QUESTO MESE SORPASSIAMO…L’INIMICIZIA

di Vittorio Gervasi

 

La lettura di alcuni classici non può mancare nella vita di una persona. Ci sono opere letterarie di straordinaria bellezza che non tramontano mai, a distanza di secoli continuano ad esercitare un fascino irresistibile su chi si avvicina al testo. Sono libri senza tempo perché sempre attuali nei loro contenuti. Tra questi va annoverato sicuramente il “De Amicitia” di Marco Tullio Cicerone. È un’opera scritta in un particolare momento della vita dell’autore; dopo un periodo di forzata assenza dalla politica vorrebbe fare rientro, inoltre Cesare da poco è stato ucciso.

Insomma un momento difficile per la vita dello stato a Roma, dove l’autore cerca di superare quella concezione dell’amicizia intesa come fatto clientelare, dove i legami personali servono per raccogliere solo favori, e ne afferma, al contrario, il valore nobile e salvifico per uno stato, perché è una virtù che ha risvolti pratici nell’azione quotidiana. È nella natura umana cercare di costruire rapporti di vera amicizia che superino il tempo. Ma la vera amicizia è solo tra i boni viri, cioè tra persone rette; viceversa, tra disonesti, c’è solo complicità. La vera amicizia è rara, è una virtù che costa sacrificio ma che è capace di donare tanta serenità.

Quando rileggo questo testo, mi sembra terribilmente attuale. Mi sembra quasi scritto da un contemporaneo ed invece son passati oltre duemila anni. Cosa è cambiato da allora? Credo nulla nelle questioni fondamentali che riguardano l’uomo. Ma per non fare considerazioni generiche e solo di principio, applico le stesse riflessioni di Cicerone alla mia città. Mi chiedo quali e quanti rapporti di amicizia vera e profondamente autentica ci siano. Difficile fare una statistica, forse impossibile. Però qualche riflessione è possibile farla. Quando nasce qualcosa di nuovo, nasce non solo perché si condividono alcuni valori, perché c’è un progetto comune, ma soprattutto perché c’è un’amicizia nel gruppo promotore. Quando nasce un progetto politico, quando nasce una lista elettorale, nasce perché c’è un rapporto di amicizia tra alcuni. E quanto più l’amicizia è profonda tanto più quell’iniziativa comune vivrà a lungo. Quando c’è solo opportunismo, qualunque progetto è destinato a naufragare. Il tempo è l’unità di misura per capire la verità di ogni cosa. Nella nostra Montesilvano nascono e muoiono iniziative quasi ogni giorno. Per certi versi è fisiologico, per altri è patologico. La patologia sta nelle parole di Cicerone, quando ricorda che senza virtù personali nulla è possibile realizzare. Confesso, che se pur appassionato di politica e di informazione, leggo sempre di meno i quotidiani. Sono infarciti di dichiarazioni del tutto inutili, rilasciate da personaggi che poco e male interpretano il bene comune, che cercano sempre di evidenziare aspetti negativi per guadagnare consenso politico a basso prezzo. C’è chi disprezza per farsi apprezzare: nulla di più sconfortante. La vera ricchezza, in questo momento storico, risiede in chi coltiva le quattro virtù indicate da Cicerone come fondamentali per costruire un’amicizia: la fides cioè la capacità di porre fiducia nell’altro e di rimanergli fedele; la costantia, cioè la fermezza nel perseguire la virtù; la suavitas, cioè la delicatezza nel parlare e nei modi di comportarsi; ed infine il coraggio, cioè la capacità di dare un buon consiglio in piena libertà.

Si può parlare e si può anche scrivere a lungo, ma senza virtù personali non si potrà mai essere persone realmente influenti, capaci di sopravvivere alle proprie parole ed ai propri scritti. Impossibile pretendere dagli altri quello che noi per primi non siamo capaci di fare.

E per concludere, uso le parole di Cicerone, quando ricorda, che di una città profondamente divisa dall’inimicizia, non rimarrà traccia, sarà destinata a distruggersi.

La qualità della vita, risiede nella qualità delle relazioni umane positive. L’inimicizia, le divisioni, le fratture insanabili ammantate da “buoni propositi” solo all’apparenza, sono causa di sventura per tutti. Sorpassare l’inimicizia è d’obbligo.