Presenti e schietti!

   di Mauro De Flaviis

Dopo tre mesi dall’ultimo numero, uscito a fine novembre, sono di nuovo qui a presentarvi il prodotto del lavoro di un nutrito gruppo di redattori. È il periodo più lungo mai passato dal marzo 2015, mese della prima uscita, ad oggi tra un numero ed il successivo. La responsabilità è mia ed è dipesa principalmente dalla rivoluzione copernicana a cui mi sono stato sottoposto in ambito lavorativo, a seguito della acquisizione della azienda dove lavoro da parte di una multinazionale con sede in Svizzera.

Il passaggio di mano della proprietà è avvenuto a settembre 2020 e da allora e fino a fine 2022 quasi tutto è continuato seguendo la prassi precedente. Processi e procedure immutate ci hanno permesso di non risentire nella operatività giornaliera degli effetti del passaggio di proprietà, nonostante avessi contatti quotidiani con i colleghi della controllante svizzera. A partire dall’ultimo trimestre dell’anno scorso invece abbiamo iniziato a ridisegnare i processi e le procedure, parzialmente cambiate da inizio 2023 e di conseguenza molti colleghi hanno cambiato riporto ed ora rispondono direttamente a manager della controllante.

Il cambio di processi e procedure per assecondare le differenti priorità aziendali e la necessità di continuare a svolgere il proprio compito per raggiungere l’obiettivo del 2023, pianificato a regole 2022, sta comportando un aumento ingente di impegno da parte mia e dei colleghi di prima e seconda linea. Questo aumento di impegno non mi ha permesso di essere abbastanza sereno e dotato di sufficienti energie per coordinare la redazione nei modi e nei tempi necessari per raggiungere l’obiettivo.

Vi ho esplicitato la mia giustificazione perché volevo collegarla a quanto dichiarato in audizione, presso la prima commissione del Consiglio Regionale, in occasione della discussione della proposta di modifica della Legge Regionale di istituzione della Nuova Pescara, da Florio Corneli presidente di Federmanager Abruzzo e Molise che ha affermato: in tutti i processi di fusione ed aggregazione la riorganizzazione delle attività e dei servizi è conseguente e molte volte frutto della fusione (basta guardare qualsiasi fusione di aziende e/o organizzazioni multinazionali).

È esattamente quello che è accaduto nel processo di acquisizione della azienda dove lavoro, dal 01.09.20 siamo stati acquisiti, ma solo dopo due anni abbiamo iniziato effettivamente a modificare i nostri processi e non prima come invece gli amministratori di Montesilvano, Spoltore e Pescara, oltre agli amministratori regionali, pretendono di fare.In alternativa affermano la fusione avverrebbe a freddo con scompensi inenarrabili per i cittadini. Tutti noi siamo consapevoli che sono scuse infondate.

Corneli afferma inoltre: subordinare la fusione alla riorganizzazione dei servizi è assolutamente errato in quanto si affida la riorganizzazione ad enti con visioni parziali e rappresentanza di interessi parziali, tra l’altro ad enti destinati ad esaurire poteri e responsabilità, mentre la riorganizzazione dovrebbe essere fatta dal nuovo organismo territoriale che avrà anche la responsabilità ed i poteri di gestione.

Come sapete il presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri, insieme ai consiglieri Vincenzo D’Incecco e Leonardo D’Addazio, tutti e tre eletti nelle liste pescaresi, hanno proposto una modifica alla Legge Regionale che regola l’istituzione della Nuova Pescara. Tale modifica nella sostanza rinvia al 2027 la fusione dei tre Comuni prendendo atto della contrarietà degli amministratori di Montesilvano e Spoltore e concedendo loro ulteriore tempo. La scusa è sempre la stessa: “non abbiamo avuto abbastanza tempo per procedere alla messa in comune delle strutture tecniche ed amministrative, dei regolamenti e dei piani, perché abbiamo dovuto reagire alla pandemia”.

È falso!

Non è la pandemia la motivazione, anche perché essa avrebbe potuto incidere per un anno o volendo largheggiare per due, ma non più di quattro anni a partire dalla emanazione della Legge Regionale, di pessima qualità,avvenuta il 26 nell’agosto 2018. La motivazione è esclusivamente politica e cioè Montesilvano e Spoltore non vogliono perdere la gestione del potere nel loro ambito.

Ora noi tutti sappiamo che il risultato della gestione del potere negli ultimi quarant’anni a Montesilvano ha portato a quello che vediamo tutti i giorni sotto i nostri occhi e a cui, purtroppo, siamo assuefatti. Pianificazione del territorio approssimativa, spazi comuni di scarsa qualità con strade striminzite e senza sufficienti spazi per tutti gli utenti della strada, piazze e luoghi di aggregazione limitati, accessi agli edifici pubblici come le scuole non adeguatamente protetti per le fasce deboli, pedoni e ciclisti, e senza sufficienti spazi per parcheggiare le autoad una distanza congrua dalle scuole. A suo tempo incapaci di identificare un tracciato per la prosecuzione della circonvallazione verso nord ed ora costretti a subire nel tessuto viario cittadino il riversarsi di migliaia di veicoli che attraversano Montesilvano da nord e da sud e nessuna idea per evitarlo nel medio e lungo termine. Incapaci di dotare la città di un piano regolatore che obblighi condomini e le villette a creare spazi interni accessibili anche dall’esterno per depositarvi i bidoni familiari della raccolta differenziata ed evitarne il deposito sugli striminziti marciapiedi. Incapaci di realizzare una rete di piste ciclabili per permettere a chi può utilizzare la bici e i monopattini di spostarsi in sicurezza e non tra le auto e facendo la gimkana tra le onnipresenti buche. Incapaci di estendere la raccolta differenziata sulla maggior parte del territorio e per questo probabilmente impossibilitata a chiedere la bandiera blu, non avendo superato il 40% di differenziata, quando l’obiettivo fissato per il 2012 era di superare il 65%. Mi fermo per rispetto alla vostra intelligenza, ma potrei continuare a lungo.

Continuare a perpetrare quanto già ampiamente dimostrato e cioè la incapacità di pianificare è quanto dobbiamo proteggere?

Ma mi faccia il piacere! Avrebbe risposto Toto.

I cittadini hanno scelto nel 2014 di percorrere la strada della fusione con Pescara e Spoltore perché vi hanno intravisto una opportunità di miglioramento della loro condizione di sudditi. Sono passati nove anni e chi dovrebbe garantirne la realizzazione della chiara indicazione si oppone.

Poiché l’opposizione si stava trasformando in una disobbedienza ad una Legge Regionale, qual è la soluzione?

Modificare la Legge Regionale.

Un gioco da ragazzi se si tiene conto che le amministrazioni di Montesilvano, Pescara, Provincia di Pescara, Regione Abruzzo e Governo Italianosono tutti dello stesso raggruppamento politico.

Ed eccoci qui a commentare lo scempio e cioè la decisione di rimandare al 2027, a ben 13 anni dal referendum la fusione. Per commentare la decisione abbiamo intervistato Vincenzo D’Incecco e poi vi abbiamo riportato i testi delle audizioni alla prima commissione del Consiglio Regionale di Mattoscio, Camplone, Corneli, Laureti e Marramiero. Tutte queste audizioni contengono spunti di riflessione più che obiettivi che mettono in luce perché non ha senso rimandare la fusione, ma la maggioranza in Consiglio Regionale non ha voluto sentire ragione ed ha proseguito nel progetto di rinviare la fusione.

A voi la lettura della intervista di D’Incecco e dei testi delle audizioni gentilmente concessici dal direttore Marco Camplone diwww.lanuovapescara.com

In prima pagina riportiamo la lettera ai Sindaci di Pescara e di Montesilvano a chiedere la pedonalizzazione del lungomare del Commendatore Gambacorta, anche lui vittima di un incidente nell’attraversare sulle strisce pedonali. Ecco un ulteriore esempio del perché ha senso avere una unica amministrazione per Pescara, Montesilvano e Spoltore. Ritenete fattibile possano i due sindaci essere concordi in una decisione che deve essere figlia della pianificazione della mobilità delle due città? Pescara ha un Piano Urbano del Traffico e un Piano della Mobilità Sostenibile, Montesilvano nessuno dei due piani. Di che parliamo? A Montesilvano del vuoto spinto purtroppo… Ci illudiamo che se fosse un solo Comune a dover decidere essa potrebbe essere assunta con una certa efficacia.

Rimane il fatto che la scelta di rimandare al 2027 la fusione, salvaguardando il resto della consiliatura De Martinis a Montesilvano e Trulli a Spoltore, facendo perdere tante occasioni alla comunità intera è chiaramente attribuibile al centro-destra locale, regionale e nazionale. Ricordatevene al prossimo giro!

A presto

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