USCIAMO DAL GUSCIO. CONTINUARE PER COMBATTERE LO SPETTRO
DI ALESSANDRO RINNAUDO
Care amiche e cari amici lettori, ripartiamo in questo nostro viaggio nel mondo dell’autismo, dopo una doverosa pausa. È stato il tempo delle riflessioni, riguardo l’opportunità di continuare questo nostro percorso insieme, anche alla luce delle recente rubrica del nostro giornale, che parla di disabilità, per la parte burocratica, legale. Noi ci siamo addentrati insieme nella realtà dello spettro autistico e della disabilità tutta, con uno spirito di testimonianza, da parte mia, vista la realtà che vivo di papà di bimbo autistico, con la finalità di vincere qualunque ogni resistenza verso l’accettazione della disabilità, da parte di familiari coinvolti e da parte della società. Un obiettivo ambizioso, ma sentito che mi porta a pensare che se questo nostro cammino, ha portato e può un po’ di luce, di riflessione, di vicinanza a coloro che vivono la realtà dell’autismo, anche ad una sola persona, allora vale la pena farlo ed andare avanti. Le testimonianze ricevute mi confortano e mi danno uno sprone importante così come l’aver assistito a fatti e situazioni, anche di persone a me vicino, mi spinge a mettere ancora più energia nella battaglia sia contro lo spettro che contro la mancata accettazione della disabilità. La scuola è ripartita da ormai quasi due mesi, sempre in regime di restrizioni covid, un virus che si è rivelato non solo seminatore di morte e sofferenza ma anche grande alleato dello spettro, in particolare durante le chiusure più severe che hanno interrotto scuola e terapie. La ripartenza della scuola pone alla luce la figura importantissima dell’insegnante di sostegno, elemento cardine dell’inclusione dei nostri guerrieri, in quanto fa da raccordo tra insegnanti e bimbo, sia dal punto di vista didattico che dei rapporti in senso stretto. E qui la forbice tra scuole paritarie e pubbliche emerge fortissima, con le prime, in particolare quelle di ispirazione cattolica, hanno una predisposizione all’accoglienza ed all’inclusione spiccata, con il bambino al centro del progetto scolastico; le seconde, seppur dotate di ottimi insegnanti, hanno di contro tutta l’inefficienza della macchina burocratica, a discapito della buona volontà e della preparazione degli insegnanti stessi, ma soprattutto a discapito del disabile e delle loro famiglie. Grandissima è la responsabilità dello Stato, del MIUR, che non è stato mai in grado, se non nei proclami di marketing politico, di creare le condizioni di parità nell’offerta formativa, nel garantire insegnanti di sostegno stabili, che seguano i disabili per tutto il periodo scolastico dell’ordine di studi che sta seguendo, anziché affidarsi alla precarietà ordinaria, che vilipende la professionalità e costringe ogni volta a ripartire con nuovo insegnante di sostegno. Ometto il giudizio sui PEI, bocciati dal TAR del Lazio perché ritenuti inadeguati. Il Governo Draghi sembra non interessarsi della disabilità, a dispetto del Ministero creato ad hoc, più preoccupato di svolgere il compitino affidatogli dall’establishment Europeo, distratto dalle sirene divergenti delle componenti della strampalata maggioranza che lo tiene in piedi. Nel frattempo i piccoli guerrieri che combattono lo spettro e le loro famiglie, continuano a vivere una quotidianità complicata, fatta di terapie, di scuola, di notti spesso insonni o quasi, di problemi burocratici con l’lNPS o le ASL. Un esercito di “Eroi del Silenzio”, che combatte con le armi della dignità, dell’amore, qualche volta, purtroppo, anche della rassegnazione e della solitudine. Sguardi e volti che incontro ogni giorno, ognuno con la sua storia personale, ognuno con la sua croce da portare. Mia moglie ed io non abbiamo mai permesso alla rassegnazione di trascinarci via come un fiume di fango, anzi l’abbiamo ingannata e trasformata in energia da mettere nel lavoro su nostro figlio, per fornigli gli strumenti per vivere la miglior condizione di vita possibile. Non ci sentiamo soli, grazie a tante dimostrazioni concrete di affetto e vicinanza, nonostante a volte, specie quando si affronta il muro di gomma della burocrazia, ci si ritrova davvero soli contro l’indifferenza di stato. Un piccolo esempio: il Reddito di Cittadinanza, di prende con estrema facilità e senza troppi controlli, tanto e vero che lo percepiscono anche brigatisti ai domiciliari, ex brigatisti e tante altre perle della società. L’indennità di frequenza, si blocca giugno e per sbloccarne il pagamento, si deve attendere la metà di ottobre, per presentare la domanda, corredata di documentazione varia, per avere la liquidazione degli arretrati, se va bene, a gennaio. Allucinante. Se avete bisogno di sostegno, di raccontare la Vostra storia, di chiedere aiuto, di informazioni, io ci sono, il Grande Sorpasso c’è. Scrivete alla Redazione ed io Vi ricontatterò. Alla prossima tappa del viaggio, sorpassiamo lo spettro, usciamo dal guscio.