Lettere al Direttore

PONTILE E PNNR

Ricevuta via mail il 12 maggio da Antonio De Nigro

Egregio Direttore,

a me l’urbanistica di Montesilvano non piace, quella che poi è l’ingresso della Nuova Pescara.

Pensavo che costruire un pontile, con i soldi del PNRR, potrebbe essere un progetto che cambi il volto di Montesilvano

Ma forse sono troppo avanti, si, forse e meglio che mi accontenti di una sistematina degli alberi in via Inghilterra, cartolina2)davvero indecente.

Saluti

Risposta del direttore

Gentilissimo Antonio,

grazie per seguirci e inviarci sollecitazioni che ci impongono a riflettere sul presente e sul futuro della comunità. Sinceramente un pontile non credo possa cambiare il volto di Montesilvano se non inserito in un progetto di valorizzazione degli spazi comuni della città. Gli spazi comuni della nostra città sono stati oggetto di molti interventi nel passato ma senza essere coerenti ad un piano che avesse fissato gli obiettivi da raggiungere. Gli amministratori hanno sempre promesso e a volte realizzato riqualificazioni, ma senza fissare un piano organico, con dei chiari obiettivi generali (a scala cittadina) e particolari (a scala di quartiere) di piano, è accaduto che i mini-interventi si siano rivelati tra loro scoordinati non cambiando il volto della città per utilizzare le sue parole. Potrebbe un pontile avere successo?

L’idea del pontile è affascinante se esso fosse integrato in un piano di ampio respiro e lo rendesse fruibile come accade al pontile di Francavilla che insiste in un’area caratterizzata da molteplici eventi di successo ed essa stessa radicalmente riqualificata e ampiamente “vissuta” dai francavillesi. Penso ad un pontile a ridosso della nostra pineta e con il lungomare chiuso al traffico e rinaturalizzato come accaduto a Riccione e poi a Rimini con arretramento della circolazione sul retro-pineta e ricco di eventi e frequentazioni nell’intero corso della giornata. In questo tipo di contesto avrebbe senso altrimenti avremmo aggiunto un ulteriore manufatto al territorio che potrebbe non assolvere pienamente al suo compito di cambiare il volto della città.

 

DISABILITÀ E QUALITÀ DEGLI SPAZI PUBBLICI

Ricevuta via mail il 26 maggio

Gentile Direttore, sono una cittadina di Montesilvano e voglio segnalare la situazione di disagio che incontro nel frequentare gli spazi pubblici e privati in città, in particolare nelle vicinanze di Palazzo Baldoni.

Come si può notare dalle foto, i marciapiedi, appena ristrutturati, non sono raccordati con la strada e oltretutto sono di una dimensione così risicata che quando si incontra un palo, non si riesce a proseguire e si deve tornare indietro.

Palazzo Baldoni, nel lato che affaccia tra la scuola e il bar, ha una rampa che ha una lunghezza e una pendenza che rende difficile la salita.

I condomini che si trovano tra il comune e la chiesa di Sant’Antonio hanno il marciapiede privato così logoro, che è quasi impossibile accedervi in sicurezza.

Insomma, un’area così centrale, in cui è necessario recarsi per le funzioni che ha (Comune, mercato, scuola, chiesa), dovrebbe essere accessibile a tutti i cittadini.

Vediamo spesso operai con sacchetti di asfalto che tappano i buchi per strada, perché lo stesso servizio non viene esteso ai buchi dei marciapiedi o ai raccordi con le strade?

Quando si installano i pali, non si dovrebbe lasciare lo spazio per le carrozzine?

E ancora, quando si costruiscono palazzoni al posto di villette, non si dovrebbero cedere gli spazi necessari alle carrozzine per camminare in sicurezza sui fronti stradali?

In via Liguria e via Marinelli, ad esempio, questo non è stato fatto e ci troviamo a dover camminare per strada o attraversarla, pregando per non essere investiti dalle auto.

Grazie per la disponibilità.

Saluti

Risposta del direttore

Gentilissima lettrice,

è evidente gli spazi comuni della nostra città non sono stati progettati, realizzati e manutenuti per chi ha difficoltà di deambulazione e per chi si muove in carrozzina o deve spingere una carrozzina dei sempre più rari neonati. Il fatto che ciò accada anche in zone centrali è davvero desolante nonostante la continua azione di pungolo dell’associazione Carrozzine determinate.

Come possiamo evolvere da questa oggettiva barbarie che tenta di soddisfare i fabbisogni dei soli normodotati?

È evidentemente una questione culturale, dobbiamo tutti lavorare per far emergere in ognuno di noi la determinazione a non trascurare i fabbisogni elementari di tutta la comunità. Se, come è evidente, chi ha amministrato per decenni non è riuscito ad assecondare i bisogni di chi non è normodotato ne va preso atto scegliendo amministratori in grado di soddisfarli.

 

Villaggio Unidomus

Ricevuta via mail il 03 giugno da Fiammetta Trisi

Gentilissimo Direttore,

vorrei raccontare una storia, quella di un borgo costruito una quindicina di anni fa sulle colline di Montesilvano, in una delle tante “contrade dimenticate” laddove insistono perlopiù case sparse.

Questo borgo sito in contrada San Giovanni, meglio denominato ‘Villaggio Unidomus’ è composto di una sessantina di abitazioni, villette uni o bifamiliari, che sono state acquistate da cittadini amanti del vivere nel verde collinare e in un contesto di prossimità, meno spersonalizzante dell’habitat urbano.

Ebbene, a distanza ormai di tanti anni rimangono irrisolte tutta una serie di problematiche e ogni giorno ne sorgono delle nuove.

Si, perché pur essendo cittadini come tutti gli altri residenti a Montesilvano e pur comprendendo la complessità di una città in continua espansione, qui come in altre contrade limitrofe continuano ad essere assenti o lacunosi tutta una serie di servizi: strade poco o per nulla manutenute, pressoché prive di pubblica illuminazione; mancanza di mobilità pubblica e mancanza di allacci al gas metano, scarsa cura del verde o sfalcio delle aree pubbliche e percezione di scarsa sicurezza.

È vero che questi cittadini hanno scelto di vivere in un contesto più naturale, e forse qualche disagio lo potrebbero anche mettere in conto, ma è altrettanto vero che si è cittadini a tutti gli effetti e non ‘figli di un Dio minore’, come parrebbe essere stato finora.

Come candidata alle prossime elezioni comunali nella lista Fratelli d’Italia mi impegnerò con grande determinazione ed impegno affinché ‘nessuna Contrada resti indietro’ e che vi sia parità di diritti nell’assicurazione dei servizi a tutti i cittadini della nostra bella città.

Come presidente della Associazione Grande Pescara sono convinta che la fusione in Pescara migliorerà la condizione delle contrade oggi periferiche per Montesilvano.

Risposta del direttore

Gentilissima Fiammetta,

ammiro il suo spirito di servizio che dovrebbe animare tutti gli aspiranti consiglieri comunali a rappresentare gli interessi del proprio gruppo di riferimento, nel suo caso lei ambisce a rappresentare gli abitanti delle contrade più periferiche di Montesilvano e ciò le fa onore. La sua convinzione la fusione nella Nuova Pescara migliorerà l’attenzione che l’amministrazione montesilvanese ha riservato e riserva alla periferia della periferia è il punto di partenza politico. La razionalizzazione degli uffici dovrebbe portare un efficientamento dei servizi e facilitare la relazione con gli uffici stessi. Con la fusione il villaggio Unidomus posto sulle colline a confine tra Montesilvano e Pescara e non lontano da Spoltore si troverà non lontano dal centro geografico nel nuovo Comune e ciò dovrebbe essere beneaugurante. Le auguro possa essere riconosciuta come rappresentante di tutti i territori periferici di Montesilvano e possa contribuire da rappresentante in Consiglio Comunale a sanare gli evidenti divari.

 

Democrazia incompiuta

Ricevuta via mail il 11 maggio da Francesco Carbonaro

Gentile direttore,

in risposta al punto uno di democrazia incompiuta intendevo dire che negli ultimi anni rispetto al dopo guerra in cui vi era maggiore democrazia, forse perché uscivamo da una guerra e da un ventennio di totalitarismo, abbiamo leggi obbrobriose fatte per vessare il cittadino in cambio di pessimi servizi. Ad esempio porto la sanità perché molte persone non riescono a curarsi per mancanza di soldi e molti in attesa di esami con gravissime patologie!! Solo coloro che possono permetterselo riescono a curarsi. Questa è la democrazia incompiuta. È scritto nella costituzione di questa Repubblica che lo Stato garantisce la sanità universale.

Per quanto riguardo il covid faccio notare che Astra Zeneca ha ritirato i vaccini perché provocano trombosi e patologie cardiache.

Il siero magico tanto decantato è stato tirato fuori dalla sera alla mattina e senza essere stato testato a sufficienza, avrei preferito avere qualche malato in più e non molti morti da siero magico!! Le cifre da lei snocciolate ritengo sono poco attendibili, tra l’altro ignoro da dove le abbia prese, forse le ha prese quando il ministro della salute era Speranza?

La commissione d’inchiesta parlamentare sempre sbandierata dall’attuale Presidente del Consiglio dov’è?? Disse che doveva farla in primavera e aspettiamo che questa commissione d’inchiesta venga istituita! Questa e la vera democrazia mutano gli orchestrali ma la musica che viene suonata è sempre la stessa!!

Concludo con una frase del XIX sec. Di Massimo d’Azeglio, allora parlamentare della neonata Repubblica a Torino “ABBIAMO FATTO L’ITALIA ORA BISOGNA FARE GLI ITALIANI”.

Sono trascorsi oltre150 anni e io sono ancora in attesa.

Cordialmente la saluto.

Risposta del direttore

Gentilissimo Francesco,

lei ha ragione abbiamo una democrazia incompiuta se la sanità è divenuta non più universale e a libero accesso per tutti e se tutte le ingenti risorse investite, tra le ultime quelle del piano nazionale per la ripresa e la resilienza, non hanno assolutamente mitigato le differenze territoriale ed anzi hanno contribuito ad incrementarle. Intendo dire che le risorse provenienti dall’Europa hanno l’obiettivo di colmare i divari per ottenere la coesione territoriale, ma nei fatti i nostri amministratori riescono ad utilizzare quelle risorse non nei territori che ne hanno più bisogno per ridurre i divari ma evidentemente nei territori che meno ne hanno bisogno. Il risultato degli ingenti investimenti è nei fatti l’incremento dei divari. E noi che facciamo? Continuiamo ad accettare questa situazione e continuiamo a votare, anche nei territori che più pagano in termini di svantaggio i campioni delle autonomie differenziali. Non c’è niente da fare, siamo dei minus habens e meritiamo di essere governati da chi ci prende per i fondelli.

Per quanto riguarda i dati dei morti da covid-19 e dell’impatto dei morti da vaccino ripeto di nuovo che il paragone tra la spagnola del 1918 e il covid del 2019-2022. La spagnola mieté 50 milioni di morti (fonte https://www.treccani.it/enciclopedia/influenza-spagnola_(Dizionario-di-Medicina)/) su una popolazione di 1,7 miliardi (circa 3 su 100) mentre il covid 19 ha mietuto 7 milioni di morti (fonte united nations https://news.un.org/en/story/2023/05/1136367) su 7,7 miliardi (circa 1 su 1.000) con una differenza evidente a favore della recente epidemia grazie all’aiuto dei vaccini a mnra.

Per quanto riguarda la commissione d’inchiesta non ho mai creduto in questo strumento che è perfettamente utile, a mio avviso, a ben insabbiare il tema i temi più spinosi sui quali il Governo non vuole prendere una posizione.

 

LETTERA APERTA ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE SUL PP1

Ricevuta via mail il 27 maggio di Remo Mattioli, arch. Montesilvano – studio@remomattioli.it

Buongiorno,

per vostra conoscenza, di seguito vi invio copia dell’email inviata all’amministrazione di Montesilvano a riguardo dei lavori in corso su Viale A. D’Andrea nel PP1.

I finanziamenti dei lavori sul Viale Alberto D’Andrea sono stati richiesti dal Comune come: “Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale”.

Incredibile! Il Comune qualifica uno dei quartieri più belli di Montesilvano come zona “di emarginazione e degrado urbano”.

I lavori che il Comune intende realizzare contraddicono e snaturano il progetto del Piano Particolareggiato del PP1, cambiando la viabilità e distruggendo uno degli assi che costituiscono l’idea di base del PP1.

Questi lavori non potevano essere approvati, poiché sono carenti di compatibilità urbanistica con la pianificazione e zonizzazione previste dal PP1 (senza previamente fare una variante al piano particolareggiato).

Questo progetto è uno spreco di risorse in un settore del PP1 che è facilmente sistemabile mantenendo l’idea di viale alberato di collegamento della tra Piazza e il fiume.

Sarebbe stato più utile provvedere all’apertura del Corso Strasburgo (di cui il Comune è proprietario dei terreni della sede stradale del corso da oltre 10 anni e al momento non ha fatto nulla per aprirlo) o lavorare per l’apertura e sistemazione di Piazza Germania (il cuore centrale del PP1).

La pronta realizzazione di queste due opere sarà indispensabile, data la quasi ultimazione dei lavori della nuova chiesa e il bisogno dei residenti di una avere piazza che sia un vero luogo d’incontro.

Queste opere sono attese da oltre 20 anni, (da quando i residenti hanno comprato casa nel quartiere e hanno creduto che la piazza centrale e il Corso sarebbero stati realizzati).

Poiché questa amministrazione opera senza dare un minimo di possibilità ai residenti di esprimere la loro opinione, la vostra divulgazione sarà molto utile e molto apprezzato dai residenti del PP1.

Egregio Signor Sindaco,

Egregio Vicesindaco

Egregio Assessore ai Lavori Pubblici,

Egregio Presidente del Consiglio Comunale,

Il sottoscritto Remo Mattioli, residente nel quartiere PP1 di Montesilvano, desidera portare alla vostra attenzione alcune preoccupazioni dei residenti del quartiere del PP1 a riguardo ai lavori recentemente avviati in Viale Alberto D’Andrea.

Una mattina, i residenti del PP1 si sono svegliati con il rumore delle ruspe e degli operai che stavano posizionando le transenne nel Viale Alberto D’Andrea. In pochi giorni, i lavori sono iniziati e la terra dell’aiuola centrale è stata rimossa (siamo in periodo elettorale).

Nel cantiere non ci sono indicazioni sul progetto, tranne un cartello che sottolinea l’importanza dell’importo dei lavori, superiore a un milione e mezzo di euro, finanziato dai fondi del PNRR.

Noi, i residenti del quartiere, ci siamo subito chiesti: “Che cosa faranno? Di che lavori si tratta? Chi lo ha deciso?”. Nessuno sa dare una risposta, nessuno era a conoscenza di cosa si stesse facendo. Solo dopo una ricerca faticosa, siamo riusciti a ottenere un trafiletto di pianta con indicazioni su cosa si intende fare. Con sorpresa e incredulità, abbiamo visto un incomprensibile “progetto” calato nel viale che nulla ha a che fare con il contesto e con la struttura di base del PP1.

Il Viale D’Andrea è uno degli assi strutturali del PP1 che insieme al Viale Strasburgo, creano Piazza Germania, che è il centro del PP1 (i residenti aspettano la realizzazione di questa da quando hanno comprato casa in questo quartiere, ovvero 20 anni fa).

La pianta che siamo riuscite ad avere presenta un disconnesso “progetto” di sistemazione urbana che va “dall’area cani” (bagno cani) passando per una pericolosa “area bambini” (a ridosso della strada), un “area fitness su sabbia” (siamo a 200 m dal mare), un misterioso “giardino sensoriale” per arrivare a “una strada chiusa” (che distrugge il viale esistente che insieme al nuovo ponte è la porta d’ingresso a Montesilvano), attraversando una serie di “aree indefinite” per concludere in un assurdo “teatrino da 200 posti” (che per trovare spazio si deve distruggere la strada esistente). Tutto ciò senza alcuna previsione di collegamento tra la piazza Germania e il parco del fiume Saline.

L’Amministrazione Comunale, anziché destinare fondi alla realizzazione della piazza centrale, ha creato questo progetto che distruggerà il collegamento tra la piazza e il fiume creando una serie di spazi inutili, compromettendo così la vivibilità del quartiere. Tutta questa operazione è stata realizzata senza consultare i residenti né informarli su ciò che si stava pianificando, né tantomeno dare loro l’opportunità di esprimere il loro parere. L’Amministrazione ha preso unilateralmente decisioni su un progetto che non tiene conto del contesto del quartiere

Nel piano originale, il Viale A. D’Andrea era concepito come una passeggiata alberata con palme, spazi di sosta e pista ciclabile che collegava la piazza centrale del PP1 con il Parco Fluviale del fiume Saline. Questo progetto distruggerà questo e invaliderà il piano urbanistico del PP1.

Dobbiamo dare priorità al buon senso anziché all’opportunismo e riesaminare immediatamente questo progetto, trasformandolo in un’iniziativa vantaggiosa, evitando di deturpare il nostro incantevole quartiere di ‘Solaria’.

Risposta del direttore

Gentile lettore,

la realtà è incredibilmente più complessa di quanto ci si possa immaginare, ma posso affermare di aver previsto nel 2021 che le risorse del PNRR a Montesilvano sarebbero terminate in progetti che non avrebbero contribuito a migliorare la qualità della vita in città, ma in progetti disarticolati non funzionali all’inesistente progetto di città giardino. Ecco quello che lei rappresenta dopo tre anni si sovrappone esattamente alla primigenia immaginazione di dove saremmo terminati. Come è stato possibile? Semplicissimo, conosco da vicino le qualità degli amministratori e dei tecnici degli uffici comunali e non avevo il minimo dubbio la reazione alla valanga di risorse a disposizione sarebbe stata quella di rinchiudersi in conclave e non aprirsi alla città per identificare idee e progetti per una città davvero migliore. Come è finita lo ha ben rappresentato lei. Quale visione, quale progetto? Il vuoto spinto!

Cosa fare? Fonderci il più presto possibile nella Nuova Pescara nel tentativo di sfuggire a questa totale mancanza di apertura alle forze vitali della città e alle davvero scarse competenze degli strati tecnico e amministrativo.

Remo non si scoraggi e continui a chiedere conto delle scelte de nostri amministratori che stanno dilapidando risorse in progetti senza una visione d’insieme e senza utilità per la città. Ad oggi possiamo affermare di aver spedo risorse, che in parte dovremo restituire, e di non aver individuato un solo beneficio per la comunità.

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