Autonomia differenziata

di Pasquale Sofi

Quello che nessuno dice sull’autonomia: di fatto scompariranno dall’erario gli introiti che lo Stato incassa attraverso il prelievo fiscale; le tasse, infatti, con l’autonomia regionale differenziata saranno riscosse direttamente dalle singole regioni. Come sempre fino ad oggi, tutte le regioni del centromeridione d’Italia, dall’Umbria in giù, isole comprese (regione Lazio inclusa se non viene considerata in essa Roma capitale), registrano un residuo fiscale negativo (il residuo fiscale è la differenza tra quanto i cittadini versano in una regione come imposte e il fabbisogno di spesa nella stessa regione per il suo funzionamento).

A colmare questo gap fino ad oggi ha sempre provveduto lo Stato, cosa che non potrà più accadere per il semplice motivo che non potrà più riscuotere direttamente alcun tributo. È pertanto ovvio che con la nuova autonomia le regioni del nord si potranno giovare di maggiori introiti e di conseguenza

offrire standard di vita molto più alti ai loro cittadini, mentre le altre si troveranno a non poter più nemmeno mantenere gli stessi standard di prima, ancora ben più lontani di quelli di una qualsiasi regione del nord.

Inoltre i 4,1 mld già stanziati per il Sud per l’anno 2021 quale fondo di solidarietà previsto dal federalismo fiscale sono stati cancellati (da qui la focosa, poco elegante ma opportuna, protesta del Governatore De Luca).

In virtù della nuova legge saranno previsti i Lep (livelli essenziali di prestazione), che dovrebbero

porre, almeno in partenza dicono, tutte le regioni sullo stesso livello. Tale giochino tende a ripetere l’esperienza pro nord dei Lea (livelli essenziali di assistenza) in auge da ben 22 anni nel nostro Servizio Sanitario Nazionale! Ebbene vi sembra obiettivamente che la sanità abruzzese offra gli stessi standard di qualità di quella della Lombardia o dell’Emilia Romagna? Forse per qualcuno, e si sa chi…..Meditate gente…..

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