Il poeta italo-americano Pascal D’Angelo
Pascal D’Angelo, nome d’arte di Pasquale D’Angelo, è stato un poeta abruzzese vissuto negli USA che ha pubblicato poesie sulle più prestigiose riviste letterarie statunitensi.
Nacque a Introdacqua, in provincia dell’Aquila, nella frazioncina di Cauze il 19 gennaio 1894 in una modesta famiglia di contadini, primo di due figli.
Frequentò la locale scuola elementare di campagna nel piccolo edificio rurale della contrada “Cauze”, in modo discontinuo dovendo aiutare i genitori nei lavori dei campi e soprattutto accudire il piccolo gregge di pecore e capre che costituiva la vera ricchezza della famiglia.
All’età di 12 anni Pasquale smise di frequentare la scuola lasciandosi alle spalle la fanciullezza ed entrando definitivamente nel duro mondo del lavoro dei campi.
A 16 anni una sera rincasando trovò sua madre che singhiozzava sommessamente perché suo padre, stanco della loro misera condizione, aveva deciso di partire per cercare fortuna in America.
Fino al giorno della partenza per Napoli dove Pasquale con il padre e con alcuni suoi compaesani si sarebbe imbarcato sul piroscafo che lo avrebbe condotto negli Stati Uniti, il ragazzo non si era mai mosso dal paese natio e, soprattutto, non era mai salito su di un treno, questo avveniristico mezzo di trasporto,del quale disse successivamente nella sua autobiografia: “Sentii il fragore del treno, né muli né cavalli a trascinarlo…”.
Salpò da Napoli il 7 aprile 1910 a bordo del transatlantico “Celtic” della White Star Line.
Pasquale non aveva visto mai il mare e tanto meno una nave come quella: “Sconcertato mi chiedevo come avrebbe fatto a stare a galla per molti giorni quel coso enorme”.
Dopo dodici giorni di viaggio trascorsi nei disagi della terza classe, il 19 aprile sbarcò ad Ellis Island dove, superati i controlli sanitari e le formalità di rito a cui venivano sottoposti gli emigranti nella stazione federale per l’emigrazione di New York, il giorno seguente fu finalmente libero di iniziare la sua avventura americana, che lo portò, tra una scoperta e l’altra come il tram sopraelevato ed una lingua incomprensibile, a trovare lavoro come manovale nei cantieri degli stati del nord-est statunitense.
L’impatto con la realtà americana fu duro perché la terra promessa offriva “solo” privazioni, angherie e fatica.
Nel 1915 il padre disilluso dalla realtà americana e stufo di patire privazioni peggio che in patria,fece ritorno in Italia ma Pasquale decise di rimanere con la convinzione che “in questa sconfinata nazione da qualche parte avrebbe trovato la luce”.
Nel 1918 si stabilì a New York dove aveva trovato lavoro come manovale in uno scalo ferroviario.
Nel frattempo decise di studiare la lingua inglese ed assistendo ad una rappresentazione dell’Aida maturò l’amore per la musica.
Frequentava molto la Public Library di New York e leggendo vari testi di letteratura inglese ebbe modo di conoscere ed apprezzare il romanticismo di Percy Bysshe Shelley e di John Keats.
Nel 1920 iniziò a scrivere versi nella sua misera stanzetta di Brooklyn e l’anno seguente iniziò a girare per le redazioni dei giornali e nelle case editrici sperando di far pubblicare le sue poesie e ricevendo però solo rifiuti.
Spedì un suo componimento poetico per partecipare al concorso di poesia indetto dal giornale “The Nation” diretto da Carl Van Doren, uno dei più autorevoli critici letterari statunitensi.
Non ricevendo nessuna risposta alla sua richiesta di partecipazione al concorso, spedì una lettera di presentazione direttamente all’editore.
Nel gennaio 1922 Carl Van Doren, dopo aver letto la lettera di D’Angelo organizzò un incontro con il giovane poeta abruzzese ed avendone apprezzato il talento decise di far pubblicare le sue poesie sui maggiori giornali americani.
Pascal D’Angelo divenne un caso letterario e poté pubblicare poesie sia in inglese che in italiano ed in francese in varie riviste letterarie statunitensi.
Nel 1924 la casa editrice MacMillan di New York, pubblicò con la prefazione di Carl Van Doren la sua autobiografia “Son of Italy”: il racconto della sua miserevole infanzia in Italia, della sua condizione di “pick and shovel men”,uomo del piccone e della pala, negli Stati Uniti e del suo desiderio di essere poeta.
Questo rappresentò l’apice della sua carriera di scrittore e di poeta.
Il libro venne considerato il libro dell’anno, ma l’idealista Pascal, the pick and shovelpoet, mantenne il suo carattere schivo ed anticonformista rifiutando gli incontri pubblici e ritenendo banale autografare i volumi durante le presentazioni.
Continuò a condurre la sua vita nella sobrietà mantenendosi con il suo lavoro manuale.
Nell’anno seguente i giornali americani ed europei si interessarono a lui e gli dedicarono molti servizi ed interviste, ma egli continuò a vivere a Brooklyn dove lavorava come manovale e nei momenti liberi frequentava la Public Library.
Nel periodo 1926-1931, deluso da varie vicende umane, non pubblicò più le sue poesie, occupando la maggior parte della giornata nello studio della letteratura e di varie lingue: italiano, francese, inglese, spagnolo, ma anche cinese e polacco.
Frequentava le biblioteche pubbliche, studiava con i ragazzi e si dedicava con passione al gioco degli scacchi, partecipando a numerosi tornei di scacchi e dama.
Pascal elaborò una teoria del tutto personale: lavorare solo un paio di ore al giorno, per ottenere il necessario con cui vivere.
In realtà, rifuggendo un impiego fisso, svolse svariate mansioni, tra cui il sondaggista ed il collaboratore di un fruttivendolo, dal quale riceveva come compenso prodotti alimentari anziché denaro verso il quale aveva una vera e propria repulsione.
Negli ultimi tempi la sua passione per gli scacchi lo portò alla stesura di un manuale mai pubblicato ed andato disperso.
Il 13 marzo 1932 morì al “Kings County Hospital” di Brooklyn per una occlusione intestinale, epilogo di un lungo periodo di sofferenza fisica.
Amici ed ammiratori pagarono il suo funerale e la sua sepoltura e fondarono la D’Angelo Society che per vari anni conferì la Medaglia D’Angelo per la migliore poesia scritta da giovani americani.
Ad Introdacqua esiste la Fondazione Pascal D’Angelo che studia la figura di Pascal D’Angelo, “poeta del piccone e della pala”, ed il fenomeno della migrazione umana con un centro studi, una biblioteca ed un archivio; nel 2017 ha organizzato un grande mostra biografica e bibliografica su Pascal D’Angelo con pannelli, cimeli del poeta ed oltre 130 libri sulla sua figura e sulla sua opera.
L’Amministrazione Comunale di Introdacqua ha costituito un Museo Regionale dell’Emigrazione e glielo ha intitolato.
A Mercato San Severino ha sede il Centro Studi per la letteratura d’emigrazione “Pascal D’Angelo”, collegato alla Casa Editrice il Grappolo.
Nel 2017 lo scrittore Luigi Fontanella ha scritto il romanzo ‘Il dio di New York’ sulla vita del poeta italo-americano, definendo il libro “Son of Italy” «il documento autobiografico più vivido e lacerante dell’esperienza protonovecentesca italo-americana».