Via col vento

di Elio Fragassi (https://www.eliofragassi.it/)

Il 28 settembre del 2003 si era rinvigorita, in me, la speranza che il nostro aereo “Colonia Stella Maris” tornasse, finalmente, a volare dispiegando le ali nell’immensità delle culture visto il titolo della serata “un mondo, una salute, una cultura”.

In quella occasione, dopo le innumerevoli proposte politiche mai concretizzatesi, ero stato invogliato a stendere l’articolo dal titolo: “Fusse che fusse la vorta bbona”. (1)

Infatti la presenza degli organi dell’Università d’Annunzio nella serata della “Notte europea dei ricercatori”, presenti nello spazio della colonia a festeggiare l’evento con il quale si vuole far diventare la struttura, che già di per se è una chiara concretizzazione di valori culturali architettonici storicizzati, un nuovo polo di cultura aperto alle diverse espressioni ed esperienze del tempo mi ha fatto ben sperare su una nuova vita per la struttura.

Nel comunicato stampa della manifestazione si legge: “Quello di giovedì 28 sera sarà un momento molto importante per la d’Annunzio – annuncia il Rettore Liborio Stuppia – “e per tutto il territorio nel quale non vediamo e non vogliamo confini né campanilismi ma il luogo di una grande comunità culturale e sociale che si apre al mondo. Annuncerò quali sono i progetti che andremo ad attivare in quella sede ridando così vita allo Stella Maris che ha in sé anche un valore simbolico in questo momento. Oltre alla storica linea architettonica, che la caratterizza, il suo essere spazio aperto verso l’Adriatico contiene, quasi fisicamente, tutto il valore di questa grande apertura che la d’Annunzio vuole continuare a incarnare e promuovere”. (2) “Vogliamo trasmettere il messaggio che bisogna aprirsi a idee diverse” – continua il rettore – “il pensiero unico è riduttivo. La storia del secolo scorso è stata devastata da decine di milioni di morti a causa del pensiero unico. Dobbiamo arrivare all’idea che la moltitudine dei pensieri, la pluralità delle idee, sono la miglior forma di prevenzione da dittature e guerre”. (3)

Nel corso della presentazione vengono chiariti e precisati i progetti che verranno attivati: “… sarà una struttura dedicata al contatto col territorio e con la popolazione, ci sarà un museo del mare interattivo, museo del metaverso, un museo dell’intelligenza artificiale, una foresteria per ospitare ospiti stranieri che vengono alla d’Annunzio e poi faremo degli studi sulla sostenibilità. Il tutto però sarà molto aperto alla popolazione e sarà un luogo di eventi, quindi di concerti, di teatro, di caffè scientifici, di caffè letterari. Quindi il tempo di fare le doverose ristrutturazioni, ma non ci dovrebbe volere moltissimo e consegneremo a Montesilvano una struttura molto attiva e aperta alla popolazione”. (4)

Nel sentire di questi progetti immaginai la Stella Maris brulicante di persone, di idee, di pensieri, di incontri culturali come incubatoi del nostro futuro visto che si è parlato di metaverso e intelligenza artificiale.

Nel corso della presentazione il dott. arch. Giovanni Cucullo, fatto un breve excursus sulla storia del manufatto riferisce che: “… nel 2022 l’Università d’Annunzio punta ad estendere i suoi orizzonti e qui l’abbiamo voluto pensare proprio come luogo ricco di vocazioni, quindi il mare, troverete il metaverso e quello che sarà il rapporto con il mare, con l’ambiente proprio perché qui si svolgeranno anche lezioni, workshop e i dipartimenti sull’ecologia e l’ambiente e la sostenibilità e anche il futuro per le nuove generazioni”. (5)

Nel corso della presentazione veniva anche detto che: “… i lavori cominceranno tra poco, ci vorrà del tempo ma, io penso, per la fine del 2024 chiuderemo, salvo imprevisti”. (6)

Il sindaco di Montesilvano comunica che ciò è frutto di “… un accordo che ho stipulato tempo fa con l’università d’Annunzio e segna l’avvio dei lavori di riqualificazione della struttura che sarà destinata ad ospitare un polo universitario… Un momento che registra una svolta epocale per la nostra città, per la Provincia, per l’intera Regione e per la struttura a forma di aeroplano che finalmente potrà tornare a volare”. (7)

Oggi 30 aprile 2024 passando davanti alla struttura ho notato, se non erro, che tutto è rimasto come quella sera di sette mesi fa eccetto l’erba alta sul piazzale, l’assenza del grande manifesto sull’ala sinistra e l’arrotolamento del grande manifesto sull’ala destra ad opera del vento, che nei giorni scorsi è stato abbastanza forte. Per quanto detto ho motivo di credere che anche questa mia ultima speranza è destinata a morire perché la cultura, quale strumento di valutazione dell’evoluzione sociale di una collettività e dei suoi rappresentanti, si può distruggere o con fare violento (guerre e terrorismo) o con la più indolore, ma crudele, incuria e noncuranza lasciando che il tempo divori, inesorabilmente, i ricordi la storia ed i valori con essa sedimentatisi e trasmessi alle generazioni che si sono susseguite mentre con l’alternarsi delle stagioni, delle amministrazioni, delle promesse, e delle classi politiche si sgretolano sia i materiali che le speranze sul futuro perché, l’ignoranza, l’indifferenza e il disprezzo delle ricchezze culturali e dei valori delle pagine del passato, sono più malvagie della cattiveria.

Chi non vuole essere consapevole della storia passata non potrà aggiungere alcunché per pagine nuove che resteranno assolutamente bianche.

Nel frattempo, anno dopo anno, con promesse su promesse e progetti su progetti mai portati a compimento, si sperpera il denaro della collettività mentre . . . la “Stella” sta a guardare e “l’aereo” non riesce a decollare e riprendere il volo per armonizzare le diverse culture.

Spes ultima dea est.

Domani è un altro giorno . . . si vedrà.

1(1) – https://ilsorpassomts.com/2024/01/19/fusse-che-fusse-la-vorta-bbona/

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