Questo mese sorpassiamo… l’apparenza
di Vittorio Gervasi (num. Marzo 2019)
Abbiamo da poco celebrato il Mercoledì delle Ceneri, un giorno che segna in maniera indelebile il destino di ciascun uomo. Il rito di cospargere il capo con un pizzico di cenere riassume in maniera sublime il significato di tutta la nostra esistenza, o meglio, rappresenta il monito più forte per la nostra esistenza. Osiamo ancora di più: scava un fossato tra ciò che rimane e ciò che inesorabilmente passa. La vita materiale che ben conosciamo – presto o tardi – si trasformerà in cenere, in polvere: <<Polvere tu sei e alla polvere tornerai». Un viaggio che ha una conclusione certa. Timori? Paure? Direi di no se quella cenere mi riporta all’essenziale. L’essenza profuma, cosparge ogni ambiente, si diffonde nell’aria, rende ogni posto molto gradevole. È il cuore di tutto, il motore che spinge l’universo mondo dentro il quale siamo saldamente ancorati; talvolta talmente ancorati che non riusciamo ad alzarci in volo. È un po’ come guardare un dipinto stupendo con gli occhi attaccati alla tela; perdiamo il senso del tutto perché incapaci di allontanarci ed avere uno sguardo d’insieme che ci consenta di apprezzare e di stupirci di fronte alla grandezza. Prova a pensare ad un aereo che vola rasoterra, oltre ai pericoli inevitabili che corre, non sfrutta l’altezza del volo per ammirare il paesaggio.
Ma nonostante tutto anche questo non basta. C’è ancora di più da scoprire.
Ricorderai cosa diceva il Piccolo Principe :<<L’essenziale è invisibile agli occhi>>. Quello che appare spesso non è, c’è ancora dell’altro da scoprire e apprezzare. Non c’è persona, che per quanto malvagia sia, non abbia ancora qualcosa di buono da poter mettere in gioco. L’apparenza non è davvero tutto; spesso è parte, soltanto una parte, e non è detto che sia la migliore.
Nella finitezza dei nostri giorni, coltivare l’essenziale, è premessa per un buon raccolto.