SORPASSIAMO I DISTURBATORI

di Vittorio Gervasi

C’è un nuovo modo di farsi notare, di mettersi in mostra, di contestare: disturbare chi manifesta. Manifestare contro chi manifesta. Una tensione tutta negativa che sempre più si accende nelle piazze. C’è chi si organizza per far sentire, pubblicamente, le sue ragioni e chi fa di tutto per impedirlo. Da un lato c’è chi chiede le necessarie autorizzazioni, prende le misure per la buona riuscita dell’evento, parte in anticipo per far sì che tutto funzioni, e dall’altro c’è chi fa di tutto per disturbare, per mandare in fumo il lavoro degli altri.  Non è più un fenomeno isolato, occasionale, legato a momenti particolari della vita politica del nostro bel Paese, sta piuttosto diventando un accadimento abituale. Non bello, non gradevole, piuttosto fastidioso, spesso fastidiosissimo, perché è di fatto un tentativo arrogante di chiudere la possibilità all’altro di dire la sua, insieme a chi, quell’idea, la condivide. In sintesi: <<Se la pensi come me va bene, ma se non la pensi come me e vai in piazza a dirlo, io cerco di impedirti di farlo e poi cerco un po’ di visibilità, così che con il mio dissenso mi accaparro un po’ di spazi giocando a far naufragare la tua manifestazione>>.  Siamo in democrazia, in teoria la migliore forma di governo, ma quando la libertà la usi per andare contro l’altro nel modo più disdicevole che ci sia, in realtà, oltre a non essere democratico, diventi uno che abusa della democrazia. Puoi farlo, ma avveleni il clima. La prima ecologia è quella umana, inutile nasconderlo!

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