Impegno costante per migliorare

       di Mauro De Flaviis

Siamo prossimi alla fine di un anno difficile ed è il momento di iniziare a fare i bilanci. Per me è stato un anno davvero complesso per le contemporanee ed importanti necessità di impegno negli ambiti lavorativo, familiare e correlate alle passioni come quella del Grande Sorpasso.

L’ambito lavorativo è stato e continua ad essere largamente impattato dalla guerra commerciale innescata, a mio personale avviso, dalla Cina che sta portando al collasso il modello commerciale in essere prima del marzo 2020. La mia lettura è la seguente: la Cina ha deciso alcuni decenni fa di rendersi indipendente nella catena del valore e a conferma di ciò ha trovato, ad esempio, il modo di acquisire il controllo della maggior parte delle miniere africane e in altre zone del mondo, ha inondato il mercato di materiali a basso costo facendo dumping per ottenere la ridotta capacità della concorrenza sopraffatta con i bassi costi, e infine, raggiunta l’indipendenza interna, quando il commercio internazionale è andato in difficoltà per via della riduzione dei volumi marittimi e dei fermi di produzione per i focolai di infezione, ha dapprima ridotto la disponibilità dei materiali prodotti in Cina sui mercati per la parte finale del 2020 e fino all’autunno di quest’anno, mentre ora è ritornata a fornire materiali a prezzi abbondantemente superiori a quelli antecedenti il marzo 2020. Tutti sappiamo che alcuni materiali, come le schede elettroniche che hanno messo in seria difficoltà tutte le industrie che producono autoveicoli, sono introvabili sui mercati e che queste provengono prevalentemente da impianti produttivi asiatici. Vero è che i volumi richiesti sono cresciuti e che la capacità produttiva potrebbe essere satura, ma non è credibile pensare che non ci sia una guerra commerciale dietro quello che è accaduto negli ultimi due anni. Garantire nel corso del 2021 condizioni tali da permettere la continuità produttiva dei siti italiani, brasiliani, norvegesi e indiani e contemporaneamente gestire la logistica primaria, da e per i siti produttivi e per le controllate commerciali in giro per il mondo, garantendo loro disponibilità di prodotto che soddisfacesse le necessità, nonché pianificare le attività garantendo una risposta di qualità ai clienti, è stata una impresa raggiunta solo grazie al lavoro in team di un gruppo di lavoro multiculturale, costituito da decine di colleghi, che ho avuto l’onore e il piacere di coordinare. Tale attività ha assorbito una enorme quantità di energie mentali mettendo seriamente in difficoltà le nostre capacità di reazione e adattamento alle esigenze sempre mutanti. Nonostante le infinite difficoltà affrontate nell’anno corrente siamo riusciti a raggiungere e superare i target, ma ora affrontiamo con progressiva ansia l’anno che arriva per il quale non riusciamo ad avere garanzia di fornitura dei materiali di cui necessiteremo. Purtroppo il commercio internazionale è nel pieno di una guerra senza precedenti e dovrà in qualche modo trovare un nuovo equilibrio che porterà inevitabili ferite al nostro sistema paese, alla Comunità Europea e al mondo occidentale. In generale ritengo che la Comunità Europea dovrà rapidamente fare marcia indietro rispetto a regolamenti interni pesantemente restrittivi per interi settori merceologici, come quello della chimica che ha subito il reach e i limiti alle emissioni ambientali, tanto da portarli a chiudere le attività in Europa e accettare di importare i materiali da fuori la Comunità. Ciò è avvenuto da parte della Commissione senza valutarne l’impatto che ora si disvela a pieno. Ciò è a mio avviso insensato nei confronti dei nostri interessi e dell’ambiente. È un po’ come pensare di risolvere l’impatto ambientale degli spostamenti elettrificando gli autoveicoli. Scusate ma l‘energia che dovrà essere utilizzata da questi autoveicoli non deve essere prodotta bruciando combustibili fossili altrove e non nell’auto? Siamo autonomi nella produzione energetica, considerando anche i fabbisogni degli autoveicoli, senza utilizzare le fonti fossili? Purtroppo no!

In famiglia i figli adolescenti hanno richiesto sempre più attenzione e di certo non mi sono potuto esimere ed anzi il seguirli mi ha fatto abbracciare il mestiere del capo scout, mestiere che sta richiedendo un impegno temporale importante. Ho scoperto un mondo a me ignoto con grande soddisfazione personale perché ho conosciuto tanti uomini e donne dediti ad una attività gratuita nella tensione di educare le nuove generazioni al rispetto del mondo che le ospita. Esattamente come nel caso del lavoro sono riuscito a gestire questi impegni spero con un risultato soddisfacente grazie alla pazienza di chi mi accompagna e mi ha accompagnato in questo percorso. Io sono in grado solo di offrire la mia disponibilità ed il mio tempo tentando di assecondare le necessità di chi mi circonda.

Per quanto riguarda gli hobby il ravvivare, attraverso la nascita della associazione Prospettiva Futura del terzo settore, il gruppo di lavoro che ha fatto nascere, ed ora continua a far vivere il Grande Sorpasso, è stato l’impegno più importante del corrente anno. Raccogliere i contributi dei collaboratori, selezionarli e portarli alle successive fasi di correzione, impaginazione, stampa e distribuzione è l’attività routinaria che insieme agli amici della redazione svolgo da ormai sette anni ed è possibile solo grazie alla pazienza e comprensione degli amici che ci accompagnano in questa avventura. Inutile ringraziare per la infinita pazienza necessaria a sopportare le mie bizze, forse derivanti da giornate cariche di impegni come sopra descritte, chi ha immaginato per primo questo progetto e ha da sempre creduto nella sua funzione di innalzamento culturale della comunità. Solo grazie alla sua infinita pazienza siamo ancora in grado di offrirvi questo spazio di libertà.

Cosa accomuna questi tre ambiti? Il mio impegno costante a fare in modo che le attività procedano nel modo più efficace possibile. Spero sempre ciò non provochi malumori in chi mi circonda, ma mi preme affermare che il mio spirito è coincidente con uno dei messaggi del fondatore degli scout Baden Powell: “Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato”.

Sempre nell’ottica di migliorare le condizioni dei cittadini montesilvanesi, arriva la sentenza del Consiglio di Stato pubblicata il 22.11.2021 a fronte del ricorso n° 4434 del 2021 del comitato di abitanti di via Liguria, composto da Leonardo Santoro, Claudia Palombo, Anna Ballarini, Raffaella Pennese, Vincenzo Ronca, Dilva Ronca, Mariannina Cimini, Rina Ranalli e Giuseppina Di Giusto, avverso il pronunciamento del TAR n. 225/2021, nei confronti del Comune di Montesilvano e della Ribes Immobiliare Srl.

Ho sempre mostrato vicinanza a chi tenta di far comprendere agli amministratori l’errore commesso nell’accettare le richieste dei costruttori di edificare volumi fantasma, in quanto non computati per gli oneri di urbanizzazione ed eccedenti quelli ammissibili, ma poi sempre e costantemente abitati, anche attraverso ricorsi su casi specifici, come quello di via Liguria, di cui vi abbiamo ampiamente informati, ritenendolo una evidente violazione al bene collettivo. A mio avviso la parte lesa è il costruttore che ha ottenuto, da parte degli uffici comunali, il permesso a costruire ritenuto illegittimo dal Consiglio di Stato.

Riporto di seguito uno stralcio della sentenza: “È evidente che il non considerare come volume edificato il sottotetto (come quello in esame) che, per caratteristiche urbanistico-edilizie si presenta (funzionalmente e strutturalmente) idoneo ai fini abitativi, rappresenta una sostanziale elusione dei principi urbanistico-edilizi in tema di volume edilizio. Il Collegio ritiene, in definitiva, che la volumetria in concreto progettata costituisca, per dimensione nonché caratteristiche d’uso anche solo potenziali, volume commerciale e non volume tecnico, e che, quindi, debba essere considerata per intero nel calcolo del valore delle opere. Si tratta, infatti, di locali la cui ampiezza e consistenza corrisponde, in realtà, a una maggior comodità ovvero amenità, ma non certo ad esigenze impiantistiche. I primi due motivi di gravame – con i quali gli appellanti hanno contestato il permesso di costruire nella parte in cui ha escluso il sottotetto dal calcolo del volume edificato – sono, dunque, fondati. Per l’effetto, deve essere accolto il ricorso di primo grado con conseguente annullamento del permesso di costruire A20-01 del 7 gennaio 2020 nella parte in cui ha escluso dal calcolo del volume edilizio il sottotetto progettato. Ne consegue che, nel rideterminare la misura del volume edificato assentibile, dovrà essere considerato in senso riduttivo quello espresso dal sottotetto.”

Non sono uso ribattere agli sfottò, ma chi a suo tempo, a valle della sentenza del TAR, ora definitivamente ribaltata dalla sentenza del Consiglio di Stato, mi inviò la relativa notifica sappia che ride bene chi ride per ultimo.

Purtroppo confesso essere un riso amarissimo perché il Comune di Montesilvano, di cui sono azionista per 4/53.000 circa, considerando tutto il mio nucleo familiare azionista, è stato condannato dal Consiglio di Stato a pagare le spese del giudizio ed è stato riconosciuto colpevole di aver concesso un permesso a costruire avallando un modus operandi, in uso da decenni, del non considerare volume edificatorio il sottotetto che poi diventa puntualmente abitabile. Inoltre, il riso è amarissimo perché questo è l’unico caso tra le migliaia verificatisi, nel quale un gruppo determinato di cittadini ha voluto credere fino in fondo alla giustizia, che non ha voluto comprendere nei gradi precedenti quanto invece era evidente ed è stato disvelato dal Consiglio di Stato.

Ripeto, questo permesso a costruire è stato rilasciato dalla Amministrazione Comunale il 07 gennaio 2020 e chi lo ha avallato e firmato ha continuato fino ad oggi ad avallare e firmare progetti simili ed era in procinto di continuare se non fosse arrivata la sentenza. Giuseppe Di Giampietro ha stimato in 2.000 gli abitanti del PP1 eccedenti i volumi assentibili ottenuti con meccanismi simili. Se buona parte dei sottotetti abitabili di Montesilvano ha goduto di questo meccanismo, in auge da quando il Piano Regolatore vigente, dei primi anni 90, permette tale pratica, quanti sono i volumi costruiti senza pagare gli oneri di urbanizzazione relativi? Quanto la città ha pagato in termini di mancati standard edilizi: piazze, marciapiedi, parcheggi, parchi? Quanto dovremo attendere per la revisione del Piano Regolatore per tendere ad una città che innalzi il livello degli standard urbanistici eliminando pratiche ad uso e consumo dei costruttori e nello stesso tempo concorrenti a deprimere la qualità della vita degli abitanti la Città?

Nel frattempo, il precedente assessore all’urbanistica che, appena insediato oltre due anni fa, aveva promesso una revisione del PRG in questa direzione, si è dimesso insieme ad altri due assessori, nel quadro del solito balletto delle poltrone per far partecipare altri tre assessori al gioco della spartizione di queste ultime.

Sono consapevole che lo strato politico degli ultimi 25 anni non ha avuto sufficiente cura affinché gli interessi di tutta la comunità, e non solo dei costruttori, fosse tenuta in debita considerazione, ma quello che più mi rattrista è che lo strato amministrativo non è stato mai in grado di far comprendere alla componente politica, che questa modalità non era rispettosa delle norme e degli interessi generali.

Ciò è una evidente sconfitta del sistema politico e amministrativo che continuano, invece, ad essere ostaggio degli interessi dei costruttori e dei sacerdoti che hanno costruito quell’infausto PRG e che ne continuano ad estrarre il massimo profitto a discapito degli interessi generali della comunità.

Come se ne esce da questo tunnel? Perché Montesilvano è ricca di strade strette e speso senza marciapiedi, perché le case sono spesso addossate le une alle altre con spazi risibili, perché non sono presenti alberature diffuse come invece accade ad esempio a Pescara?

Per l’intreccio inestricabile di interessi sopra descritto. Purtroppo non vedo nessuna altra opportunità se non accelerare il processo di fusione nella Nuova Pescara nella speranza che i sacerdoti del mattone possano essere estromessi dallo scrivere e applicare regole non rispettose per i luoghi e la comunità.

Poiché mi sono dilungato eccessivamente vi esorto a scovare autonomamente i molti contributi interessanti presenti su questo numero.

Purtroppo poco prima di terminare questo editoriale sono venuto a conoscenza di una tragedia immane per la nostra comunità che ha lasciato me e tutti i miei conoscenti impietriti dal dolore. Accadimenti come questi non possono essere metabolizzati e segneranno per sempre le vite di chi li subisce. Stringiamoci come comunità a chi ha subito questa perdita e lavoriamo con impegno tutti insieme per migliorare la comunità di cui facciamo parte.

A voi tutti auguro di trascorrere un Natale e un periodo festivo come lo desiderate.

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