L’intolleranza del fanatismo e del pregiudizio ideologico prevarica verità storiche
Gli atenei centri culturali, del libero pensiero, di ricerca e confronto
NO a minoranze fonte di disinformazione strumentale ideologica
di Gennaro Passerini
Vorrei condividere con voi, in modo pacato, riflessioni su notizie e avvenimenti di questi giorni che raccolgono particolare attenzione dal mondo dell’informazione. Non vi nascondo che le modalità delle manifestazioni, i contenuti degli avvenimenti, mi creano ansia e preoccupazione. In occidente, in diverse università, centri di cultura, dell’emancipazione intellettuale del pensiero critico, centri della meritocrazia, della conoscenza, della ricerca, dove si formano le èlite provenienti dal popolo, le future classi dirigenziali, come si possono giustificare e permettere in nome della “Pace”, da parte di gruppi di attivisti, azioni di intolleranza, prevaricanti, contro studenti e relatori ebrei?
Mi riferisco a quanto riportato dai mass media nazionali ed internazionali di azioni di intolleranza e violenza in università italiane, francesi, tedesche …
Come si può permettere a costoro di urlare, minacciare, fare uso di violenza contro degli studenti? Come possono essere giustificate, ammesse, violenze verbali e fisiche, azioni intimidatorie, da parte di piccoli gruppi di attivisti filopalestinesi, che chiedono “impongono” di interdire le università agli ebrei?
Come si può consentire che un gruppo di studenti dell’università di Hubold, Berlino, interrompa e impedisca una conferenza di un giudice della Corte Suprema israeliana?
Come si può concedere, a gruppi di “studenti?” ideologicamente plagiati e strumentalizzati, di costituirsi in novelli censori di ogni rapporto con lo Stato israeliano, tramite mozioni di boicottaggio?
Come è possibile che detta mozione venga condivisa e firmata, in Italia, da duemila docenti? Certo, se è giusto da parte delle istituzioni motivare, facilitare il dialogo, il confronto; non è altrettanto giusto permettere la disinformazione, la mancanza di un minimo di cultura e verità storica.
Come si può manifestare, urlare per la “Pace” servendosi e applicando simili comportamenti oscurantistici? Questi atteggiamenti non possono avvenire, essere permessi all’interno delle università, centri culturali aperti al dialogo, al libero pensiero e al confronto, vera arma per cercare di raggiungere “La Pace”.
Gruppi di pseudo studenti, aggressioni, scontri e devastazioni Romasi nella città di Bari e nel Policlinico della città in particolare
Oggi la libertà di pensiero, scrivere e dialogare, è minacciata da gruppuscoli ideologizzati, da attivisti che spesso ricorrono alla violenza spinti da pregiudizi, da una visione bugiarda, o ignorante, spesso razzista. No, non lo possiamo permettere, è in gioco la libertà di tutti, del mondo occidentale.
Ricordiamoci del passato, della storia più o meno recente, dove minoranze ideologizzate, di destra o di sinistra, fanatici religiosi, sono diventati fautori di immani tragedie per l’umanità.
Il giornalista Angelo Panebianco, in un suo editoriale sul “Corriere”, si chiedeva come alcune università abbiano tollerato “polizie etiche, guardiani del pensiero che decidono cosa è consentito e cosa no, chi fare parlare e chi no, nei templi della cultura e della libertà di pensiero”.
Vi chiedo quale idea della democrazia hanno questi pseudo studenti, e cosa più grave, quale idea quei docenti firmatari di un documento che definirei a dire poco preoccupante, Razzista?
Io ho vissuto, da studente, il sessantotto, la violenza verbale e fisica nei nostri atenei, dove germinò il brigatismo, alimentato da minoranze e “santoni”, anni in cui era impossibile esprimere liberamente il proprio pensiero nelle assemblee studentesche perché si rischiava l’integrità fisica, anche la vita. Ricordo la fuga da un ateneo all’altro in cerca di un ambiente tranquillo che ti permettesse di continuare gli studi nel rispetto della neutralità culturale e scientifica, che garantisse l’imparzialità.
Bombardamento israeliano Striscia di Gaza
Non vi sembra che queste manifestazioni d’intolleranza siano dovute ad un fanatismo ottuso, cieco che si alimenta di pregiudizi? Non ritenete che questo modo di agire, “il boicottare il dialogo”, crei più tensione, penalizzi il confronto e la collaborazione attraverso cui raggiungere la “Pace”?
Perché credete che sia avvenuta la strage terroristica del 7 ottobre 2023 in Israele, se non per boicottare l’incontro imminente per “Il Patto di Abramo”, dove i Paesi contraenti, Emirati Arabi Uniti ed Israele, si sarebbero impegnati per la instaurazione della pace in Medio Oriente.
A Gaza è guerra contro l’estremismo di Hamas, contro i terroristi che si nascondono tra il popolo palestinese senza nessuna remora a sacrificarlo in nome del fanatismo islamico. Sì, è una guerra schifosa, ma contro chi predica ed applica la barbarie per annientare e distruggere il popolo ebraico, lo Stato di Israele.
Ucraina, macerie dopo bombardamento russo
Non si può essere solidali con chi persegue e ideologizza la distruzione e cancellazione di Israele, e di ciò che rappresenta “l’Occidente”. Certo per noi sono inammissibili le violenze, le sofferenze e i lutti che questa guerra sporca produce sugli innocenti. Sì, ci indignano!
Ma chiedo, a questi movimenti per la “Pace”, perche queste stesse manifestazioni non sono e non avvengono, nei modi e nei tempi, a favore del popolo ucraino, di uno Stato sovrano, contro un invasore spietato, la Russia?
Perché certi conflitti scuotono le anime e le coscienze ed altri No? Non sono quelli del popolo ucraino violenze, sofferenze e lutti? Perché alcuni sono considerati genocidi e altri no? Anzi vengono completamente ignorati o giustificati, perché non indignano?
Perché lo scempio vigliacco, perpetrato dai terroristi islamici sul popolo ebraico il 7 ottobre 2023, non indigna certi “movimenti”, non provoca documenti condivisi e firmati da docenti tanto illuminati?
Conoscono costoro, il genocidio “Holodomor”, perpetrato da Stalin nei confronti di quattro milioni di ucraini, 1932/1933, lo sterminio spietato di un popolo per fame e deportazione? Lo sterminio dei contadini si intrecciò con la persecuzione dell’intellighenzia e con la lotta al patriottismo di un intero popolo.
Attacco terroristico palestinese il 7 ottobre 2023
Sanno questi studenti e i loro dotti docenti, che gran parte delle terre dei palestinesi furono annesse nel 1948 dalla Siria, dalla Giordania e dall’Egitto? Non sono costoro fratelli dei palestinesi?
Sono informati degli accordi di Oslo del 1993, tra Israele di Rabin e l’OLP di Yasser Arafat, dove venne riconosciuto allo Stato palestinese il diritto all’autodeterminazione e il diritto a governare sui territori (della Cisgiordania, Alture del Golan e Striscia di Gaza) con l’impegno alla rinuncia della violenza, e il diritto ad Israele di esistere?
Hanno conoscenza della differenza tra il Nazionalismo di Yasser Arafat e il Fondamentalismo di Hamas che non riconosce ad Israele (Simbolo dell’Occidente) il diritto di esistere? Sanno della spartizione del territorio della Palestina (elezioni 2007), dopo violenti scontri tra le due fazioni terroristiche fondamentaliste, tra Hamas (striscia di Gaza) e al Fatah (Cisgiordania)? Pensate che questo sia avvenuto nell’interesse del popolo palestinese?
Hamas Attacco terroristico ad Israele il 7 ottobre 2023
A proposito di pace, Thich Nhat Hanh, monaco zen e poeta, asseriva” Nel protestare contro una guerra, possiamo credere di essere una persona pacifica, un vero rappresentante della pace; ma questa nostra presunzione non sempre corrisponde alla realtà. Osservando in profondità ci accorgiamo che le radici della guerra sono presenti nel nostro stile di vita, privo di consapevolezza. Se noi non siamo in pace non possiamo fare niente per la pace”.
Perseguire la “Pace” vuol dire condannare ogni violenza, vuol dire conoscere la storia ed assumere una posizione equidistante, se si vuole essere credibili non esistono violenze ammesse solo perché ideologicamente condivise. Le violenze sui popoli, i genocidi e la shoah, nessuna ideologia li può giustificare. Solo se si crede e si assumono queste posizioni si ha il diritto di adoperarsi per la “Pace”, tutto il resto è motivo di strumentalizzazione politica–ideologica, che porta a contrapposizioni, e di seguito spesso a scontri violenti e come la storia insegna la violenza genera nuova violenza, genera le guerre. Montesquieu, filosofo, storico e giurista francese, affermava “della guerra non è responsabile chi la fa, ma chi la rende necessaria”.
La violenza umana ha raggiunto livelli preoccupanti. Sì, bisogna dialogare con tutti, non stancarsi mai di confrontarsi, ma vi chiedo: quando la disumanità è prevaricante, sorda ad ogni confronto, strumentale al fondamentalismo o a regimi dittatoriali, cosa si può fare, basta manifestare e gridare “Pace”? No purtroppo.
Corsi e ricorsi, quando si dice che la storia insegna, mai dimenticarla anche se trattasi di altri tempi. Negli anni tra il 1930/1939, la Francia e l’Inghilterra pensarono di avere con Hitler un rapporto dialogante al fine di porre termine alle sue mire espansionistiche, così accettarono di concedere le pretese territoriali circa l’Austria e la regione cecoslovacca dei Sudeti. La politica “dell’appeasement” (tentativo diplomatico di concedere le richieste, le aspirazioni…) fu un grave segno di debolezza che Hitler seppe sfruttare a dovere, invadendo prima la Boemia e la Moravia (Cecoslovacchia occidentale, marzo 1939) e poi la Polonia (settembre 1939).
Terroristi palestinesi attentato ad Israele del 7 ottobre 2023
Così si scatenò la Seconda guerra mondiale che trovò la Francia e l’Inghilterra impreparati, e che ebbe fine solo dopo immense sofferenze, distruzioni e lutti. Io credo, come tanti storici e politologi che se ci fosse stato un comportamento meno appagante, concessore, ma da subito più duro, una deterrenza politica credibile, forse la guerra non ci sarebbe stata.
La politica aggressiva della Russia di Putin e le richieste dell’integralismo islamico non vi sembra che siano paragonabili agli avvenimenti storici del 1930/1939? Contro certi comportamenti aggressivi l’Occidente non deve avere atteggiamenti caritatevoli, amore e pace, non si può sprecare in retorica e pedagogia, proponendo elezioni, costituzioni, cioè democrazia come modernizzazione dell’islam e delle dittature; se tornano tempi di conquista e rivoluzioni, se il mondo islamico, del divino e dell’umano, fatto di obbedienza ad una particolare legge, scritta su di un testo sacro, vuole la lotta all’Occidente, alla sua modernità, alle sue acquisizioni laiche e democratiche, è il momento di opporsi con fermezza, guai a dimostrare debolezza. Ed allora bisogna essere lucidi, non illudersi, può servire la “deterrenza” ferrea, dura e credibile, si deve dimostrare pragmatismo, rimanere lucidi per evitare gli errori del passato 1930/1939.
La “deterrenza” è un vecchio sistema di discussione che fa capire al malintenzionato o al prepotente quanto dure e travolgenti saranno le conseguenze del suo tentativo di sovvertire l’ordine, in poche parole è la credibilità della minaccia di fare la guerra. Non crediate che quanto sto affermando sia un argomento astruso, incomprensibile, anche in una ordinata convivenza sociale, senza tribunali, polizie, eserciti, governi autorizzati democraticamente all’uso della forza, nessuna società si terrebbe in piedi.
Questo non vuol dire che giustifico la violenza, la guerra, ma se necessaria per garantire la “Pace”, ben venga la “deterrenza” ferma, diversamente non è il caso di porgere l’altra guancia; ricordatevi gli incontri e il dialogo per la pace con Hitler e come l’occidente si ritrovò impreparata ad affrontare le violenze imperialiste della Germania, fu guerra lo stesso. Oriana Fallaci, giornalista e scrittrice, profonda conoscitrice del mondo islamico asseriva “L’Islam è il Corano. Comunque e dovunque. E il Corano è incompatibile con la libertà, è incompatibile con la democrazia, è incompatibile con i diritti umani”.
Riuscire ad applicare la ”deterrenza” vuol dire essere ritenuti forti, essere temuti, e a questo punto delle tensioni internazionali vuol dire evitare di ricorrere ad una guerra disastrosa per tutti. Per cui ben venga una Comunità europea, armata per la difesa e pronta ad ogni evenienza, i nuovi “lupi” del terzo millennio devono prendere conoscenza che non troveranno un Occidente debole e remissivo, al contrario una Europa unita che abbia la capacità di esercitare una risposta adeguata e forte, in difesa delle sue libertà, contro qualsiasi azione dannosa nei suoi confronti.