Giulio Cesare
Grande condottiero, leader politico, scrittore… un personaggio unico, straordinario che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’umanità.
Esistono varie biografie di Giulio Cesare. Plutarco così lo descrive: “Giulio Cesare era alto, di costituzione fisica asciutta, di carnagione bianca e delicata, soffriva di frequenti mal di tesa e andava soggetto ad attacchi di epilessia. Eppure, non sfruttò la propria debolezza per essere trattato con riguardo, al contrario durante il servizio militare, si sottopose ad ogni genere di disagi compiendo lunghe marce, consumando pasti frugali e dormendo costantemente all’aperto”. Questa descrizione è quanto mai esplicativa e la dice lunga sul carattere dell’uomo…
FAMIGLIA
Caio Giulio Cesare, nato il 12 luglio 101 a.C. nel quartiere popolare della Suburra, apparteneva alla gens Iulia, famiglia importante ma decaduta da tempo. Da ragazzo mostrò subito qualità eccezionali: aveva una memoria prodigiosa e parlava correntemente il greco. Secondo gli storici, Cesare era sicuramente un uomo di grande fascino e raffinata cultura; non perdeva mai il controllo e aveva il dono dell’ironia. Fu notevolmente influenzato dalla figura carismatica di suo zio materno, Caio Mario, grande condottiero che aveva sconfitto i nemici di Roma, i Cimbri e i Teutoni, e che era stato molto amato dal popolo.
Cesare, che si sentiva legato al partito di Mario, ai Popolari, entrò quindi in contrasto con Lucio Cornelio Silla sostenuto dal partito degli Ottimati formato dagli aristocratici e dai membri del Senato. Dopo la morte di Mario Silla iniziò a compilare le liste di proscrizione con i nomi dei nemici dello Stato e Cesare fu costretto a fuggire da Roma travestendosi da contadino. Benché catturato dagli inseguitori, Cesare col suo sangue freddo e la sua calma convinse il loro capo ad accettare il corrispettivo della taglia e a lasciarlo libero. La madre di Cesare, Aurelia, nel frattempo riuscì in qualche modo a rabbonire Silla che perdonò mal volentieri il figlio, ma Cesare, ansioso di dimostrare il proprio valore, ottenne un incarico militare e se ne andò in Asia. Partecipò alla presa di Mitilene, capitale di Lesbo, dove si mise subito in evidenza riuscendo a ottenere dal re di Bitinia Nicomede IV le navi promesse all’alleato romano.
Carriera politica
Nel 78 a.C., dopo la morte di Silla, Cesare rientrò a Roma e cominciò a dedicarsi alla carriera di avvocato e di politico attaccando gli Ottimati e divenendo un importante rappresentante dei Popolari. Si fece nominare Questore di Spagna. Recatosi a Cadice al tempio delle colonne di Ercole, davanti alla statua di Alessandro Magno pianse e ai compagni attoniti spiegò: “Alessandro alla mia età aveva già conquistato il mondo e io non ho ancora fatto niente di glorioso …”. Nell’ anno 62, approfittando di una lite tra i “sillani”, si fece eleggere Pontefice Massimo.
Ma all’epoca il vero erede di Silla era Pompeo che era tornato vittorioso dall’Oriente. Pompeo, Licinio Crasso e Cesare diedero luogo alla nascita del triumvirato. Cesare però intuì che il suo spazio politico era nella Gallia nordica, non ancora sottomessa al controllo di Roma, e si avviò così a un’altra impresa.
De Bello Gallico
Cesare descrisse magistralmente tutte le lotte contro le tribù della Gallia nel suo libro “ De bello Gallico“. Sconfitti gli Elvezi, dovette poi affrontare i terribili Germani guidati dal re Ariovisto, uomini di alta statura e di grande crudeltà. In occasione di una cruenta battaglia contro i Belgi, e con i soldati romani in fuga, Cesare diede dimostrazione del suo coraggio fisico: sceso da cavallo, afferrò lo scudo di un soldato che stava fuggendo, bloccò la ritirata delle sue truppe e le portò alla vittoria. I soldati romani pur essendo di piccola statura (approssimativamente sui 140 cm.) erano coraggiosi, ben organizzati e sotto la magistrale guida strategica del loro valoroso condottiero riuscirono a prendere il sopravvento sulle tribù barbariche. Cesare, non contento della conquista della Gallia, decise di attraversare la Manica e di attaccare duramente anche le tribù della Britannia che dovettero ritirarsi fino al Tamigi. Nel 52 a.C. le tribù della Gallia, esasperate dalla durezza dell’occupazione romana, si ribellarono e sotto la guida del loro capo Vercingetorige diedero del filo da torcere all’esercito romano. Ma alla fine, dopo un paio di anni, dovettero arrendersi. Vercingetorige fu imprigionato e Cesare lo portò in catene di villaggio in villaggio come ammonimento per i Galli riottosi.
Alea iacta est
Nel 53 a.C. con la morte di Licinio Crasso il triunvirato si sciolse. Nel 49 a.C. Cesare, reduce dalla gloriosa conquista della Gallia, decise di tornare a Roma con il suo esercito contro il parere negativo del Senato. In quella circostanza pronunciò la famosa frase, “Il dado è tratto”, e varcò il Rubicone. Questa era una chiara dichiarazione di guerra. Pompeo, che aveva il grosso delle truppe fuori da Roma, fuggì in Puglia e poi in Albania. Cesare intuì che non c’era tempo da perdere e si imbarcò immediatamente per l’Albania lasciando due delle sue legioni a Brindisi al comando di Marco Antonio. A Durazzo però, in chiara inferiorità numerica, subì una terribile sconfitta con la perdita di mille uomini.
Cesare riparò in Tessaglia e a Farsàlo , nonostante avesse un numero di soldati nettamente inferiore, con una serie di abili e geniali manovre strategiche disorientò la temibile cavalleria nemica e ottenne la vittoria. Pompeo, spaurito e sconvolto, pensò di andare in Egitto a chiedere aiuto al giovane Tolomeo XIII che, per tutta risposta, gli fece tagliare la testa. Quando un cortigiano di Tolomeo andò incontro a Cesare porgendogli la testa di Pompeo su un vassoio d’argento, Cesare inaspettatamente scoppiò in lacrime … . Gli ultimi seguaci di Pompeo furono poi sbaragliati a Tapso e Munda.
In Egitto Cesare iniziò una storia d’amore con la giovanissima Cleopatra che con il suo aiuto si era sbarazzata del fratello Tolomeo XIII. Ma Cesare subito dopo dovette partire per affrontare il re del Ponto Farnace, anche lui ribellatosi a Roma. Cesare in sole quattro ore lo sconfisse, saccheggiò le sue città e inviò a Roma oro e gioielli con un cartello e le famose tre parole: “Veni, vidi, vici”.
Giulio Cesare Dittatore
Nell’anno 44 a.C. Cesare adottò come erede Ottaviano e si fece eleggere dittatore a vita. Acquisito il potere assoluto, iniziò a trasformare le istituzioni statali in senso monarchico convinto che ormai Roma, con la sua enorme estensione territoriale, non potesse essere più guidata da un governo repubblicano. Cesare assegnò terre ad agricoltori e soldati, riformò il calendario, promosse opere pubbliche, rafforzò i confini e creò nuove colonie.
Idi di marzo
Ma l’opposizione degli aristocratici non si era ancora spenta e il 15 marzo, le Idi di marzo secondo il calendario romano, Giunio Bruto e Cassio, in difesa delle tradizioni repubblicane, guidarono la congiura di 60 Senatori contro il dittatore. Si dice che Cesare, trafitto da 23 pugnalate, cadendo sotto la statua di Pompeo, prima di morire avesse esclamato: “Tu quoque Brute, fili mi…”.
Ma con l’assassinio di Cesare la Repubblica non fu salvata. Le Idi di Marzo avevano messo in evidenza la crisi dei valori del Senato e non potevano cancellare l’eredità lasciata da Giulio Cesare, l’idea di uno Stato guidato da una forte personalità… Tutto questo spianò la strada all’ascesa di Ottaviano e alla nascita dell’Impero.
Carta Natale
Della sua nascita si sa con certezza il giorno, 12 luglio, e l’ora, ore 18. C’è incertezza sull’anno di nascita che oscilla tra gli anni 102 e 100 a.C. Il presidente della Rivista ”Linguaggio astrale “, Dante Valente alcuni anni fa, basandosi sul transito dei pianeti di quegli anni, concluse che la data della nascita di Cesare poteva corrispondere con buona probabilità all’anno 101. In ogni caso Giulio Cesare è un Cancro Ascendente Capricorno. Generalmente è opinione comune che i grandi condottieri appartengano a segni di Fuoco, tipo Leone o Ariete, ma la forte influenza del’Ascendente Capricorno è stata riscontrata anche in tanti personaggi illustri come Federico II di Svevia, Carlo V d’Asburgo, Elisabetta I Tudor, Napoleone III e altri…
Analisi di questa Carta Natale:
1) Innanzitutto si deve prendere in considerazione la posizione di primo piano di tutti i pianeti più importanti: Sole, Luna e Saturno. Il coinvolgimento dei due Luminari, Sole e Luna, e di Saturno, pianeta del destino, ci dà subito la percezione di trovarci di fronte ad una personalità fuori del comune.
2) I pianeti sono in aspetto dissonante tra di loro e questo è una testimonianza delle grandi difficoltà che Giulio Cesare ha dovuto affrontare nel corso della sua, a dir poco, movimentata esistenza.
3) Il peso delle grandi responsabilità è rappresentato dalla presenza di Saturno in Capricorno e all’Ascendente: grande capacità di autocontrollo, di perseveranza, di sacrificio, ma anche di solitudine con la consapevolezza di non poter contare sull’aiuto degli altri.
4) La situazione critica di Marte. Il pianeta è posizionato in vicinanza del Medium Coeli nel segno della Bilancia ed è in aspetto negativo di quadratura (90°) con Venere, Saturno e Sole. Giulio Cesare durante tutta la sua vita ha dovuto combattere contro tanti nemici esterni e interni e Marte è responsabile anche della sua tragica fine. La quadratura di Venere col Sole in Casa VII corrisponde ai suoi numerosi matrimoni e alla complessa vita affettiva.
5) Ma Giulio Cesare è pur sempre un cancerino dominato dalla Luna che conferisce ai nativi sensibilità, umanità e popolarità. Ha amato sinceramente come un padre il suo popolo e lo ha dimostrato con leggi e provvedimenti a favore delle classi più povere.
6) La Luna è anche strettamente congiunta a Plutone, il pianeta che è in grado di stimolare le energie più profonde, gli istinti primordiali e che dona ai Nativi la celebrità e la capacità di coinvolgere emotivamente e di influenzare le masse… Questo pianeta si riscontra in Gabriele d’Annunzio, Giuseppe Garibaldi, san Pio da Pitrelcina, Cristian Barnard, Juan Manuel Fangio, Lionel Messi, Pablo Picasso e altri…