La lettera della Associazione Fusione Comuni Coordinamento Nazionale controfirmata tra gli altri anche dal Sindaco di Pescara Carlo Masci
ALLA C.A.
Ill.mo Presidente del Consiglio dei Ministri – Mario Draghi
e p.c. Ill.mo Ministro dell’Economia e delle Finanze – Daniele Franco
Ill.mo Ministro per le Riforme Istituzionali – Federico D’Incà
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Genova, 20 Febbraio 2021
Egregio Sig. Presidente,
tra gli obbiettivi qualificanti del Suo progetto di modernizzazione e rilancio dell’Italia c’è quello della “semplificazione”, che vuol dire rapidità dei processi decisionali, chiarezza delle procedure operative, riorganizzazione delle responsabilità, delle competenze e, quindi, dell’ambito operativo degli Enti decisori.
Sempre più sindaci e un numero crescente di associazioni – al momento un centinaio quelle rappresentate da FCCN
– ritengono questo aspetto imprescindibile: non c’è vera riforma della burocrazia che non passi da un coraggioso e innovativo ripensamento del governo dei territori, nell’ambito del quale il tema del ruolo dei Comuni diventa fondamentale.
Quello che ha davanti è un percorso irto di ostacoli, molti in passato vi si sono avventurati, purtroppo senza successo; tenacia e determinazione non le mancano e questo ci lascia ben sperare.
Partire dall’esistente è il nostro suggerimento, creando le condizioni per una drastica riduzione dei Comuni, nel solco della normativa vigente, quindi su base volontaria e sentiti i cittadini attraverso il referendum consultivo; non solo è possibile e necessario, ma è facilmente realizzabile attraverso un deciso incremento dei contributi incentivanti previsti dalla legge.
Sig. Presidente, Lei sa bene che il nostro territorio è frammentato in quasi 8.000 Comuni di diversissime dimensioni, sovente piccole o piccolissime: circa il 70% conta meno di 5.000 abitanti, un quarto ne conta meno di 1.000 e quello che si può chiedere a Comuni di diverse decine, centinaia di migliaia di abitanti non si può chiedere a Comuni di poche centinaia, carenti di strutture e risorse.
Negli ultimi anni, nel nostro Paese, si sono realizzate quasi 150 fusioni che hanno portato alla soppressione di circa 400 comuni e le percentuali di gradimento che abbiamo registrato nelle popolazioni interessate è decisamente alta. Lo strumento della fusione dei Comuni offre, quindi, una opportunità già ben studiata, normata e sperimentata. É in vigore una Legge, la 56 del 2014, che norma l’istituto della fusione tra Comuni; è su questa che riteniamo si possa intervenire in tempi rapidissimi. Pertanto, ci permettiamo di avanzare le seguenti proposte, volte a rendere le fusioni sempre più attrattive per i nostri territori:
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Cancellare o aumentare sensibilmente il tetto di due milioni di euro per ogni fusione (cifra che diventa assolutamente secondaria nelle grandi fusioni, perdendo quindi la spinta incentivante);
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Aumentare i contributi a sostegno della fusione, oggi al 60% dei trasferimenti statali erogati nel 2010, ai comuni interessati in maniera incisiva;
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Introdurre premialità per i comuni fusi nella valutazione di bandi statali ed europei;
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Prevedere l’anticipo di una parte delle risorse destinate al nuovo comune, alla fase immediatamente antecedente l’operatività della fusione per finanziare le necessarie competenze tecniche e professionali afferenti al percorso, in modo che gli uffici comunali, spesso sottorganico, assicurino continuità ai servizi quotidiani garantendo le dovute prestazioni professionali ai cittadini. Quello che proponiamo, a nostro parere, spingerà i comuni verso le fusioni, attivando vantaggi significativi, risparmi gestionali ed efficienza dei servizi, attrattività per gli investimenti sul territorio, progettualità ed iniziative di sviluppo, disponibilità adeguata di risorse e competenze.
Abbiamo quindi solide basi da cui partire per un disegno strutturale, non episodico e controverso, ma organico e condiviso.
Un programma certamente degno di ottenere gli stanziamenti europei condizionati ad un utilizzo per progetti di riforma davvero strutturali.
Un programma che non prevede sussidi a pioggia, ma un chiaro e ambizioso disegno pregiudiziale per l’efficienza e la semplificazione del “sistema Paese” determinante per il nostro futuro.
Questa è una occasione da non perdere.
Buon lavoro, Presidente!
Presidente FCCN Antonello Barbieri Sindaco di Firenze Dario Nardella Sindaco di Parma Federico Pizzarotti Sindaco di Pescara Carlo Masci Sindaco di Lecco Virginio Brivio
Sindaco di Corigliano Rossano (CS) Flavio Stasi Sindaco di Nocera Inferiore (SA) Manlio Torquato Sindaco di Cerveteri (RM) Alessio Pascucci Sindaco di Valsamoggia (BO) Daniele Ruscigno Sindaco di Monterosso (SP) Emanuele Moggia Sindaca di Riomaggiore (SP) Fabrizia Pecunia Sindaco di Arenzano (GE) Luigi Gambino
Sindaco di Barberino Tavarnelle (FI) David Baroncelli
Sindaco di Bellano (LC) Antonio Rusconi Sindaco Castelfranco Piandiscò (AR) Enzo Cacioli Sindaco di Crespina Lorenzana (PI) Thomas D’Addona Sindaco di Diano Marina (IM), Giacomo Chiappori Sindaco di Dolcedo (IM) Giovanni Danio
Sindaca di Figline Incisa (FI) Giulia Mugnai Sindaco di Gattinara (VC), Daniele Baglione Sindaco di Gorreto (GE) Sergio Capelli
Sindaca di La Valletta Brianza (LC) Roberta Trabucchi Sindaco di Lenta (VC), Giuseppe Rizzi Sindaco di Massignano (AP), Massimo Romani
Sindaco di Montaldo Carpasio (IM) Mariano Bianchi Sindaco di Montoggio (GE) Mauro Fantoni Sindaca di Morterone (LC) Antonella Invernizzi Sindaco di Propata (GE) Renato Cogorno Sindaco di Roscigno (SA) Pino Palmieri
Sindaco di San Marcello Piteglio (PT) Luca Marco Sindaco Sindaco Scarperia e San Piero (FI) Federico Ignesti Sindaco di Trecastelli (AN) Marco Sebastianelli Sindaco di Vallecrosia (IM) Armando Biasi Sindaco di Valvarrone (LC) Luca Buzzella Sindaco di Verderio (LC) Robertino Ettore Manega
Sindaco di Vermezzo con Zelo (MI) Andrea Cipullo