PNRR progetti Corso Umberto, Via Vestina e Viale Europa
di Mauro De Flaviis
Da inizio 2024 a Montesilvano la viabilità è interessata dai lavori finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che avrebbe dovuto trasformare il centro della città rendendola più accogliente e rispettosa dei disabili, grazie all’eliminazione delle barriere architettoniche con i marciapiedi a raso strada, e più sostenibile per l’estensione della rete di piste ciclabili su via Vestina, viale Europa e corso Umberto dal Cormorano fino all’altezza di viale Europa.
I progetti ed i valori in gioco come riportato su openpnrr.it sono i seguenti
foto 1 – corso Umberto altezza Cormorano
miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale di via Vestina asse strategico di sviluppo della città con rifunzionalizzazione degli spazi esistenti ed implementazione della viabilità ciclopedonale – 3 milioni di €
foto 2 – corso Umberto altezza via Michetti
miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale di corso Umberto con rifunzionalizzazione degli spazi esistenti – 1,5 milioni di €
Miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale di viale Europa con rifunzionalizzazione degli spazi esistente – 1 milione di €
Cos’è il PNRR? È il programma di riforme e investimenti con cui l’Italia gestisce i fondi europei del Next generation EU, per la ripresa economica e sociale del paese.
Ad oggi quello su corso Umberto è il più avanzato dei progetti perché completato dal Cormorano alla rotonda in corrispondenza su via Vestina (foto 1) e in esecuzione fino all’incrocio di via Michetti (foto 2), da realizzare tra via Michetti e viale Europa.
foto 3a – dissuasore danneggiato
I lavori nel primo tratto sono iniziati ad inizio anno e sono stati completati in un tempo maggiore di quello pianificato e ciò ha comportato notevoli polemiche da parte degli abitanti e dei commercianti della zona.
La motivazione dell’allungamento dei tempi è stato quello della variante in corso d’opera per la realizzazione di un nuovo tratto della rete fognaria per garantire il miglioramento del drenaggio delle acque meteoriche.
Il risultato è quello di avere i marciapiedi e piano stradale sullo stesso livello. La pista ciclabile lato mare è stata protetta dalle auto fino a fine ottobre da dissuasori cilindrici più volte abbattuti dalle automobili in poco più di quattro mesi di utilizzo e il marciapiede sul lato monte protetto fino a fine ottobre dagli stessi dissuasori (vedi foto 3a 3b 3c 3d 3e 3f 3g 3h 3i).
Dalla impressionante serie di abbattimenti dei dissuasori accaduti durante l’estate sia lato pista ciclabile che marciapiede lato monte è evidente gli automobilisti non riconoscono la separazione effettuata con i dissuasori e gradirebbero accedere a quegli spazi in netto contrasto con gli obiettivi del progetto.
L’obiettivo progettuale è il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale.
Ad ora pista ciclabile e marciapiedi non sono protetti dall’accesso delle automobili e se non si attueranno azioni correttive efficaci l’obiettivo progettuale non sarà raggiunto.
Quali azioni correttive? Si può proporre l’istituzione di una zona 30 con controlli automatici della velocità e verifica continua tramite l’utilizzo di videocamere per sanzionare chi invade con le auto la pista ciclabile e i marciapiedi. Sono assolutamente inefficaci le minacce di controllo e sanzioni da parte della polizia locale in considerazione della scarsa dotazione di forze e capacità di eseguire adeguatamente il controllo durante le ventiquattro ore e il fine settimana.
Oltre a ciò sarebbe utile delimitare la pista ciclabile ed i marciapiedi con un cordolo basso tipo new jersey forato e permeabile ai pedoni, ma non alle automobili.
Sul lato mare in corrispondenza della fermata dell’autobus abbiamo avuto un tratto di pista ciclabile non protetto dai dissuasori per permettere all’autobus di accostare invadendo parzialmente la pista ciclabile e facendo transitare gli utenti degli autobus in salita e discesa sulla pista stessa a rischio investimenti.
La scelta progettuale non è ineccepibile per la fruibilità e la sicurezza della pista ciclabile anche se è avvenuta una evoluzione rispetto alla situazione preesistente l’intervento. Sarà imprescindibile trovare la modalità di educare gli automobilisti a non invadere la pista ciclabile anche se temporaneamente. Per maggiori dettagli sulla evoluzione dei lavori nel tratto del Cormorano leggi l’articolo Piccola storia triste dei lavori su corso Umberto zona Cormorano.
foto 3g – dissuasore divelto e danneggiato
Rispetto ai lavori in corso tra la rotonda di via Vestina e via Michetti è da evidenziare che è stata eliminata la rotonda di fronte la stazione, nata relativamente pochi anni fa come fontana e poi trasformata di recente in rotonda con ulivo al centro, spostata e ridimensionata la rotonda in corrispondenza di via Vestina e sono in corso di realizzazione delle vasche, dove verranno presumibilmente piantumate delle aiuole, lato monte a delimitare la pista ciclabile (foto 4).
foto 3h – dissuasore divelto e supporto metallico rimasto in sede
Poiché la pista ciclabile zona Cormorano è stata realizzata sul lato mare e a sud lato monte è evidente la pista dovrà attraversare Corso Umberto all’altezza della rotonda su via Vestina. L’attraversamento della pista ciclabile di una strada altamente trafficata come corso Umberto è evidente non sia una scelta progettuale ideale e comunque comporterà rischi per i ciclisti da non trascurare anche tenendo in considerazione gli innumerevoli abbattimenti dei dissuasori accaduti negli ultimi quattro mesi. Tali accadimenti evidenziano da parte degli automobilisti lo scarso rispetto delle aree riservate a pedoni e ciclisti.
Nella zona tra la rotonda di via Vestina e via Michetti è in corso di creazione una piazzola in piazza Giuseppe Trisi probabilmente da utilizzare per la sosta degli autobus (foto 5). Anche in questo caso l’autobus che dovrà accedere ed uscire dalla piazzola dovrà attraversare la pista ciclabile a meno che essa sarà arretrata verso la piazza, soluzione da preferire per azzerare i rischi degli utenti deboli.
foto 4 – vasche su corso Umberto
La scelta politica di aumentare la vivibilità di corso Umberto, viale Europa e via Vestina è assolutamente condivisibile, ma essa per avere successo comporterà inevitabilmente una riduzione del carico veicolare che dovrà essere assorbito da viabilità alternative. Non è dato sapere, atteso non esiste un Piano Urbano del Traffico, quale l’impatto di questi progetti nelle zone circostanti e quali assi viari dovranno sostenere il carico cessante sugli assi viari interessati agli interventi. Se il carico veicolare rimarrà simile a quello prima degli interventi l’obiettivo di miglioramento della vivibilità sarà mancato.
Per quanto riguarda i lavori su via Vestina, annunciati dover iniziare a fine 2023, solo a fine settembre 2024, nove mesi dopo, in meno di due settimane sono stati asfaltati i marciapiedi dal ponte autostradale nei pressi dei confini con Cappelle sul Tavo fino alla rotonda su via Togliatti. Qualcuno afferma i lavori di asfaltatura dei marciapiedi sono stati realizzati in fretta e furia per poter dichiarare di aver speso delle risorse e poter dichiarare l’intervento essere in corso e rispettoso dei tempi progettuali.
foto 5 – lavori piazza Giuseppe Trisi
Tenendo in considerazione la la necessità di rendicontare per i lavori PNRR utilizzo delle risorse entro le scadenze non risulta difficoltoso ritenere ciò possa non essere molto distante dalla realtà. L’asfaltatura è stata realizzata a valle della scarificazione dell’asfalto residuo steso quando i marciapiedi sono stati realizzati, oltre venticinque anni fa, e in alcuni casi è stata danneggiata la fibra ottica posizionata ad una profondità molto limitata, dai lavori realizzati da Openfiber negl ultimi due anni (foto 6).
foto 6 – fibra ottica danneggiata
Il beneficio attenuto dall’asfaltatura dei marciapiedi è stata la eliminazione degli spazi precedentemente dedicati ai cassonetti per i rifiuti, ora non più necessari per la raccolta porta a porta. Il metodo scelto per chiudere i vuoti è stato quello del posizionamento dell’asfalto scarificato (foto 7) come spessore sul quale si è applicato direttamente il manto di asfalto e senza apposizione di cordolo come sul resto del marciapiede. Poiché l’asfalto scarificato ha mantenuto un grado di vuoto non trascurabile, il livello marciapiede nelle zone riempite in questo modo è più basso del marciapiede (foto 8) ed è prevedibile si abbassi ulteriormente nel tempo. Questo è poco impattante perché è stato scelto in alcuni di questi riempimenti di realizzare uno scivolo verso la strada. In altri riempimenti non si è scelto lo scivolo (foto 9) e la non applicazione del cordolo probabilmente non garantirà una durata accettabile della asfaltatura.
foto 7 – precedenti zone dedicate ai cassonetti asfaltate
Nonostante la riasfaltatura di tutti i marciapiedi di via Vestina da via Togliatti al confine con Cappelle sul Tavo, incredibilmente non si è riusciti a rendere continuo il marciapiede per la interruzione di un isolato (non oltre 25 metri) in prossimità dell’incrocio di via Fratelli Cervi. Non si capisce perché non si riesce a rendere continuo il marciapiede su una via così importante nemmeno con lavori da 3 milioni di €. Spero sia una dimenticanza e sia reso continuo il marciapiede prima della fine lavori.
Nel corso del mese di ottobre si sono tagliate tutte le aiuole di alloro lato Città Sant’Angelo e le si stanno riempiendo di inerti e si è iniziato ad asfaltare i terreni lasciati liberi dalle aiuole dalla zona a ridosso del confine con Cappelle sul Tavo. Anche per la pista ciclabile che nascerà su via Vestina sarà importante trovare il modo di proteggere adeguatamente i ciclisti che la percorreranno.
I lavori su viale Europa non sono iniziati al netto della asfaltatura sul tratto tra corso Umberto e il sottopasso ferroviario e i lavori nei pressi del parcheggio a ridosso di via della Liberazione.
È evidente dalle problematiche evidenziate la progettazione degli interventi non è stata esente da vizi e la accettazione dei lavori dalla comunità non essere stata adeguata alle aspettative.
La pervicace scelta degli amministratori di non voler condividere le scelte progettuali pubblicamente prima degli appalti, permettendo ai portatori di interesse di proporre suggerimenti di migliorie, mette costantemente gli amministratori nella difficile posizione di dover chiedere ai progettisti di apportare modifiche in corsa.
foto 8 – riempimento spazi precedentemente destinati ai cassonetti
Questa modalità è altamente inefficiente come accaduto nella zona del Cormorano nel quale si è dovuto tornare a fare scavi su lavori completati e genera scontento nei fruitori delle che non hanno l’occasione di poter proporre migliorie in fase progettuale.
foto 9 – riempimento zona precedentemente occupata da cassonetti
L’atteggiamento degli amministratori, timorosi di rendere pubbliche le scelte progettuali e non capaci di comprendere ogni osservazione può essere accolta o meno senza alcun obbligo, è incomprensibile perché ogni osservazione, dei fruitori delle opere, è sempre utile per scoprire punti di forza e debolezza del progetto, potenzialmente non identificati a priori.
La pubblicazione e condivisione preventiva, possibilmente sul sito web comunale, permette di evitare fenomeni tipicamente populistici come il fronte del no a fronte di qualsiasi opera. La raccolta firme, organizzata da Pd, per evitare i lavori su viale Europa che porteranno alla pedonalizzazione dell’ultimo tratto della stessa ne è un illuminante esempio. Se il progetto fosse stato pubblicato in estate del 2023, quando il progetto è stato annunciato alla comunità a mezzo stampa, ma non pubblicato sul sito web del Comune permettendo ai residenti di visionarlo e di osservarlo, si sarebbe potuto permettere all’epoca un chiarimento o una condivisione delle finalità progettuali. In un anno e mezzo si sarebbe potuta trovare una soluzione che avrebbe potuto disinnescare questa contestazione a ridosso dei lavori. È chiaro ora l’amministrazione non ha margini di revisionare il progetto pena il rischio di perdere i finanziamenti del PNRR. Il tempo per trovare il consenso con gli abitanti di viale Europa a volerlo trovare ci sarebbe stato.
La sensazione è quella che chi amministra si pone nell’ottica del marchese del Grillo: “.. io so io, e voi non siete un …”
Suggerisco caldamente di utilizzare come prassi la pubblicazione con accettazione delle osservazioni per i progetti importanti oltre una determinata soglia di importi, che suggerei di fissare a mezzo milione di euro.
Sarebbe interessante conoscere chi si accolla la responsabilità di aver bloccato, a causa di un errore progettuale, per oltre cinque mesi corso Umberto nella zona del Cormorano al posto di un mese e di aver arrecato enormi disagi ai residenti, ai commercianti e a chi è rimasto imbottigliato nelle interminabili code generate dalla lunga chiusura del corso?
Sarebbe interessante conoscere il valore del danno erariale per aver prima completato i marciapiedi e poi essere stati costretti a scavare per realizzare gli allacci delle fogne e dell’acqua potabile ai nuovi rami realizzati in variante.
E parimente sarebbe interessante sapere se esiste il danno erariale per aver realizzato una rotonda con fontana nei pressi della stazione ferroviaria, poi trasformata in aiuola e adesso demolita nell’arco di meno di dieci anni e per aver realizzato una rotonda nei pressi dell’intersezione con via Vestina da meno di dieci anni e ora demolita e ricostruita di minore diametro e spostata dalla precedente posizione.