“Tu solo e basta!”
La Venerabile Suor M. Scolastica Rivata
e la fondazione della Congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro
di Gabriella Toritto
Nel pomeriggio di sabato, 10 febbraio scorso, a Roma Portuense, presso la Chiesa Gesù Maestro è stato celebrato il centenario della fondazione delle Pie Discepole del Divin Maestro, con l’esecuzione di “Voce e Silenzio”, Oratorio Sacro, ispirato a Suor Scolastica Rivata.
L’apertura dell’evento è stata curata dal saluto di Sr. M. Bernardita Meraz Sotelo, Superiora Generale delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Erano presenti illustri Autorità, come S.E. Alberto Medardo Barranco Chavarría, Ambasciatore del Messico presso la Santa Sede; Mons. Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie e Responsabile del Coro della Cappella Sistina; Don Stefano Stimamiglio, SSP, Direttore di Famiglia Cristiana; Mons. Benedetto Tuzia, Vescovo Emerito di Orvieto-Todi; Mons. Paolo Ricciardi, Vescovo Ausiliare di Roma per la Cura del Diaconato, del Clero e della Vita Religiosa.
I Vescovi B. Tuzia e P. Ricciardi, essendo stati Parroci a Santa Silvia e avendo visto nascere e crescere “Fideles et amati”, sono particolarmente legati al maestro Marcello Bronzetti e al Coro.
Per l’esecuzione di “Voce e Silenzio”, il Coro “Fideles et Amati” è stato composto da una Corale di 42 Coristi, fra professionisti e no, che affiancano alla quotidiana attività professionale un progetto di vita proteso all’evangelizzazione, avvalendosi della musica e del teatro. Ai Coristi si sono aggiunti 20 orchestrali, tutti di alto profilo.
Coro e Orchestra sono stati diretti da Tina Vasaturo, direttore del Coro, violinista, medico, autrice di “Aspettando Golapi”, nonché moglie di Marcello Bronzetti.
E, ancora una volta Marcello, con la gentile collaborazione di Monsignor Paolo Ricciardi, è riuscito a stupire! È riuscito a colpire i cuori attraverso la vibrante elevazione di note musicali, penetranti, e a tal punto coinvolgenti da far prefigurare il levarsi del chiarore dell’alba che irradia la natura tutta, quando Suor Scolastica riceve la “chiamata” alla vocazione religiosa, oppure la tempesta, con le oscurità della “notte” che travolgono e “smarriscono”, quando la Santa Sede nega il “placet” alla nascita, alla fondazione della Congregazione “Pie Discepole del Divin Maestro”.
La Congregazione delle “Pie Discepole del Divin Maestro” nacque nel 1924 grazie a don Giacomo Alberione, beatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 2003, e alla tenacia, alla perseveranza e alla lungimiranza della sua “collaboratrice in Cristo”, Suor Scolastica Rivata – già dichiarata “Venerabile” da Papa Francesco, il 9 dicembre 2013, ed ora, speriamo, prossima alla beatificazione.
Tutto ebbe inizio con il Reverendo Don Giacomo Alberione, fondatore di numerose congregazioni religiose appartenenti alla grande Famiglia Paolina. Oltre che sacerdote, Don Alberione fu anche editore. Fondò una grande casa editrice: le Edizioni Paoline. Ideò molteplici riviste ed entrò anche nel campo del cinema, della radio e della TV, nonché dei dischi, ecc. Oltre che presbitero, fu un vero e proprio imprenditore di Dio nella Chiesa.
Don Alberione è stato un uomo di Chiesa, dotato di molti carismi:
-il carisma di “vedere lontano”, fin da bambino pre-disse che sarebbe diventato prete;
-il carisma di comprendere che nel nuovo secolo, il XX, per favorire l’apostolato e la diffusione della Parola di Dio, la Chiesa poteva servirsi dei nuovi mezzi di comunicazione di massa;
-il carisma di capire che tuttavia bisognava vigilare sulle nuove tecnologie poiché era determinante servirsi della “Buona Stampa”;
-il carisma di saper individuare ed avvalersi di collaboratori, collaboratrici di valore.
Dopo la Pia Società San Paolo, ramo maschile, fondò la Congregazione delle Figlie di San Paolo, ramo femminile, e coinvolse i laici con l’Unione Cooperatori Buona Stampa. La sua febbrile attività e l’apertura ad altri orizzonti purtroppo ebbero una breve interruzione a causa di una grave infermità da cui, a suo dire, guarì grazie all’intervento miracoloso di San Paolo.
Superata la malattia, riprese a lavorare alacremente fondando altre congregazioni, fra le quali le Pie Discepole del Divin Maestro, grazie al fattivo contributo di Suor Scolastica Rivata, di cui si fidò ciecamente.
Il 10 febbraio 2024 si è celebrato il centenario della fondazione delle Pie Discepole del Divin Maestro, avvenuta appunto il 10 febbraio del 1924. Una prima data certa però è il 21 novembre 1923, quando Don Alberione comunicò a un gruppo di aspiranti Figlie di San Paolo, presenti in Alba, come Orsola Rivata e Metilde Gerlotto, che sarebbero state scelte “per un’opera che ha dato loro da fare”.
Il 10 febbraio 1924 Don Giacomo Alberione convocò le otto postulanti – Orsola, Metilde, Maria, Teresa, Rosalia, Teresina, Margherita, Maria Assunta – e assieme a loro iniziò la nuova famiglia, affidando a Orsola Rivata la guida del gruppo.
Il 10 febbraio è anche il giorno in cui ricorre la memoria di Santa Scolastica, sorella di San Benedetto, che seppe coniugare al femminile l’”ora et labora”, e sulle cui orme si “incamminò” e proseguì Suor Rivata.
Don Alberione affidò alle postulanti anche una divisa: un abito di taglio monastico di colore blu, con scapolare bianco e raggio eucaristico rosso, che le giovani donne indossarono il 25 marzo, quando fecero voti privati e venne loro dato un nuovo nome. Orsola Rivata divenne Suor Scolastica della Divina Provvidenza. Furono poi presentate alla Famiglia Paolina di Alba con il nome di Pie Discepole del Divin Maestro.
Le Pie Discepole furono istituite principalmente per la “laus perennis” con l’Adorazione eucaristica giorno e notte. Ognuna di loro aveva due ore di adorazione ogni giorno, oltre alle altre pratiche comuni di pietà. Furono scelte tra le giovani che più inclinavano alla pietà, specialmente eucaristica. Allora, così come adesso.
Si posero a servizio dei Sacerdoti della buona stampa e vissero con tale sentimento nel cuore. Le opere da loro svolte ebbero due scopi: pregare il Signore per la venuta del suo Regno, specialmente a mezzo della buona stampa; dedicarsi poi, sull’esempio delle donne del Vangelo, ai vari lavori, come il cucito, il rammendo, la preparazione del vitto, ecc. in favore dei Sacerdoti e Religiosi della Buona Stampa, in attesa di introdurre anche le molteplici opere a servizio della Liturgia attraverso la bellezza dell’arte e della formazione.
Nel linguaggio di Suor Scolastica Rivata traspare il riflesso di una vita intessuta dalle parole del Divino Maestro Gesù e di San Paolo, l’apostolo che rivendicò di aver donato la propria esistenza: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,13) e (cf. 1Cor 4,15; 1Ts 2,7; Fm 8).
Suor M. Gemma Joseph Oberto, dell’Equipe di Postulazione della Famiglia Paolina, scrive così di Suor Scolastica: “In un mondo in cui troppi cercano il proprio egoistico interesse, in cui sembra che lo scopo della vita sia quello di apparire, in cui imperversa la violenza, in cui scattano guerre di ogni genere, anche per futili motivi, la nostra Madre scrive la pagina del dono della vita, del non avere nemici, perché tutti accoglie, anche chi la fa soffrire, con lo sguardo e il cuore del Maestro Divino. In ogni situazione studia strategie per portare la pace e la serenità nel suo cuore e nella comunità.”
Accade purtroppo che non solo nella società civile ma anche nella vita religiosa si insinui talvolta l’individualismo che rende difficili i rapporti. E Suor Scolastica Rivata seppe e volle superare ogni difficoltà senza mai rinunciare al proprio Credo, in conformità con i dettami e il Magistero della Chiesa.
Stando alle testimonianze, Suor Scolastica contagiò per la gioia; seppe coinvolgere, richiamare alla corresponsabilità che certamente “costa fatica”, ma che imprime un senso, un significato profondo all’esistenza. Attraverso la sua corrispondenza si intuisce che amò maternamente e fraternamente ogni consorella con attenzioni personali, con partecipazione alle situazioni di ogni persona.
La formazione di Suor Scolastica fu continua, permanente, coadiuvata dalla pratica degli insegnamenti acquisiti attraverso il Vangelo e le lettere di S. Paolo, e soprattutto alimentata ogni giorno dall’Eucaristia.
Il suo cuore rimase giovane anche quando il tempo solcò il volto di rughe profonde e la malattia segnò il corpo. Prestò sempre attenzione al linguaggio dei giovani. Fu “aperta al presente del suo tempo e costruttrice di futuro” – scrive di lei Sr. M. Joseph Oberto– “E non è un caso che diverse testimonianze sottolineano la limpidezza e trasparenza del suo sguardo come quello dei ‘piccoli’, il suo aver mantenuto la ‘piccolezza spirituale’, la trasparenza negli occhi, come immagine viva di quei piccoli del Regno per cui Gesù loda il Padre (cf. Mt 11,25)”.
Ancora M. Joseph Oberto: “L’espressione ‘conflitto tra generazioni’ sembra che non sia mai entrata nel suo vocabolario esistenziale. Emerge il suo amore alle giovani generazioni, sia di Pie Discepole che di Paolini, dai primi tempi fino all’età più avanzata. Per lei anche in età avanzata non esisteva il ‘si è sempre fatto così’ ma il ‘dobbiamo essere in ascolto delle giovani…, per aiutarle nel cammino.’ Con le giovani ha saputo dialogare facendosi a volte piccola, bisognosa del loro aiuto per far cadere il seme di una parola che germogliando portasse vita, gioia nella vocazione. Giovani in formazione nei vari continenti, pur non avendola mai incontrata di persona, le scrivevano per chiedere una parola. Era Madre che aiutava a crescere, contagiando non con parole ma con esempio concreto di vita, facendo gustare il ‘prega e lavora’”.
Fu silenziosa e docile, Suor Scolastica! “In un mondo di tanto fracasso, di mezzi e di messaggi che si moltiplicano a dismisura portando spesso alla non comunicazione, Madre Scolastica si presenta con i tratti di donna del silenzio, in attuazione del primo mandato del Fondatore, un silenzio che lascia però trasparire una pienezza interiore, alimentata dall’ascolto della Parola di Dio, da un conquistato dominio di sé, che diventa un’opera della missione per potenziare la parola degli apostoli che evangelizzano con i mezzi di comunicazione sociale.” – Così scrive di lei Suor M. G. J. Oberto.
Compagno del silenzio fu il “nascondimento” della “nutrice” della nascente Famiglia delle Pie Discepole: «nascosta con Cristo in Dio» (Col3,3). Dopo il 3 aprile 1947, quando giunse l’approvazione della Chiesa, Suor Scolastica venne come «messa in disparte». Entrò allora in una specie di oblio. “Il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio” – scrisse papa Benedetto XVI.
Contro l’attuale mondo consumistico e materialistico in cui successo, denaro, potere e fama costituiscono l’effimera ricerca di una “terra promessa”, Madre Scolastica scoprì che la vera felicità e la vera ricchezza coincidono con la fedeltà alla volontà di Dio e nel ringraziamento per i doni, le provvidenze da Lui elargite.
Scrisse nei suoi propositi. «Leggere giornali, ascoltare radio e televisione per conoscere le necessità delle anime e pregare per tutti i bisogni del Paese, della Chiesa, delle anime della intera umanità».
Guardava il telegiornale perché «lì passa il mondo per il quale dobbiamo pregare e offrire».