alla luce degli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi anni, tra questi la reazione alla pandemia, la guerra in Ucraina e la crisi energetica, quanto possa essere migliorativo per i singoli paesi europei affrontare questi temi con un approccio unitario e non ognuno per sé e in contraddizione uno con l’altro. Valutiamo cosa hanno proposto i partiti almeno nell’ultima Legislatura, personalmente non dimentico chi ha suggerito l’uscita dall’euro o il contrasto ai suggerimenti europei nel tentativo di correggere le scelte che condizionano l’equilibrio dei conti dello Stato, o chi ha firmato, unico tra i paesi occidentali, l’accordo commerciale con la Cina denominato la via della seta, o chi ha contribuito fattivamente negli ultimi decenni a renderci così tanto dipendenti dal gas russo senza valutarne il rischio in caso di interruzione di fornitura.
Non dimenticherei due dei tre partiti parte della coalizione candidata ad essere la maggioranza della prossima Legislatura hanno votato di recente in Europarlamento contro la risoluzione approvata dalla plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, con 433 sì, 123 no e 28 astensioni, che denuncia in Ungheria lo smantellamento sistemico dello Stato di diritto, con l’Ungheria ormai trasformata in autocrazia elettorale, e cioè un sistema costituzionale in cui si svolgono elezioni, ma dove manca il rispetto di norme e standard democratici. La premier in pectore e il suo alleato più giovane hanno votato contro la risoluzione con la giustificazione che in Ungheria si svolgono le elezioni e che il Premier è stato eletto dagli ungheresi. In Russia e Cina si svolgono regolari elezioni, affermato ciò possiamo affermare Russia e Cina sono democrazie o autocrazie? Il senso della risoluzione approvata in Europarlamento è esattamente quella di evitare l’Ungheria, parte della Unione Europea, derivi verso una autocrazia. Sono spiacente ma la questione è di divisiva e per me chi si oppone a tale risoluzione non può essere valutato come totalmente democratico.
Porterei alla vostra attenzione l’atteggiamento del partito di riferimento dell’altra coalizione che si oppone come alternativa all’aggregazione a cui ho fatto riferimento in precedenza. Nella Legislatura che si sta chiudendo hanno approvato la proposta del partito che è stato sempre al Governo nella Legislatura, loro alleati al Governo in quel momento, di ridurre a 600 il numero dei parlamentari con la promessa di rivedere la legge elettorale entro la Legislatura per evitare di permettere alle segreterie di partito la scelta della composizione del successivo Parlamento, non lasciando la possibilità di scegliere tra i candidati i preferiti dagli elettori. In sostanza al fine di puntare di rimanere al Governo hanno accettato una proposta che precedentemente avevano rigettato, con l’unico obiettivo di cementare l’accordo con gli alleati non prendendosi carico dell’effetto di tale scelta. Tutti sappiamo com’è finita e ora non abbiamo la possibilità di scegliere liberamente e la rappresentativa dei nostri territori si è ridotta. Sono spiacente ma a chi antepone il proprio posizionamento agli interessi della comunità non posso dare fiducia.
Relativamente al partito che è stato sempre al Governo nell’ultima Legislatura oltre alla follia geostrategica di essere in Europa la testa di ponte del regime cinese sottoscrivendo l’accordo della via della seta va ricordata la scelta folle di far pagare alla comunità il rifacimento delle abitazioni di alcuni milioni di italiani permettendolo anche a chi se lo sarebbe potuto permettere autonomamente. In più la scelta di rimborsare il 110% ha comportato il non conflitto di interessi tra il costruttore e il proprietario dell’immobile permettendo l’instaurarsi di accordi truffaldini tra le parti. Se l’idea di efficientamento poteva essere condivisibile le modalità sono state davvero maldestre utilizzando risorse pubbliche per aumentare il valore dei patrimoni di alcuni privilegiati. Ciò è stato fatto a debito e ci si è incaponiti a percorrere quel percorso anche quando è stato chiaro lo strumento è stato utilizzato non con equilibrio per gli interessi di tutte le parti. Non posso accettare chi ha proposto il saccheggio delle risorse pubbliche favorendo l’arricchimento di alcuni privati come se nessuno dovrà pagare questi costi.
Ho ricordato solo i principali recenti avvenimenti che non dovremmo dimenticare quando decideremo chi scegliere come nostro rappresentante.
Riguardo al posizionamento politico complessivo rimane da ricordare che chi continua a reclamare un maggior intervento dello Stato a coprire ad esempio i costi dell’energia, per fare in modo che i cittadini e le aziende non percepiscano differenze in termini di costo dell’energia senza immaginare di lasciare il costo fare il suo mestiere di riduzione della domanda aiutando in alternativa chi ha difficoltà (aziende e cittadini), e non indica come recuperare tali costi, sta chiedendo un maggior intervento dello Stato nell’economia. Ciò significa che alcuni si augurano lo Stato possa intermediare ad esempio la produzione e la vendita dell’energia. Siamo davvero certi ciò possa essere nel medio lungo termine una soluzione efficace? Da sempre sappiamo più lo Stato è coinvolto nella produzione e vendita più l’efficienza per la comunità sarà bassa, tanto paga Pantalone …
Proponiamo un numero a ridosso delle elezioni con foliazione ridotta nel numero complessivo delle pagine e contando sulla vostra accettazione di tale proposta. Grazie per la vostra disponibilità a seguirci.
Valorizziamo l’opportunità che ci è data di scegliere i nostri rappresentanti nel Parlamento e non banalizziamola.
A presto e buon voto.