Una via da cancellare a Montesilvano

di Pasquale Sofi

Nel momento in cui cominciò a circolare la voce che il terzo ponte sul Saline, quello che avrebbe congiunto la riviera di Montesilvano con quella di Città Sant’Angelo in prossimità della foce, sarebbe stato intitolato a Filomena Delli Castelli fui pervaso da un senso di soddisfazione, di appagamento e di piacevole condivisione che molto raramente mi sono ritrovato a riscontrare con le deliberazioni dell’amministrazione locale.

La scelta della titolazione proposta rende merito alla toponomastica dell’ubicazione del ponte, cosa che non si verifica in tante parti del resto della città di Montesilvano, e al contempo incide e perpetua nella memoria delle persone il ricordo della figura di una donna che ha fatto della brillante partecipazione attiva alla vita sociale, culturale e politica del Paese il suo credo personale, sublimandolo nelle vesti di Madre Costituente oltre che in quelle di Docente, Partigiana e Sindaco: di tale grandezza è stata la signora Filomena Delli Castelli.

Vorrei capire invece, e la cosa mi disturba non poco, quale toponimo ha generato la titolazione di una traversa della via Vestina a Cesare Lombroso: sedicente scienziato, nonché creatore di un autentico museo degli orrori, cui l’Italia post unitaria ha destinato e continua a destinare i denari di tutto il popolo italiano, malgrado la scienza postuma ne abbia dichiarato infondate tutte le teorie definendole pseudoscientifiche. Si tratta di un museo dove è possibile ammirare, si fa per dire, teste mozzate, crani e cervelli umani: resti dei poveracci deportati dal Regno delle due Sicilie; un museo per affetti da necrofilia o da perversioni similari! All’uopo ricordo che Fenestrelle, fortezza non lontana da Torino, sede del museo, fu il primo lager italiano dove appunto furono deportati oltre 80.000 cosiddetti “briganti”.

Le teorie balzane e malsane di Lombroso tendevano a dimostrare che i criminali avevano dei tratti somatici ben definiti dalla nascita, quali ad esempio: mascella quadrata, fronte ampia, zigomi sporgenti…etc., tratti secondo lui riscontrabili soprattutto nelle genti del Meridione d’Italia. Lombroso aveva individuato con le sue opinioni il criminale perfetto nel meridionale: affermava infatti “Il meridionale non ama i liquori, si sente ebbro dalla nascita, il sole e il vento gli distillano un terribile alcool naturale di cui tutti quelli che nascono là giù ne sentono gli effetti”.

Tutto ciò ignorando che lui, di origini ebraiche, con quelle teorie avrebbe dato origine allo sterminio di tanti del suo stesso popolo. Infatti esse saranno adottate dai nazisti, qualche tempo dopo, come assioma su cui basare la purezza della razza ariana estendendo i falsi e farneticanti principi somatici lombrosiani agli ebrei per poi giustificarne lo sterminio.

Ebbene, questo sedicente campione di razzismo, modello osannato di scienziato ricercatore di credenze supposte, oggi concorre con il suo nome ad arricchire e, al contempo, a squalificare, il patrimonio viario della città di Montesilvano.

Non conosco la genesi della proposta di titolazione a Lombroso della via e tantomeno le motivazioni a supporto da parte di chi, a suo tempo, la propose; ma non mi sento di biasimare nessuno anche perché, fino a poco tempo fa, certe scomode verità erano sconosciute.

Oggi credo che il bisogno di rivelare le verità, che la storia continua ancora pervicacemente ad ignorare, ne implichi la cancellazione! L’associazione “Amici del Liceo” si farà carico di presentare quanto prima al Sindaco della città la richiesta di rimozione e, a seguire, di una nuova assegnazione del nome alla via oggi intitolata a Cesare Lombroso.

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