Dissonanza cognitiva
di Gianfranco Costantini
“Cambiare l’economia è il mezzo per cambiare l’approccio (…). L’economia è il metodo: l’obbiettivo è cambiare il cuore e l’anima” (M.Thatcher, intervista Sunday Times del 3 maggio 1981 tratta da M. Boarelli, contro l’ideologia del merito, Laterza) In questi ultimi mesi/anni, mi sono interrogato sulla opportunità o meno di continuare a scrivere su argomenti di attualità e per lunghi mesi ho evitato scrupolosamente ogni contatto con la divulgazione del mio pensiero, non mi sono espresso quasi su nulla, non per mancanza di argomenti o volontà ma per ragioni più profonde.
La mia ritrosia è legata fondamentalmente alla difficoltà di apparire credibile nelle analisi che sviluppo e propongo al lettore. Premesso che qualsiasi notizia è sempre ricostruita, interpretata e condita di opinioni personali, mi sono interrogato sul perché la stragrande maggioranza delle persone crede ciecamente a certe fonti, piuttosto che ad altre?
Cosa rende una notizia vera o falsa?
Facciamo qualche passo indietro e cerchiamo di ragionare attorno a questi concetti, partendo proprio dalla frase estrapolata dalla più grande icona femminile del neoliberismo.
Da decenni oramai, con la piena affermazione dell’Impero Angloamericano e della sua oligarchia finanziaria, l’uomo è tornato ad essere un asset da gestire e sfruttare con la massima efficienza. Al pari di altre risorse economiche, l’uomo dopo qualche decennio di conquiste sociali, è nuovamente il principale componente dello scambio economico ma in posizione sempre più precaria e subalterna perchè in concorrenza brutale con le macchine e l’intelligenza artificiale.
Nel giro di qualche decennio, per adattarci meglio alla forma merce, siamo stati trasformati da cittadini con dei diritti sociali (lavoro, sanità pubblica, previdenza sociale…), in consumatori con diritti di consumo (sicurezza e qualità dei prodotti, adeguata informazione trasparenza amministrativa, diritto di reso…), per arrivare ad essere utenti con nuovi diritti civili (unioni civili di ogni genere, eutanasia, aborto identità digitale …).
Ad ogni passaggio, la conquista di nuovi diritti, spesso marginali o discutibili, è coincisa con la perdita o la forte limitazione di altri fondamentali come: il diritto al lavoro, la libertà di movimento, la libertà di cura.
Come si è potuto sottrarre diritti senza provocare ribellioni di massa, secondo me è una diretta conseguenza del discorso del primo ministro Thatcher.
Per conquistare il cuore e l’anima delle persone, bisogna modificare il pensiero di ognuno, giorno per giorno, anno dopo anno.
Il vero focus nella strategia di questa aristocrazia del denaro, è la creazione di una nuova cornice ideologica, così come ammesso pubblicamente dalla Thatcher, “il cuore e l’anima delle persone”.
Possiamo immaginare la cornice ideologica come l’insieme di tutti i valori, le convinzioni, le opinioni, gli ideali, i sentimenti, ecc. maturate da un individuo nell’arco di una vita ed è il contenitore intellettuale attraverso il quale egli si rapporta con il mondo circostante. Tutte le interazioni con il mondo circostante che rientrano all’interno della cornice ideologica, sono ben accolte e servono per rafforzare le convinzioni, aumentare l’autostima e si collocano in una zona emotiva confortevole. Al contrario le interazioni che non rientrano nella “cornice”, sono tendenzialmente respinte perché minano le convinzioni personali, diminuiscono l’autostima ed emotivamente provocano disagio. Questo meccanismo psicologico, per alcuni è molto rigido, per altri no ma in entrambi i casi, può essere modificato dalle “condizioni ambientali” e incide sulla gran parte delle scelte personali.
Qualcuno direbbe “niente di nuovo sotto il sole!”, in tutte le epoche storiche le oligarchie politiche, religiose ed economiche, hanno cercato di orientare l’opinione pubblica verso valori utili per la gestione del potere. Oggi, però è diventato ancora più importante del passato perché ci troviamo nella società della comunicazione e della velocità, quindi chi domina questo aspetto, non domina più un territorio circoscritto ma il mondo intero. Il blocco di potere oligarchico occidentale, attraverso una brillante e spregiudicata gestione dei mezzi di comunicazione, costruisce direttamente o indirettamente, il pensiero di otto miliardi di persone nel mondo e se nel 1981, il controllo dei cuori e delle anime sembrava un auspicio, in Occidente inizia ad essere un obbiettivo raggiunto e consolidato su larghissimi strati di popolazione. Il fenomeno di colonizzazione, agisce su diversi piani ed ha molte sfaccettature: linguistica, artistica, culturale, commerciale, ecc. I principali attori di questa “guerra” per il controllo delle menti, sono entità o strumenti apparentemente innocui e scollegati tra di loro: i film di Hollywood, le serie televisive, i video clip delle case discografiche, le pubblicità dei grandi marchi globalizzati, la stampa , i social, i cartoni animati… . Tutti insieme, ognuno con la propria frequenza o intensità, hanno modificato radicalmente i costumi e le mentalità delle colonie in cui viviamo, al punto che le persone iniziano ad essere indistinguibili e interscambiabili, se non fosse per le pochissime sfumature etniche o linguistiche che ancora resistono. Tutte le vittime inconsapevoli di questo sistema, sognano di mangiare lo stesso panino spazzatura, di indossare la stessa scarpa da tennis, di esibire le proprie foto negli stessi social… questo, per l’ottimo lavoro degli apparati di propaganda sociale che apparentemente in contrasto tra loro, collaborano fattivamente, scambiandosi quote azionarie, dirigenze apicali, intelligence militari, in una continua, inesorabile progressione. Chiunque, con pochissimi click può scoprire che Black Rock, Vanguard e State Street, hanno quote azionarie rilevanti e incrociate, praticamente in tutte le società quotate del pianeta terra e con un patrimonio stimato di 94 trilioni di dollari, sono in grado di far “fallire un continente”, se non si piega ai suoi diktat. Per questo motivo, la stragrande maggioranza delle fake news, o almeno le più colossali, transita legalmente attraverso i canali istituzionali e vengono accettati e rilanciate come verità indiscutibili, da persone assolutamente ignare e in buona fede, spettatori distratti di una realtà completamente ricostruita secondo valori funzionali alla gestione del potere. Come nel 1984 di Orwell, la società contemporanea può credere senza batter ciglio che l’Oceania è in guerra per la pace contro l’Eurasia, tra qualche anno l’Oceania, da sempre alleata con l’Eurasia, sarà in guerra contro l’Estasia, mentre tutti noi saremo sospesi in un eterno presente, molto simile a quello che stiamo vivendo. Ebbene, se la percezione della realtà è stata pesantemente compromessa da attori politici/economici così capaci, ha ancora senso scrivere e criticare su una piccola testata di provincia? Dopo essere usciti dalla caverna di Platone, ha senso tornare indietro per avvertire gli altri, rischiando di essere “ammazzati”? Io non trovo risposta a questa domanda, per questo motivo, di tanto in tanto mi avvicino al mensile, metaforicamente proiettato verso l’interno “della caverna”, per lanciare qualche urlo, con la speranza di incuriosire qualche distratto. Quello che ritengo veramente importante è ricostruire una piccola comunità umana partendo dalla famiglia, e al contempo cercando di riparare, nel migliore dei modi, la “grandissima cornice intellettuale e spirituale” che Nostro Signore ci ha donato per il tramite di suo Figlio Gesù Cristo.