Immigrazione, perché?

 

di Mauro De Flaviis

Carissimi lettori, sono a presentarvi il numero di luglio in attesa delle meritate feriae Augŭsti. Da Treccani la definizione di ferragósto recita: Festività popolare, che in origine era celebrata il 1° d’agosto, e fu trasportata poi dalla Chiesa cattolica al giorno 15 del mese, in coincidenza con la festa religiosa dell’Assunzione: è il giorno tipico delle ferie, cioè della breve sospensione del lavoro nel pieno dell’estate, che si estende in genere anche ai giorni contigui. In onore delle ferie d’agosto il Sorpasso salterà l’uscita di agosto e tornerà in distribuzione tra metà e fine settembre.

Abbiamo voluto dedicare il tema del mese all’Africa e alla pressione migratoria verso l’Europa e in particolare l’Italia, divenuto tema centrale del dibattito pubblico. Per ragionare sul tema abbiamo raccolto le sensazioni raccolte a Silvi durante il comizio del vicepremier Salvini oltre a proporvi un’intervista ad un mediatore culturale senegalese, la vivida esperienza personale a Lagos raccolta in alcuni recenti viaggi lavorativi e un tentativo di evidenziare come i timori sul versante sicurezza, siano non corrispondenti ai dati Istat relativi alle denunce raccolte dall’autorità giudiziaria.

Salvini è un comunicatore di livello e ha compreso quali sono i temi che colpiscono alla pancia una aliquota importante dell’opinione pubblica e a Silvi, nel corso del suo comizio, ha ancora una volta ottenuto un consenso smisurato alludendo ad una chiusura totale all’immigrazione clandestina. Ha dichiarato di voler traslare risorse dall’aiuto agli immigrati, in attesa di definizione di status, agli italiani indigenti, ben sapendo le risorse destinate agli immigrati in attesa di status provengono dalla UE per tale scopo e non sono dirottabili per altri fini. Gli altri contributi che vi proponiamo raccontano di popoli che vivono condizioni di difficoltà estrema, situazione che spinge i più coraggiosi a tentare sorte migliore in Europa. La sensazione è che la spinta all’emigrazione è talmente forte che gli immigrati, quantunque ci impegneremo ad erigere barricate, troveranno il varco nel sistema di difesa delle frontiere.

Vero è che i delitti denunciati alle autorità giudiziarie sono in netto calo dal 2010 al 2016, dati disponibili sul sito ISTAT, ma è anche vero che la sensazione di insicurezza e impotenza nei confronti di chi, tra gli immigrati, ci chiede un aiuto per strada non è fotografato da tali dati e forse si assiste ad una riduzione della propensione a denunciare i reati per assuefazione agli stessi. Chi si rifugia nella dimostrazione numerica della riduzione dei reati, trascura la percezione di insicurezza che si vive giornalmente non necessariamente oggetto di denunce.

Sinceramente sono in forte difficoltà a cavalcare l’ondata di avversione agli immigrati essendo figlio di immigrati per lavoro in Svizzera. Non dimentico che molti dei nostri genitori furono costretti all’emigrazione perché in Italia non era possibile lavorare e vivere dignitosamente e oggi purtroppo la cosa si sta ripetendo con molti giovani italiani che, formati nelle nostre università, sono costretti ad emigrare nei paesi europei alla ricerca di occupazione. Come posso assecondare l’istinto, oggi apparentemente dominante, di chiusura agli immigrati se io stesso sono figlio di immigrati? NON POSSO! Parimenti non posso accettare che l’Italia sia invasa dagli immigrati perché non siamo capaci di fare filtro. È oggettivo che alcune mansioni, come quelle nei campi, nell’edilizia e in fabbrica non raccolgono sufficienti italiani disponibili e di conseguenza possiamo sicuramente impiegare in tali settori gli immigrati, magari esattamente come facevano 50-60 anni fa i paesi dove sono emigrati molti nostri avi. Posso pretendere la nostra macchina amministrativa sia in grado di classificare rapidamente le richieste di asilo, dove per rapidamente intendo 2-3 mesi e non 2-3 anni. Posso pretendere sia possibile far fluire in Italia il numero di immigrati di cui le nostre aziende abbisognano.

Ciò vorremmo sentir professare da chi ci governa e non viceversa l’instillare continuo di sentimenti di divisione e odio. Come è possibile 50-60 anni fa i paesi dove i nostri padri sono emigrati riuscivano a regolare il flusso di immigrati e oggi, con l’ausilio della informatizzazione, non siamo in grado neppure di copiare ciò che era la normalità tanti anni fa?

Un tema su cui vi continuo a chiedere insistentemente di riflettere è la incapacità della comunità a preservare la qualità della vita nel tessuto urbano delle traverse a mare, dove continuano ad ergersi palazzi da sette otto piani al posto di case a due tre piani, nel medesimo reticolo viario, già insufficiente per il costruito precedente. Abbiamo provato negli ultimi anni a sensibilizzare gli amministratori su questo tema e praticamente tutti si sono dichiarati favorevoli alla revisione delle norme urbanistiche attuali, ma alla prova dei fatti nessuna variazione significativa è stata apportata e il processo di sostituzione continua come se nulla fosse. Nessuno immagina di vietare la densificazione urbanistica, ma essa dovrebbe essere realizzata a livello di comparto adeguandolo totalmente, prevedendo in loco gli standard pubblici, e non modificando una unità alla volta generando delle situazioni paradossali. La responsabilità di quanto accade non è solo attribuibile agli amministratori, ma anche e soprattutto ai proprietari delle case a due tre piani disposti a sostituirle con edifici di dimensioni fino a 4 volte superiori, senza tener conto del contesto. Oltre ai proprietari la responsabilità è dei tecnici che fanno di tutto per rendere possibile ciò che altrove è inimmaginabile. A Montesilvano anche l’impossibile è possibile. Per controllare cosa accade in modo consapevole vi rimando al pezzo dell’architetto Di Giampietro che indica quali sono i fini dell’accesso agli atti con lo strumento dell’accesso civico generalizzato.

Vi segnaliamo che il 14 luglio è andata in scena la quarta edizione della cena in bianco al parco le vele con un tripudio di energia e disponibilità da parte dei partecipanti. Vi rimando alla lettura dell’evento in foliazione interna.

Il 20 e 21 luglio presso il Pala Dean Martin si è svolta la Bainbridge Cup, l’equivalente della Coppa del Mondo di Pickleball. Nei due giorni precedenti si è svolto l’Italian Open della stessa specialità. Montesilvano è rimbalzata sui media di tutti il mondo, anche se il Pickleball è una specialità giovanissima e semisconosciuta. Ospitare questa tipologia di eventi è una strada da percorrere con costanza.

Aggiungo che il 24 luglio in una location privata si è svolta Montesilvano d’autore con la direzione artistica di Paolo Talanca. Hanno cantato i cantautori Paolo Fiorucci e Adriano Tarullo, accompagnati dal chitarrista Domenico Gialloreto e nel corso del concerto Graziano Fabrizi ha immortalato su tela i colori di una canzone, la prima della serata Testadura..

Vi segnaliamo ad agosto e settembre sono state organizzate delle camminate di gruppo a sera e mattina. Vi rimando ai dettagli in foliazione interna per contattare gli organizzatori. Partecipate numerosi!

Per le ultime quattro segnalazioni possiamo affermare: questa è la Montesilvano che ci piace!!

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