Italia, Italia… di dolore ostello…
di Pasquale Sofi
Sebbene in questo momento ci sia al timone il miglior nocchiero possibile, l’imbarcazione Italia naviga a vista tra i marosi di destra e di sinistra, nel mentre venti minacciosi si fronteggiano da tutte le direzioni. È l’immagine dell’Italia che si propone con autorevolezza in Europa e nel mondo grazie al carisma del suo Presidente del Consiglio che in patria però fatica a chetare i caporioni partitici, malgrado ci sia una precisa direzione di senso da percorrere dettata principalmente dal PNRR e, a seguire, dalle esigenze delle crisi economiche e geopolitiche. Ma per le nostre élite politiche le esigenze di bottega sono ancora una volta da porre innanzi a quelle nazionali: sta tutta qua la pochezza dei nostri politicanti! Siamo il paese della scarsa lungimiranza e del senso civico ridotto all’osso, siamo capaci di elogiare coloro (e sono di gran lunga i più) che sanno evocare a gran voce, nei talk show come nei social, grandi problemi nazionali che poi, una volta al governo, si rivelano incapaci di risolverli e capacissimi di creare facili e fallaci illusioni; quota 100 e il reddito di cittadinanza prima, il 110 adesso ne sono una chiara testimonianza. Si tratta di misure utili fondamentalmente a creare consenso elettorale, ma che graveranno pesantemente sul futuro delle giovani generazioni le quali, a loro volta, non hanno bisogno di false chimere o di elemosine ma di lavoro. È semplice dedurre che con questa concezione, particolarmente italica, è più conveniente distruggere che costruire, e nessuno si meraviglia se in questo percorso si ricorre anche alla menzogna più spudorata. Così partiti e schieramenti fanno a gara ad accreditarsi bandierine che per la gran parte degli Italiani sono tanto più gradite quanto più inutili alla comunità. Il cosiddetto 110 sarebbe da additare come l’ultima vergogna nazionale, non solo per la parte politica che irragionevolmente ha consentito di accedere a un’utile agevolazione una fascia di popolazione che questi lavori di conservazione energetica avrebbe potuto pagarseli da sola (sarebbe stato decisamente più opportuno favorire le fasce più deboli che in futuro non avranno più modo di risanare le loro abitazioni), ma soprattutto per la parte tecnico imprenditoriale che, facendo cartello, ha raddoppiato e in parte triplicato le spese dei materiali e della manodopera; e che al grido di “paga Pantalone” ancora oggi continua a gonfiare progetti e a distruggere e sostituire materiali pressoché nuovi (ad esempio, infissi). A inizio 2020 un cappotto termico costava al mq 25€; alla fine dello stesso anno il costo era lievitato a 40 e a fine 2021 a 80, oggi è praticamente impossibile capire a quale cifra sia arrivato tale costo, ma tanto finché paga Pantalone…Tra bonus vari, pace fiscale, flat tax e una tantum a sostegno di vattelapesca continuiamo allegramente a spendere più di quanto produciamo e adesso che la Presidente della BCE, Christine Lagarde, comincia a stringere i cordoni della borsa abbiamo anche la faccia tosta (da parte dei soliti noti) di gridare al complotto contro l’Italia. Qualche ignorante dell’ultima ora rilancia sul salario minimo senza sapere che su quel versante siamo parecchio avanti grazie ai CCNL, ma purtroppo l’ignoranza è la costante che accompagna la gran parte degli italiani. Una riflessione è d’obbligo: quanti lavoratori hanno letto il loro contratto collettivo nazionale di lavoro? E quello aziendale? Quanti poi seguono un’informazione corretta? Scrivo “corretta” intendendo quella non urlata e non solo partigiana dei talk show, anche se sono quasi tutti pronti ad esprimere opinioni e pareri su qualunque argomento, soprattutto sui social. Di conseguenza, è la pancia (intesa come l’insieme delle emozioni) più che la ragione a orientare le scelte, in particolare quelle di chi va a votare. In questo marasma vive e vegeta il populismo con le persone oneste e competenti sempre più restie a cimentarsi nell’agone politico. Cadute le ideologie (per modo di dire e a seconda delle convenienze) i partiti, e ancor di più le coalizioni, ormai possono essere assimilati alle squadre di calcio: si tifa ciecamente per fede e per i valori astratti più o meno confusi, e che oggi molto spesso collidono tra loro (ad esempio, è possibile essere europeisti e contemporaneamente sovranisti? Non voler cedere sovranità è conciliabile con l’europeismo che si vorrebbe creare?). Inoltre, la ragione della disaffezione alla gestione della cosa pubblica ha una duplice motivazione: la prima è che una persona onesta difficilmente scende a compromessi o si lascia tirare per la giacchetta concedendo favori che vanno a configurare una mala gestione, l’altra è che la persona suddetta non sarà mai votata da cittadini che aspirano perennemente a ottenere favori e che pertanto orientano il loro voto verso i candidati più malleabili, per non dire corruttibili. E così a rappresentare i cittadini, come accade ormai da qualche tempo in tutto il territorio nazionale, non saranno le persone più serie e competenti ma gente sempre più mediocre che condannerà all’immobilismo (nel migliore dei casi) la vita dei territori. Vedremo così moltiplicarsi annunci roboanti con risultati simili a quelli delle montagne che partoriscono i classici topolini. Oggi al posto dei fatti si preferiscono le sensazioni. Avete visto Montesilvano cambiare negli ultimi vent’anni? Ogni anno che passa qualche colata di cemento in più e per il resto un piano regolatore osceno e mai cambiato, e che addirittura sembra debba essere replicato. Con le periferie sempre più abbandonate al degrado e con qualche senso unico appena accennato nelle solite zone privilegiate, ma con il piano strade sempre latitante. Ovviamente nulla di futuribile: ad es., trattando il tema dell’acqua, è in embrione un progetto di riutilizzo delle acque di depurazione? Oppure si è in animo di provvedere alla creazione di piccoli nuovi invasi per la raccolta delle acque piovane? Niente di tutto questo si intravede, al contempo si registra tanta enfasi comunicativa. Di nuovo, in verità, ci sarebbe la costruzione ex novo (una buona notizia, ma una goccia nell’oceano nell’ambito del PNRR) della scuola media “Troiano Delfico” una scuola diretta molto bene e che funziona egregiamente. Però mi domando come mai si prevede per un istituto comprensivo un auditorium che sarebbe più idoneo in un istituto superiore (visto che in queste scuole al contrario dei comprensivi sono previste le assemblee studentesche)? E mi domando ancora quale peccato originale devono scontare gli studenti del locale Liceo Scientifico, accontentati dall’elemosina di una palestra posticcia e arrangiata e privati dall’auditorium (…oltre al completamento della sede) a suo tempo progettato e approvato, e che oggi viene accantonato dall’incuria soporifera e ruffiana degli stessi genitori degli alunni oltre che dal disinteresse del resto dei cittadini di Montesilvano.
La mancanza di visione è comunque il denominatore comune che si evidenzia in tutta la politica italiana, sia nazionale che locale, e ne rappresenta il vulnus più grave.
Le soluzioni immediate della politica nazionale sembrano essere due: la prima è l’ennesimo tentativo di umiliare il sud con il rispolvero dell’autonomia regionale differenziata; (a tal proposito, il solo governatore De Luca ha denunciato il reiterato tentativo di privare il sud delle risorse utili a recuperare il gap infrastrutturale con il nord, favorendo ancora una volta quest’ultimo). Suggerirei alla ministra Gelmini che, quale relatrice del disegno di legge ripropone la solita spesa storica, di andare a ripassarsi il famoso paradosso di Zenone (quello di Achille…) e di leggere accuratamente l’indice di Gini (un indicatore che misura le discrepanze nella distribuzione del reddito). L’altra soluzione sulla quale con l’accordo di tutti i partiti di maggioranza sta lavorando il governo è il taglio del cuneo fiscale, chiesto a gran voce da Confindustria a vantaggio delle imprese e dai sindacati a favore dei lavoratori; ma il problema, non da poco, è rappresentato dalla difficoltà di reperire le necessarie coperture finanziarie. Come al solito, saranno le giovani generazioni a farsi ancora carico dell’ulteriore debito (pardon, scostamento di bilancio)? Le prospettive non sono rosee; e mentre registriamo l’ennesima richiesta populista da parte di Salvini di rottamazione di bollette, dovremmo cominciare a riflettere sul dopo Draghi. Le coalizioni innanzitutto sono poco omogenee, cementate solo da accordi di potere a livello nazionale (quasi sempre contro…), ma in politica estera e soprattutto in Europa hanno visioni discordanti. Quando capiremo noi italiani che una politica seria (lealmente rispettosa delle alleanze e degli accordi) non può prescindere da una sana politica estera di cui quella europea e quella nazionale, con le ultime due necessariamente sempre più integrate, ne costituiscono il necessario corollario? Ma un’analisi più dettagliata degli schieramenti canonici destra e sinistra ci dice chiaramente che tali requisiti non esistono né da una parte né dall’altra. Si parla di terzo polo al centro (con un ipotetico partito di Draghi senza Draghi) con l’incognita vagante Di Maio. Difficilmente lui e i suoi fuoriusciti del M5S potranno accasarsi con Renzi e Calenda (è inviso a entrambi i galli dello stesso pollaio) e di conseguenza la compagine a lui più consona, solo per antagonismi storici da evitare, sarebbe quella della Meloni.
In genere, i programmi elettorali si rivelano o una presa in giro per gli elettori in quanto spesso evaporano per i motivi più svariati oppure, se realizzati e specie se proposti da incapaci (i governi populisti lo hanno ampiamente dimostrato), più un nocumento che una risorsa per il paese. In entrambi i casi, comunque, i cittadini si dimenticano facilmente di tutto durante le nuove tornate elettorali. Adesso, ad esempio, non è più tempo di programmi, perché l’agenda governativa è già impegnata fino al 2026 con le riforme richieste dal PNRR. Quindi prepariamoci ad assistere solo a estenuanti sventolii di bandierine, più identitarie che ideologiche, piuttosto che sentire proposte concrete e lungimiranti. Già adesso sia la sinistra che la destra sono impegnate a bagatellare animosamente su temi la cui importanza in questo momento di crisi molto seria è solo risibile.