Cosa è il vaiolo delle scimmie? Shock the Monkey*

di Vincenzo Ostilio Palmieri e Francesca Passerini (Università degli Studi di Bari)

 

Nel 1981 l’Italia, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha abolito la vaccinazione contro il vaiolo, una temibile malattia provocata da un virus della famiglia delle Poxviridae, caratterizzata da gravi ed estese manifestazioni cutanee che lasciavano esiti cicatriziali spesso deturpanti e con gravi implicazioni funzionali, manifestazioni generali gravi, elevata mortalità e contagiosità. L’ultimo caso di vaiolo nel mondo risale a oltre 40 anni fa. Il recente riscontro di alcuni casi del cosiddetto vaiolo delle scimmie (Monkeypox) in paesi in cui tale malattia è in genere assente, ha evocato nella popolazione generale ancestrali paure e pregiudizi ingiustificati, complice anche la terribile esperienza di questi ultimi due anni di pandemia da Covid 19. Allo scopo di fugare tali paure, abbiamo deciso di scrivere questo articolo, strutturato sotto forma di domande e risposte.

 

Cos’è il vaiolo delle scimmie?

Il vaiolo delle scimmie è una malattia causata dal virus del vaiolo delle scimmie che appartiene anch’esso alla famiglia delle Poxviridae. È una zoonosi virale, il che significa che può diffondersi dagli animali all’uomo. Può anche diffondersi tra le persone. La malattia ha questo nome perché è stata identificata per la prima volta in colonie di scimmie nel 1958. È stata rilevata solo successivamente negli esseri umani nel 1970 nella Repubblica del Congo in Africa.

 

Dove si trova in genere il vaiolo delle scimmie?

Il vaiolo delle scimmie si trova comunemente nell’Africa centrale e occidentale, dove ci sono foreste pluviali tropicali e dove vivono tipicamente animali che possono albergare il virus (roditori e primati). Le persone con vaiolo delle scimmie vengono occasionalmente identificate in altri paesi al di fuori dell’Africa centrale e occidentale, a seguito di viaggi da regioni in cui il vaiolo delle scimmie è endemico.

 

Quali sono i sintomi del vaiolo delle scimmie?

I sintomi del vaiolo delle scimmie includono tipicamente febbre, intenso mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, astenia, linfonodi ingrossati e un’eruzione o lesioni cutanee. Le lesioni possono essere piatte o leggermente rialzate, riempite di liquido limpido o giallastro, e possono quindi formare croste, seccarsi e cadere. Le lesioni possono variare da poche unità a diverse migliaia e tendono a concentrarsi sul viso, sui palmi delle mani e sulla pianta dei piedi ma possono anche essere trovate sulla bocca, sui genitali e sugli occhi.

Le immunoglobuline vaccinali possono essere raccomandate per i casi gravi. Nel gennaio 2022 è stato approvato anche un antivirale sviluppato per il trattamento del vaiolo (tecovirimat, commercializzato come TPOXX) per il trattamento del vaiolo delle scimmie. Nei bambini può essere utile la vitamina A.

I sintomi in genere durano da 2 a 4 settimane e scompaiono da soli senza trattamento specifico, ma in alcuni soggetti particolarmente fragili (neonati, bambini, donne in gravidanza, soggetti con alterazioni della funzione del sistema immunitario) possono aversi complicanze gravi e decesso (in percentuale non superiore al 2-3% dei casi nei Paesi con infezione endemica sopraindicati).

 

Come si diffonde il vaiolo delle scimmie dagli animali agli esseri umani?

Il vaiolo delle scimmie può diffondersi alle persone quando entrano in contatto fisico con un animale infetto o ne ricevono un morso. Il rischio di contrarre la malattia dagli animali può essere ridotto evitando il contatto non protetto con animali selvatici, in particolare quelli malati o morti (compresa la loro carne e sangue). Nei paesi endemici in cui gli animali sono portatori del vaiolo delle scimmie, tutti gli alimenti contenenti carne o parti di animali devono essere cucinati accuratamente prima di mangiarli.

Come si diffonde il vaiolo delle scimmie da persona a persona?

Le persone con vaiolo delle scimmie sono infettive mentre hanno sintomi (normalmente per un periodo compreso tra due e quattro settimane). La malattia si trasmette attraverso uno stretto contatto fisico con qualcuno che ha sintomi. L’eruzione cutanea, i fluidi corporei (come liquido, pus o sangue da lesioni cutanee) e le croste sono particolarmente infettivi. Anche indumenti, lenzuola, asciugamani o oggetti come stoviglie contaminati dal virus dal contatto con una persona infetta possono infettare altre persone.

Il virus può diffondersi anche attraverso la saliva in caso di lesioni alla bocca.

Le persone che interagiscono da vicino con qualcuno che è infetto, compresi gli operatori sanitari, i membri della famiglia e i partner sessuali, sono quindi a maggior rischio di infezione.

Il virus può anche diffondersi da una persona incinta al feto dalla placenta, o da un genitore infetto al bambino durante o dopo il parto attraverso il contatto pelle a pelle.

Non è chiaro se le persone che non hanno sintomi possano diffondere la malattia.

 

Come si può proteggere se stessi e gli altri dal vaiolo delle scimmie?

Si può ridurre il rischio limitando i contatti con le persone con sospetto o conferma del vaiolo delle scimmie.

Se non si può evitare il contatto ravvicinato con una persona ammalata (ad esempio perché ci si vive assieme o si è un operatore sanitario), la persona infetta dovrebbe autoisolarsi, coprire qualsiasi lesione cutanea se possibile (ad esempio, indossando indumenti sopra l’eruzione cutanea), indossare una mascherina medica soprattutto in caso di tosse o lesioni in bocca. Il contatto sano dovrebbe ugualmente indossare una mascherina e possibilmente guanti monouso in caso di contatto diretto con lesioni o di manipolazione di vestiti o biancheria da letto.

Bisogna inoltre pulire con acqua e sapone o prodotti a base di alcol, vestiti, lenzuola, asciugamani e altri oggetti o superfici che potrebbero essere entrati in contatto con le sue eruzioni cutanee o le secrezioni respiratorie (ad es. utensili, stoviglie).

Come deve comportarsi il contatto a rischio con un soggetto affetto da vaiolo delle scimmie

Secondo l’ultima circolare del ministero della Salute “I contatti devono essere monitorati almeno quotidianamente per l’insorgenza di segni/sintomi riferibili a vaiolo delle scimmie per un periodo di 21 giorni dall’ultimo contatto con un paziente o con i suoi materiali contaminati durante il periodo infettivo. I contatti devono monitorare la loro temperatura due volte al giorno. I contatti asintomatici non devono donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono sotto sorveglianza. Durante i 21 giorni di sorveglianza i contatti di caso accertato di malattia devono evitare contatti con persone immunodepresse, donne in gravidanza e bambini di età inferiore ai 12 anni.”

 

Esiste un vaccino contro il vaiolo delle scimmie?

Sono disponibili diversi vaccini per la prevenzione del vaiolo che forniscono anche una certa protezione contro il vaiolo delle scimmie. Un nuovo vaccino sviluppato per il vaiolo (MVA-BN, noto anche come Imvamune, Imvanex o Jynneos) è stato approvato nel 2019 per la prevenzione del vaiolo delle scimmie e non è ancora ampiamente disponibile. L’OMS sta lavorando con il produttore per migliorarne l’accesso.

È possibile che le persone che sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a minor rischio di infezione con il monkeypox per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox. Nell’attuale contesto epidemiologico non è raccomandata la vaccinazione per la popolazione generale. La vaccinazione post-esposizione (idealmente entro quattro giorni dall’esposizione) può essere presa in considerazione per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici. (cfr. circolare Ministero salute del 25/05/2022).

 

In quale parte del mondo c’è attualmente il rischio di vaiolo delle scimmie?

Dal 1970 sono stati segnalati casi umani di vaiolo delle scimmie in 11 paesi africani: Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone, e Sud Sudan.

Occasionalmente si verificano casi in paesi non endemici. Questi sono in genere segnalati in persone che hanno viaggiato in paesi endemici. Nel maggio 2022 sono stati identificati più casi di vaiolo delle scimmie in diversi paesi non endemici. Alcune decine di casi sono stati segnalati in paesi europei fra cui l’Italia. Sono attualmente in corso analisi epidemiologiche per identificare la/e catena/e di trasmissione.

 

C’è il rischio che si sviluppi un focolaio più ampio?

Il vaiolo delle scimmie non è generalmente considerato molto contagioso perché richiede uno stretto contatto fisico con qualcuno che è infettivo (ad esempio, pelle a pelle) per diffondersi tra le persone. Il rischio per la popolazione generale, dunque, é basso.

Il vaiolo delle scimmie è un’infezione a trasmissione sessuale?

Il vaiolo delle scimmie può diffondersi da una persona all’altra attraverso uno stretto contatto fisico, compreso il contatto sessuale. Al momento non è noto se il vaiolo delle scimmie possa essere diffuso anche attraverso vie di trasmissione sessuale (ad esempio, sperma o fluidi vaginali), ma il contatto diretto pelle a pelle con le lesioni durante le attività sessuali può diffondere il virus.

Analogamente la presenza di lesioni sui genitali e in bocca contribuisce alla trasmissione durante il contatto sessuale.

C’è da aggiungere che dalle informazioni attualmente disponibili, i casi dei Paesi non a endemia sono stati ad oggi identificati soprattutto, ma non esclusivamente, tra giovani che si auto-definiscono come MSM (maschi che fanno sesso con maschi).

In relazione a questi aspetti della trasmissione della malattia, è sorto su social e siti online un atteggiamento di stigmatizzazione nei confronti delle vittime di questi focolai di vaiolo delle scimmie, che non è in alcun modo giustificato. Prima di tutto, chiunque abbia uno stretto contatto fisico di qualsiasi tipo con qualcuno che ha il vaiolo delle scimmie è a rischio, indipendentemente da chi sia, cosa faccia, con chi scelga di fare sesso o qualsiasi altro fattore. In secondo luogo, stigmatizzare le persone a causa di una malattia o di una malattia è deontologicamente inaccettabile. Infine, è possibile che lo stigma peggiori le cose e ci impedisca di porre fine a questo focolaio il più velocemente possibile.

 

In conclusione, il vaiolo delle scimmie è una malattia seria ma non vi è alcuna necessità di avere paure diverse da quelle che si maturano per altre malattie né sviluppare pregiudizi che non si basano su alcun vero fondamento scientifico. L’OMS su base mondiale, e i diversi organismi sanitari a livello locale (in Italia Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità) stanno rispondendo a questo focolaio come una priorità assoluta mettendo in atto tutte le misure, anche di tipo informativo, finalizzate a capire come si sta diffondendo il virus e come proteggere le persone dal contagio. Cercare di aumentare la consapevolezza su questa nuova situazione aiuterà a contenere e fermare un’ulteriore trasmissione.

Questo articolo va in questa direzione.

 

 

* Brano musicale di Peter Gabriel nell’album “Peter Gabriel IV” (letteralmente traducibile con: “Scuoti la scimmia”, nell’omonimo brano musicale significa “abbatti la gelosia”, mentre nel nostro contesto può significare “abbatti Il pregiudizio” oppure “abbatti la paura”, come sarà evidente dalla lettura dell’articolo)

 

Tabella 1. Numero di casi confermati di vaiolo delle scimmie per nazione europea alla data del 31 maggio 2022 (European Center Diseases Control)

 

  N. casi confermati
Austria 1
Finlandia 1
Malta 1
Danimarca 2
Irlanda 2
Slovenia 2
Svezia 3
Repubblica Ceca 5
Belgio 10
Italia 14
Francia 17
Germania 21
Olanda 26
Portogallo 96
Spagna 120
TOTALE 321

 

 

 

Legenda delle figure

 

Figura 1. Distribuzione geografica dei casi confermati di vaiolo delle scimmie in Europa al giorno 31 maggio 2022 (European Center Diseases Control)

 

Figura 2. Immagini di un bambino affetto da vaiolo delle scimmie (Center Diseases Control)

 

Figura 3. Il virus del vaiolo delle scimmie in primo piano al microscopio elettronico (ovetti in colore violetto sulla sinistra) (European Center Diseases Control)

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