Tutte le “scuse social” di Morris per valorizzare l’Abruzzo

Oggi torno a parlare di fenomeni Social. Ve lo raccontai nel mio primo contributo.

Parlai del #freebirkir e di come  avesse tirato fuori una partecipazione smodata sui social mischiando calcio e territorio, a Pescara, in Abruzzo. Il resto è storia, basta googlelare #freebirkir.

Dietro a un flusso c’è sempre una mente, un ragionamento, un catalizzatore. Sul web si tratta sempre di  uno sperimentatore. Poiché la verità su internet non esiste, si sperimenta e basta.

La Pagefan Abbruzzo di Morris è la prova tecnica di futuro più interessante in Italia, visitatela.  Lo chiamerò Morris di qui in poi, per comodità.Va da sé che assieme “ai Morris” ci siano idee, persone, collaborazioni di vario tipo. Identificabili come Morris.

Morris “se l’hanvindat” (per dirla all’abruzzese) e non è nemmeno la copia di mille riassunti, per i più maligni.  La Page Abbruzzo di Morris è appollaiata sulla scusa facile di parlare di calcio e territorio e valorizzare le comunità. Poi ha osato. Sempre di più.

Dal #freebirkir  in poi lo schema è divenuto chiaro per Morris, organizzazione di eventi local e sfondare col topic #arrosticini, quindi identità e territorio, cavalcando quell’onda potente che era ed è il #freebirkir creando eventi reali e partecipati.

Prima #arrostiland  nel Luglio 2016 a Roccascalegna  poi di nuovo #arrostiland a Crecchio il 12 Novembre 2016, un evento divenuto POP, figo.

Il resto è storia, basta googlelare .

Due belle e giuste scuse per visitare i paesi più belli, per stare insieme e riscoprire il senso di comunità assieme mangiando arrosticini nei centri storici.

Tutta roba che si sta perdendo, quella stessa roba che ci identifica nel mondo e ci protegge ancora da noi stessi.

Tutte scuse buone. Ganci. Lo chiamano marketing alcuni.

E Morris lo ha capito, e dobbiamo persino dirgli grazie, spesso.  Volergli bene un poco, magari.

La scusa più grande arriva dal percorso Social parallelo di Morris (dei Morris), inventare, progettare e gestire il Cammino di San Tommaso.  Altra intuizione particolare: fare in Abruzzo ciò che all’estero è testatissimo, vincente e decisivo. Copiare bene e farlo in un posto più figo.

Lo schema è simile, mischiare territorio e tradizioni, religione e natura in un percorso che unisca una comunità e faccia riscoprire luoghi che rischiano di essere dimenticati dalla frenesia e lo svuotamento di contenuti della contemporaneità. Il Cammino di San Tommaso mette insieme centinaia di persone che partono da Ortona e arrivano a Roma a San Pietro in un percorso emozionante che ha mille ragioni giuste per essere vissuto.

Da lì il salto di Morris sul prodotto da valorizzare che unisce come in una maglia le tele di tradizioni, territorio, comunità e promozione turistica a livello mondiale: il vino.

Parlo della fontana del vino. Sì una Fontana che eroga vino gratuitamente H24. In Abruzzo.

Basta googlare.

Qui l’obiettivo non è più local, si tratta del famoso pensare globale e agire locale che con internet viene polverizzato divenendo una sola cosa.  

Ora si parla al mondo, di far venire il mondo in Abruzzo a vedere e assaggiare il vino di  una fontana. Di farsi visitare, ammirare, amare, creando una vecchia parola che fa rima con Italia: turismo.

Con una scusa, un gancio.

Scuse, ganci.

La fontana del vino. Sì una Fontana che eroga vino gratuitamente H24. In Abruzzo.

L’informazione ha fatto una rassegna stampa di 25 Pagine di Link di siti che ne hanno parlato in tutto il mondo, fino a finire sul TIME.

Meno rumore ha fatto a casa nostra, in Abruzzo. Per problemi tutti nostri, che non ci proteggono affatto dal futuro, Mannaggialamajell.

Ora però lo sai, ora lo sapete.

C’è da volergli bene a Morris.

Mannaggialamajell.

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