Hannibal Pardi, il Perry Mason abruzzese a New York
Hannibal Pardi, il Perry Mason abruzzese a New York, nacque a Castelli il 5 ottobre del 1895 da Fileno e da Filomena Cantera.
Il padre lavorava come vasaio nella piccola cittadina abruzzese famosa per le numerose botteghe artigianali specializzate nella produzione di ceramiche artistiche.
Il piccolo Annibale frequentò la scuola elementare nel suo paese ed il suo maestro fu il primo ad apprezzare la sua vivida intelligenza e ad intuire la sua spiccata attitudine agli studi.
Sul quaderno del bambino l’insegnate scrisse questo messaggio per i genitori: “fate ogni tipo di sacrificio per farlo studiare”.
Nel 1903 il padre Fileno decise di cercare fortuna emigrando negli Stati Uniti d’America e precisamente nello Stato di New York nella città di Albany, dove viveva un suo compaesano, emigrato due anni prima di lui, che gli aveva trovato una ottima sistemazione nella vicina Schenectady presso il colosso “General Electric Company” nel settore specifico della porcellana.
Negli Stati Uniti Annibale continuò i suoi studi nelle scuole pubbliche di Albany e successivamente in quelle di Schenectady dove il padre, per essere vicino al luogo di lavoro, preferì trasferire la famiglia.
In questa cittadina vi era un gruppo numeroso di emigrati italiani ed ogni fine settimana venivano organizzate festose riunioni conviviali nostalgiche tra connazionali.
Pur dedicandosi con impegno e con ottimo profitto agli studi Annibale dovette, per la necessità di contribuire alla gestione economica della famiglia, trovarsi un lavoro.
A soli quindici anni iniziò nell’azienda dove lavorava il padre un apprendistato che terminò nel 1915.
Continuò a studiare anche di notte e dedicava allo studio sia il sabato che la domenica.
Nel 1918 grazie ai sacrifici fatti a tale scopo conseguì a pieni voti la Laurea in Giurisprudenza presso la prestigiosa “Albany Law School”.
Grazie agli ottimi voti conseguiti con il diploma di laurea il Giudice Cooper lo convocò per offrirgli di fare il praticantato professionale nel suo studio.
Nel 1922, anno della perdita della madre, riuscì ad essere iscritto all’albo degli avvocati e sentendosi pronto a muoversi in maniera autonoma decise di aprire uno studio legale in società con il collega Ettore Mancuso, che sarebbe diventato anche lui grande avvocato e politico.
I due avvocati mantennero lo studio legale associato collaborando fruttuosamente fino al 1924.
Successivamente Annibale, che veniva ormai da tutti conosciuto come Hannibal, decise di continuare da solo la sua attività professionale ed aprì un proprio studio.
La fama di questo avvocato abruzzese preparato, puntiglioso ed instancabile cresceva di giorno in giorno.
La sua profonda conoscenza delle norme del diritto e la sua capacità dialettica rappresentavano un notevole richiamo ed una certezza per i suoi assistiti.
Grazie a queste sue qualità la “General Electric Company”, l’azienda dove ancora lavorava il padre, gli affidò l’incarico di tutelare legalmente i propri interessi.
Finalmente il ragazzino emigrato di Castelli diventato adulto si vide aprire le porte dei salotti più importanti dello Stato e fu ricercato e corteggiato anche dalla classe politica e scelse di aderire al Partito Repubblicano iscrivendosi al club repubblicano della contea di Schenectady.
Intanto nel giugno del 1923 sposò Clementina Valente dalla quale ebbe 5 figli, due maschi e tre femmine.
Gli anni successivi rappresentarono una costante ed inarrestabile ascesa professionale che gli fece guadagnare il soprannome di “Cicerone abruzzese”, forse per la sua passione per l’Antica Roma o molto più probabilmente perché così lo chiamava il suo primo maestro il giudice Cooper.
Numerosi giovani laureati in giurisprudenza fecero praticantato presso il suo studio e la loro affermazione professionale successiva fece nascere il mito della “scuola Pardi” che divenne sinonimo di successo.
Divenne uno dei membri più autorevoli dell’Ordine degli Avvocati della Contea di Schenectady.
Fu chiamato a ricoprire vari incarichi in importanti Consigli d’Amministrazione di istituzioni sia pubbliche che private.
Venne eletto Presidente delle Fondazioni “Knights of Pythias” e “The sons of Italy”.
Fece parte attiva e fu anche Presidente della “Abruzzese Society”.
Una delle sue passioni, coltivata per tutta la vita, fu quella di suonare l’organo.
Raccontava agli amici di aver imparato a suonarlo a Castelli grazie ad un sacerdote amico della sua famiglia.
Hannibal Pardi non dimenticò mai la sua origine abruzzese di cui andava molto fiero.
Chiunque entrasse nel suo studio poteva notare, oltre all’immancabile bandiera tricolore, un piatto delle ceramiche di Castelli e l’immagine di San Gabriele dell’Addolorata.
Quando morì, nel marzo 1986, al suo funerale presero parte migliaia di persone e tutte le massime autorità dello stato di New York.
Il sindacalista Geremia Mancini, presidente dell’associazione storico-culturale “Ambasciatori della fame”, ne ha raccontato la storia inserendolo tra i personaggi abruzzesi emigrati poco conosciuti ma meritevoli di attenzione e rispetto per aver rappresentato degnamente l’Abruzzo nel mondo.