Don Nicola Ielo: il terreno promesso per la chiesa dissolto
Don Nicola Ielo: il terreno promesso per la chiesa dissolto
Abbiamo itervistato Don Nicola Ielo, il parroco della chiesa dei Santi Martiri in Via Marmolada nel periodo della costruzione della chiesa in legno andata distrutta per ben due volte. Ci ha raccontato come è nato il progetto della chiesa temporanea in legno nella prospettiva di costruire nei pressi la definitiva. Ma in Italia purtroppo nulla è più definitivo del temporaneo.
- In che periodo è stato il parroco della chiesa dei Santi Martiri?
- Lo sono stato per venti anni dal 1989 al 2008 e nel 1989 avevamo dei locali in affitto. In seguito con l’aiuto dei parrocchiani, e tra questi un direttore di banca, mi aiutarono affinché la chiesa potesse acquistare il terreno dove poi è stata realizzata la struttura in legno.
- Quando fu acquistato il terreno?
- Non ricordo esattamente ma credo fosse intorno al 93-94
- Come mai fu scelto di realizzare la chiesa in legno?
- Il Piano Regolatore Generale non prevedeva la possibilità di costruire in quel sito un edificio in muratura, perché il terreno non era sufficientemente compatto a causa dell’acqua presente nel sottosuolo, ma la commissaria Scatolato ci diede il permesso a costruire una struttura leggera e temporanea. Così fu progettata e realizzata.
- In quanto tempo fu completata la chiesa?
- In breve tempo, tra 1.5 e 2 anni.
- Quando afferma chiesa provvisoria cosa intende?
- A quel tempo il sindaco Gallerati si impegnò a trovare un terreno da concedere alla chiesa per la costruzione di un edificio classico. Nel progetto Miscia per realizzare villette, sulla collina di fronte la chiesa in legno, 3.000 mq sarebbero stati ceduti come opere di urbanizzazione per realizzare la chiesa. A quel tempo Gallerati venne in chiesa a portare la delibera licenziata dalla Giunta proprio per quel terreno.
- Perché non si è proceduto?
- Cambiato il Sindaco non abbiamo mai capito perché la cosa è saltata. Le villette che precedentemente erano previste in basso sono state realizzate in alto. A quel punto avvenne il primo incendio della chiesa in legno e perdemmo nell’incendio la famosa delibera che non fummo più in grado di reperire in Comune, anche perché con l’inchiesta ciclone molta documentazione fu sequestrata, per lo meno questo ci dissero in Comune. Praticamente eravamo pronti come parrocchia a realizzare il progetto per la chiesa definitiva, ma non abbiamo più avuto la possibilità di realizzarlo per mancanza di terreno disponibile.