Caravaggio (1571- 1610)
Pochi artisti hanno suscitato tanto interesse e hanno rivoluzionato così profondamente la storia dell’arte come Caravaggio. La sua vita travagliata e turbolenta, segnata da un delitto e una fuga disperata ha contribuito a creare il mito di questo genio della pittura.
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (paese natio dei suoi genitori), nacque a Milano il 29 settembre 1571. Nel 1577 la famiglia lasciò Milano per sfuggire alla peste ma poco dopo il padre contrasse la malattia e morì. A soli tredici anni il giovane Merisi fu mandato a lavorare a Milano presso il laboratorio di Simone Peterzano, pittore del manierismo lombardo che si professava allievo di Tiziano. L’apprendistato del giovane si protrasse per quattro anni. Il 29 novembre 1591 la madre morì e il giovane Merisi lasciò definitivamente la Lombardia e si trasferì a Roma. I primi anni furono difficili per lui che si guadagnava da vivere dipingendo essenzialmente ritratti, canestri di frutta e immagini sacre senza grande successo, Però alcuni i suoi quadri, in particolare “La Buona Ventura“ e “I Bari“, attirarono l’attenzione del Cardinale Francesco Maria del Monte che lo ospitò nella sua residenza (Palazzo Madama) e lo prese sotto la sua protezione e gli procurò la commissione di due grandi tele da collocare all’interno della cappella Contarelli riguardanti la vita di san Matteo: la Vocazione e il Martirio. Questi due dipinti aprirono il successo per il giovane Caravaggio che conquistò anche l’amicizia di potenti famiglie romane, Barberini, Costa, Giustiniani, etc. Di lui così scrive Van Mander: “Ora Egli è un misto di grano e di pula; infatti non si consacra di continuo allo studio, ma quando ha lavorato un paio di settimane, se ne va a spasso per un mese o due con lo spadone al fianco e un servo di dietro e gira da un gioco di palla all’altro, molto incline a duellare e far baruffe”. Nonostante il successo Caravaggio però continuava a condurre una vita disordinata tra bettole, prostitute, giocatori d’azzardo e risse e il 28 maggio 1606 accadde che, durante una rissa al gioco della pallacorda, uccise Ranuccio Tomassoni rimanendone lui stesso ferito. Ricercato per l’assassinio dovette fuggire da Roma e riparò dapprima a Paliano nei feudi Colonna e poi a Napoli dove rimase fino all’estate 1607. Per sfuggire alla pena capitale iniziò un lungo peregrinare tra Malta e la Sicilia e in ognuno di questi soggiorni lasciò l’impronta della sua arte dipingendo molte delle sue opere più significative.” Decollazione del Battista” a Malta, “Il seppellimento di santa Lucia” a Siracusa, “Resurrezione di Lazzaro” a Messina. Il 24 ottobre 1609 a Napoli venne aggredito e ferito gravemente all’osteria del Cerriglio. Alla fine di giugno 1610 abbandonò Napoli e il 18 luglio 1610 viene documentata la sua a morte sulla spiaggia di Porto Ercole.
O P E R E
– 1) la Buona Ventura (1593). Una scena di vita quotidiana: una graziosa zingarella con il pretesto di leggere la mano ad un ingenuo giovane di buona famiglia gli sfila abilmente un anello dal dito. Il sorriso con cui attrae l’attenzione del ragazzotto è un gioiello di sottigliezza psicologica.
– 2) Bacco (1597-1598). Sempre appartenente a questo Primo periodo nella serie giovanile delle mezze figure dipinte “in chiaro“ l’autore ostenta una magistrale resa naturalistica del mondo vegetale. La rappresentazione del cesto di frutta e della coppa di vino offerto dal Dio è visto come un invito “oraziano“ alla vita frugale, alla convivialità e all’amicizia. La scultorea figura di Bacco dall’espressione stordita dal vino appare intrisa di una sensualità languida.
– 3) Scudo di Medusa (1598). Medea mostruosa, con le serpi al posto dei capelli, è in grado di pietrificare chiunque la guardi, Perseo per poterla uccidere deve utilizzare lo scudo bronzeo di Atena come specchio
– 4 ) Conversione di San Paolo (1601). Saulo, folgorato dalla luce divina, cade dal cavallo irrequieto per l’evento soprannaturale. Nella angusta stalla le figure, ritratte a grandezza naturale, occupano l’intero spazio e la gran massa del cavallo diventa il centro dell’immagine.
– 5) Giuditta e Oloferne (1607). Giuditta è l’eroina che salva il suo popolo dall’assedio dell’esercito assiro uccidendo con le proprie mani il generale Oloferne. Caravaggio rappresenta la scena con estrema e cruenta spettacolarità: la scimitarra è in pieno affondo, la bocca di Oloferne è spalancata in un grido disperato mentre il fiotto di sangue non ha ancora esaurito il suo getto…La fonte di luce investe per intero l’esile figura di Giuditta nello sforzo di compiere l’orrido gesto. In questa opera Caravaggio inaugura la fase dei forti contrasti tra luce e ombra e compaiono due elementi fortemente caratterizzanti della sua arte: il drappo Rosso e il tema della testa mozzata, macabro leit motiv della sua produzione matura.
– 6) Decollazione del Battista (1608). Malta La Valletta. La tela più grande dipinta e … firmata da Caravaggio. In quest’opera Caravaggio tocca la più alta drammaticità e sacralità della sua pittura. In uno spazio grande e anonimo san Giovanni viene ucciso barbaramente da un boia triste e malinconico.
S T I L E P I T T O R I C O
Caravaggio fu un innovatore sotto molteplici aspetti. Innanzi tutto lui ha introdotto nella pittura lo studio dal vero e cioè il Naturalismo. Fino al suo avvento lo stile della maggior parte degli artisti era estremamente legato ad un tipo di cultura accademica basato prevalentemente sullo studio dell’arte classica a cui peraltro si erano ispirati i grandi protagonisti del periodo d’oro del Rinascimento Italiano: Michelangelo, Raffaello, Tiziano e Leonardo. Van Mander (1603) scrive : “Secondo Caravaggio tutte le cose che non sono dipinte dal vero sono bagatelle, fanciullaggine o baggianate”. Il Naturalismo di Caravaggio si esprime in scene derivate dalla realtà, su soggetti, spesso di umili origini, colti nelle loro attività di vita quotidiana. Inoltre sono pochi i quadri in cui il pittore dipinge lo sfondo che passa in secondo piano rispetto ai soggetti che sono i veri e soli protagonisti della sua opera. Ma la grande novità dello stile di Caravaggio risiede sull’impiego sapiente della luce. Per la realizzazione dei suoi dipinti, l’artista nel suo studio posizionava le lanterne in posti specifici per far sì che i modelli venissero illuminati solo in parte lasciando il resto del corpo nel buio dell’ambiente. I contrasti di luce e ombra, con le diverse gradazioni di colore, plasmavano gesti, movimenti, atteggiamenti dei suoi modelli.
Nella sua evoluzione stilistica, le tinte chiare delle sue opere giovanili (Canestro di frutta, Bacco …) lasciano presto il posto nelle opere più mature ai forti contrasti di ombre e di luce.
L‘impatto dell’arte di Caravaggio sugli artisti del suo tempo fu notevole, anche se in seguito alle critiche dei classisti per un lungo periodo la sua figura fu tenuta in ombra… Tornò alla ribalta però nel 1951 con una esposizione organizzata da Roberto Longhi.
Si può affermare che la straordinaria novità dell’opera di Caravaggio risiede in due fattori di modernità assoluta: la resa della realtà in ogni forma anche brutale e l’impiego violento della luce, come metafora della grazia divina. La luce del pittore squarcia le tenebre e arriva improvvisa agli uomini. Vittorio Sgarbi così commenta: “Perché Caravaggio è così grande? Perché si stenta a credere che le sue idee siano state concepite quattro secoli fa. Tutto, nei suoi dipinti, dalla luce al taglio della composizione, fa pensare a un’arte che riconosciamo, a un calco di sensibilità ed esperienze che non sono quelle del Seicento ma quelle di ogni secolo in cui sia stato presente e centrale l’uomo. Davanti a un quadro di Caravaggio è come se fossimo aggrediti dalla realtà, è come se la realtà ci venisse incontro e lui la riproducesse in maniera totalmente mimetica. Stabilendo per ciò stesso un formidabile anticipo, perché si può dire, in senso oggettivo, che Caravaggio sia l’inventore della fotografia”.
Rissoso, passionale, spendaccione, frequentatore di bordelli, famoso e ricercatissimo artista morì a soli 39 anni abbandonato su una spiaggia maremmana non sappiamo se per saturnismo (contatto continuo con tinture velenose per presenza di metalli pesanti), per sifilide o altro morbo.
C A R T A N A T A L E
Caravaggio nato il 29 Settembre 1571
Siamo di fronte ad una Carta Natale dominata da aspetti negativi di opposizione e di quadratura che rispecchiano in pieno il carattere, il temperamento e le esperienze drammatiche della vita di Caravaggio. La Luna, che rappresenta la vita affettiva e la sensibilità, e Venere, l’astro dell’armonia e della sessualità, subiscono l’attacco diretto dei pianeti più violenti in assoluto: Marte e Plutone. La Luna opposta Marte determina: aggressività, violenza, mancanza di controllo e vulnerabilità agli incidenti, Venere opposta a Plutone spinge il Nativo verso passioni nascoste, esagerazioni di ogni genere, perversioni. ** La violenza, filo conduttore della vita e delle opere di Caravaggio è astrologicamente pienamente rappresentata, ma dov’è il riscontro delle sue grandi capacità artistiche? La presenza delle forti opposizioni planetarie, tanto negative per il Nativo sul pano esistenziale, spesso sono generatrici di una grande creatività. Ne sono esempio tangibile Leonardo, Michelangelo, Van Gogh… Nella Carta Natale di Caravaggio però la Luna riceve anche un bellissimo aspetto di trigono (120°) con Saturno e Mercurio artefici del successo professionale e… artistico.