Fusse che fusse la vorta bbona

di Elio Fragassi https://www.eliofragassi.it/

La sera del 28 settembre 2023, assistendo allo spettacolo di Giò di Tonno “Canzoni per sempre” svoltosi nello spazio di pertinenza della “Colonia Stella Maris” di Montesilvano mi è tornato alla mente la seguente vecchia frase del grande Nino Manfredi: “Fusse che fusse la vorta bbona”.

Nel 2017, in una mia lettera al direttore del mensile “Il sorpasso” dal titolo “Colonia Stella Maris: la si faccia volare…e volare alto” immaginavo che il recupero della Stella Maris dovesse essere consono “… al rispetto del pensiero progettuale [finalizzato] ad uso sociale e didattico” (1).

Per questo mi ha fatto molto piacere aver sentito che l’Università d’Annunzio provvederà alla riqualificazione come polo universitario con le seguenti caratteristiche: Museo del mare, Museo del Metaverso, aule per master, spazi per organizzare convegni, seminari ed eventi di importanza nazionale e internazionale oltre ad una foresteria per accogliere personalità straniere. Nella stessa lettera di cui sopra, infatti, scrivevo: “… assumerebbe l’aspetto di manufatto con valore, esso stesso, di sperimentazione artistica, ormai storicizzata, concretamente presente come esemplificazione creativa e compositiva, sia per gli studenti che lo vivono quotidianamente sia per quelli che, per motivi diversi, frequenterebbero, temporaneamente, il manufatto per mostre, stage, incontri culturali, esposizioni, convegni, congressi, ecc.” (2).

Mi auguro che il tempo sia ormai maturo per riconoscere, fare propri e tutelare, i valori di questo manufatto da troppi anni abbandonato a sé stesso solo perché pensato e realizzato in un determinato periodo storico. Ancora in una mia lettera indirizzata sempre a “Il sorpasso” in data 26 maggio 2017 dal titolo “Colonia Stella Maris: perché far morire una stella” scrivevo: “Le cose (sia astratte che concrete) si apprezzano e si difendono solo quando se ne conoscono i significati e i valori che generano e trasmettono alle generazioni future. A Montesilvano, cresciuta (!!!) troppo in fretta, è venuto a mancare (per chiara volontà politica) malauguratamente, proprio quel collante culturale che, purtroppo, ha bisogno di tempo e luoghi per sedimentarsi come dote civica da coltivare, difendere, diffondere al presente e tramandare a quelli che verranno” (3).

Proprio per evidenziarne i valori compositivi, architettonici e strutturali nel 2015 ebbi a redigere una ricerca dal titolo “Colonia Stella Maris di Montesilvano: Architettura e geometria – geometria dell’architettura”(4) che si può rintracciare sulla home del mio sito al seguente indirizzo: https://www.eliofragassi.it/ dove, oltre la relazione scritta, suddivisa per capitoli, si trovano cinque presentazioni di sintesi riversate sul canale Youtube. La ricerca aveva lo scopo di mettere ”… in evidenza come la purezza del linguaggio geometrico, nella progettazione del manufatto, sia il risultato concreto di una contaminazione culturale tra Futurismo e Razionalismo collocando la sua ideazione e realizzazione nel tempo e nella storia perché un prodotto architettonico è la risposta più completa dell’espressione culturale che lo ha generato ed è, anche, più concreto perché è un “manufatto vissuto” e non un quadro o una scultura del medesimo clima culturale. L’evoluzione della società porta con sé il cambiamento continuo sia dei linguaggi sociali sia dei valori che dei significati delle cose che ci circondano e costituiscono il nostro habitat; in modo particolare ciò vale per l’architettura che rappresenta l’espressione più completa, ma anche più complessa, del pensiero creativo, ed è per questo motivo che è necessario conoscerne le caratteristiche compositive e le peculiarità architettoniche e strutturali che possono fare di questo manufatto un’opera da apprezzare e tutelare per i valori culturali e sociali che ha sedimentato e rappresenta tramandandoli, nella staffetta della vita, alle generazioni future prima che sia irrimediabilmente compromesso” (5). La ricerca è stata sintetizzata e pubblicata dallo stesso giornale “Il grande sorpasso” nel n° 2 del 31 gennaio 2020 con il titolo “Geometria di una stella”. (6)

Visto il disinteresse delle varie amministrazioni che negli anni si sono succedute, senza risolvere il problema e riconoscere la dignità di opera d’arte a questa costruzione del nostro comune, nel 2018 scrissi la lettera ”Un gallo… per Stella Maris” pubblicata, sempre, su “Il grande sorpasso” del 24 ottobre 2018. Questa riflessione scritta dopo un’analisi di tutte le proposte avanzate negli anni dalle differenti amministrazioni come ad esempio: casinò, ostello della gioventù, presidio 118, pattinodromo ecc. si concludeva come di seguito:” … Come si può facilmente evincere dall’elenco di cui sopra sono state fatte proposte pensando ad un semplice contenitore edilizio da riempire in qualche modo senza tener conto del valore storico, architettonico, culturale ed ambientale dello stesso. Nel trattare di questo manufatto, infatti, si parla sempre di opera o edificio fascista dimenticando, completamente, che essa è l’espressione completa e compiuta di un perfetto connubio tra il “pensiero Futurista” e i “concetti Razionalistici”. Questa è un’opera che per essere l’espressione di sintesi di due esperienze culturali non è corretto rivestirla solo con un abito ideologico-politico ma merita un trattamento che ne valorizzi (come per le opere di pittura e scultura coeve) gli aspetti intrinseci (intellettuali) di opera di architettura dai punti di vista culturale, compositivo, architettonico, strutturale e sociale”. (7)

Mi auguro come cittadino e come architetto che questa volta, grazie all’impegno di questa Amministrazione e dell’Università d’Annunzio, sia la volta buona perché l’aereo torni a volare e … volare alto perché volare “vale solo per chi osa farlo” come scritto nel manifesto che durante la presentazione copriva i due piani dell’ala destra dell’aereo in attesa di decollare, come ho messo in evidenza nella mia ricerca.

2 Op. cit. link n° 1

5 Op. cit. link n° 3

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