Rappresentanza in Regione?

   di Mauro De Flaviis

Ringraziandovi della pazienza e degli innumerevoli messaggi di stima prevenutici, nonostante la nostra assenza nel corso del secondo semestre 2023, eccoci a confermare l’impegno assunto di tornare ad una frequenza di pubblicazione consona con un periodico che vuole rappresentare cosa accade nella nostra città e non solo in essa.

Siamo prossimi alle elezioni regionali che si terranno il 10 marzo e vorrei ripartire dalla considerazione dell’ultimo editoriale, riguardante le ultime elezioni provinciali di secondo livello, in cui nessun candidato montesilvanese ha ritenuto opportuno candidarsi per rappresentare gli interessi della città in Provincia. Al contrario i paventati interessi di Montesilvano nell’approvare la bozza di statuto della Nuova Pescara hanno portato all’allineamento tutti i consiglieri di maggioranza e di minoranza. Tale statuto porterà l’aumento degli eletti delle tre città, rispetto agli attuali, nei nuovi Municipi e nelle relative Giunte e negli organi politici della Nuova Pescara.

Dai dati Istat (http://dati.istat.it/Index.aspx?QueryId=19101) Montesilvano ha 53.573 abitanti a fronte di 313.110 abitanti della Provincia di Pescara e 1.272.627 abitanti della Regione. Montesilvano è la seconda città, in ordine di importanza, della Provincia e ne rappresenta il 17,1% della popolazione. Allo stesso tempo è la terza città più importante della Regione, di cui rappresenta il 4,2% della popolazione. Segue la tabellina desumibile dal sito dell’Istat con gli abitanti delle prime cinque città abruzzesi.

Pescara

118.829

L’Aquila

69.659

Montesilvano

53.573

Teramo

51.650

Chieti

48.614

Sorge spontanea una domanda: siamo la terza città più popolosa d’Abruzzo, ma siamo parimenti la terza città più importante d’Abruzzo?

Purtroppo no, e secondo voi perché?

Quanti rappresentanti della politica montesilvanese abbiamo, o abbiamo avuto, negli ultimi 25 anni in Provincia, in Regione e in Parlamento? L’ultimo residente a Montesilvano in Consiglio regionale Maurizio Teodoro, eletto diciannove anni fa, è politicamente pescarese e non è stato mai eletto consigliere a Montesilvano …

Rispondere a questi quesiti onestamente vuol dire prendere atto dell’inconsistenza qualitativa dei nostri rappresentanti.

Abbiamo espresso un gruppo di rappresentanti dei nostri interessi non in grado di giocare un ruolo congruente alla nostra dimensione quantitativa nei consessi provinciale, regionale e nazionale.

I nostri rappresentanti hanno sempre avversato la scelta espressa dalla maggioranza dei montesilvanesi, il 52,23% nel referendum del maggio 2014, sia prima del referendum (nessuna chiara indicazione di voto) e dopo, nelle scelte assunte nel Consiglio Regionale (attesa di quattro anni per emanare una confusionaria Legge Regionale di istituzione della Nuova Pescara dal centro-sinistra e poi la revisione della stessa nel 2023 per rimandare al 2027 la fusione dal centro-destra) e nel Consiglio Comunale di Montesilvano, sempre attento a rinviare sine die la fusione stessa con una sostanziale convergenza di tutte le forze politiche rappresentate.

L’incapacità di essere rappresentati negli organi sovraordinati rispetto al Comune e l’avversione alla fusione nella Nuova Pescara rappresentano un chiaro ed evidente sintomo del principale interesse dei nostri politici: gestire esclusivamente gli interessi dei loro gruppi di riferimento e solo a livello locale.

Si è riusciti negli ultimi 25 anni a modificare gli strumenti di pianificazione del territorio, che hanno così pesantemente peggiorato la qualità della vita dei montesilvanesi, da sempre in cima alle priorità delle campagne elettorali? Vivo in questa città dal 1976, da quando la mia famiglia, emigrata per lavoro in Svizzera, ha deciso di scegliere Montesilvano come città di residenza, e in questi 48 anni ho assistito in prima persona al deterioramento della qualità della vita dei suoi abitanti, nonostante il potenziale sia elevatissimo.

Nel fine secolo scorso il motivo primario è stato lo sfruttamento a scopo abitativo delle zone edificabili, comprese le nostre colline, senza pianificare la coerente realizzazione dei servizi necessari (fognature, reti di distribuzione idriche, elettriche e telefoniche, strade, marciapiedi, piste ciclabili, parcheggi, trasporto pubblico, scuole, …). Nel secolo corrente si è preferito intensificare la densità abitativa, andando a sostituire ai vecchi edifici a uno-tre piani palazzine di cinque-sei piani mantenendo quasi inalterati i servizi sopra menzionati.

Ed ora il quesito più semplice, qual è il gruppo di influenza che ha principalmente indirizzato le scelte dei nostri rappresentanti?

Lascio a voi la risposta, ma è evidente i nostri amministratori sono interessati in primis a gestire l’orticello di casa, tentando di soddisfare gli interessi del proprio gruppo di influenza. È un circuito vizioso che non permette una selezione di qualità dei politici locali e, di conseguenza, la loro affermazione a livello provinciale, regionale e poi nazionale.

Tuttavia, anche il corpo elettorale ha le sue responsabilità poiché si disinteressa totalmente a proporre candidati di qualità. Ed anche qui siamo di fronte un circolo vizioso: più i rappresentanti non sono di livello elevato, più i potenziali candidati affermatisi nella società civile, con indubbie doti, si tengono alla larga dal farsi coinvolgere.

Più volte, ed anche di recente, sono stato contattato da chi vedeva una mia candidatura ad un ruolo da amministratore come un modo per scardinare lo status quo e più volte ho risposto allo stesso modo: “ho un lavoro soddisfacente e ben retribuito e buone possibilità di ulteriori crescite di ruolo e dovrei rinunciarvi per un incarico che quasi sicuramente non permetterà alcun miglioramento nella gestione della cosa pubblica essendo nella migliore delle ipotesi in larga minoranza?”

Sono consapevole di avere un approccio egoistico, ma preferisco investire il mio tempo nella crescita della comunità attraverso l’impegno nel periodico che stai leggendo o nel mio ruolo di capo scout nel gruppo del Montesilvano due. Ho la netta percezione che il tempo investito a favore della comunità in queste modalità sia più efficace di quello che investirei a candidarmi a rappresentare la comunità. Ho questa sensazione perché sono consapevole che il Consiglio Comunale possiede delle prerogative di controllo della macchina amministrativa e della Giunta, ma non è dotato degli strumenti per invertire la rotta, essendo gli altri poteri governati anch’essi dai soliti gruppi di influenza. Immagino che abbiano la stessa sensazione molti altri professionisti o potenziali rappresentanti di qualità che potrebbero scendere in campo e ciò continua a deprivare la classe politica montesilvanese di belle teste. Che fare allora?

Immagino da sempre che la fusione con Pescara e Spoltore possa spazzare via questo status quo. Anche se sono consapevole che i gruppi di influenza continueranno a condizionare le scelte della Nuova Pescara, mi illudo che possano essere meno pervasivi di quanto siano stati fino ad oggi.

Sono troppo negativo?

Credo di no e a giustificazione di ciò basta osservare come la amministrazione in carica ha gestito l’appalto per il riammodernamento di Corso Umberto dal sottopasso ferroviario nei pressi del Mc Donald fino a Viale Europa. L’associazione dei commercianti e le rappresentanze sindacali di categoria hanno sempre chiesto un rinnovo di quel tratto viario presentando alcune proposte, mentre gli amministratori e la struttura tecnica hanno raccolto i finanziamenti e hanno gestito la progettazione, senza coinvolgere la categoria più impattata dai lavori. All’inizio i commercianti, attraverso i loro rappresentanti, hanno lamentato come il progetto avesse delle criticità che avrebbero impattato sulla loro categoria e hanno chiesto delle migliorie. Come ha risposto il primo cittadino? Prima promettendo i miglioramenti e poi senza alcuna modifica. Risultato? La comunità investirà tante risorse, con la prospettiva di elevare la qualità della vita di quel tratto di città, ma non è stato possibile osservare il progetto nella fase progettuale, permettendo a chi vive quella strada, commercianti e non solo, di proporre miglioramenti al progetto.

Struttura amministrativa (i dipendenti del Comune) e politici sono in grado di mettere in piedi un processo partecipato?

Ahimè no!

Un processo partecipato permetterebbe di aumentare l’efficienza degli investimenti e farebbe accettare di buon grado ai portatori di interesse gli impatti negativi dei lavori ed invece cosa otteniamo?

Spenderemo un pacco di risorse e la maggior parte degli interessati saranno insoddisfatti. Bell’affare!

Purtroppo la qualità degli amministratori è quella che ci meritiamo nel senso che li abbiamo scelti noi e non possiamo far altro che tentare di discernere fiore da fiore.

Vi lascio alla lettura del numero di febbraio che contiene davvero molti contributi interessanti.

A presto!

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