GRANDE SUCCESSO DEI “WORLD SKATE GAMES” IN ABRUZZO
(Ma chiamiamoli Campionati Mondiali di Pattinaggio!)
Quando si dice eccesso di esterofilia! Nel protrarsi di un andazzo filologico che contraddistingue la nostra era, anche i Campionati del Mondo di Pattinaggio a Rotelle sono stati ufficialmente denominati e spesi in ogni occasione in inglese.
Qui però siamo in Italia e l’italiano è lingua di eccelso lignaggio letterario, a prescindere dalla sua limitata diffusione, dovuta a congiunture storico-politiche che un giorno potrebbero anche mutare e dirigersi verso più coinvolgenti prospettive.
Ragion per cui in questo articolo sentirete parlare di “mondiali”, “pattinaggio” e “giochi” per descrivere un avvenimento sportivo di portata internazionale che ha sicuramente dato lustro all’Italia attraverso i successi organizzativi che si sono registrati in Abruzzo e in particolare nelle città di Pescara e Montesilvano, sede unica, quest’ultima, delle gare di velocità su pista (nella documentazione ufficiale: “Speed Skating”) e di “Roller Derby”, di cui, scusandomene, non ho trovato la traduzione (dove sei, geniale neologista D’Annunzio?)
Dunque, da venerdì 6 a domenica 22 settembre si sono svolti in diverse località italiane i Mondiali di Pattinaggio a Rotelle, una disciplina che comprende ben 12 specialità, quasi tutte nominate all’inglese, stante la marcata prevalenza di organizzazione e pratica nei Paesi facenti parte del Commonwealth o di lingua e cultura anglosassone.
Per quanto concerne le competizioni che hanno avuto luogo in Abruzzo, tutte sono risultate molto spettacolari e suggestive, con una partecipazione ed un entusiasmo di pubblico che forse nemmeno gli organizzatori più prudenti si aspettavano.
Le strade in leggera pendenza di Chieti alta hanno ospitato le gare di slalom su pattini e su tavola, specialità che evidentemente sono congeniali ai colori azzurri, tanto che i nostri atleti hanno fatto incetta di medaglie (8 d’oro, 6 d’argento e 5 di bronzo). Particolare entusiasmo ha arrecato alla numerosa folla assiepata lungo il percorso il nostro quartetto misto, che si è aggiudicato il titolo mondiale di slalom gigante a squadre su pattini in linea all’esito di una appassionante battaglia che l’ha visto mettere in riga autentiche potenze come Germania e Spagna.
A Sulmona, nella splendida ellisse di Piazza Garibaldi, cui l’acquedotto medievale fa da possente e severo diadema, si sono svolte le competizioni di corsa su strada, seguite, malgrado fastidiosi e prolungati scrosci di pioggia, da una grande cornice di pubblico, a conferma della grande tradizione sportiva dei compatrioti di Publio Ovidio Nasone, poeta sensuale e intrigante dell’estetica e della suggestione della bellezza.
A Tortoreto ci sono state le gare di corsa in discesa su pattini in linea e su tavola (Inline Downhill e Downhill Skateboard), anch’esse rivelatesi prodighe di gloria per i nostri colori. Particolarmente brillanti le prestazioni del pattinatore toscano Renato Pennuti, oro sia a cronometro che in linea, a dimostrazione che nelle gare più adrenaliniche e insidiose i nostri atleti non hanno niente da farsi insegnare da nessuno.
Sotto le eleganti e slanciate volte lignee del Pala Bolino di Roccaraso si sono giocati i tornei di Hockey in linea (quelli con le rotelle tradizionali, ovvero il classico Hockey a Rotelle sono stati giustamente assegnati alla “fatal Novara”, una delle capitali di quello sport in Italia).
Qui niente ori, ma buoni piazzamenti ed accresciute stima e autostima per i senior e gli junior femminili e maschili. Nella categoria maggiore maschile successo e oro conquistati dagli USA a spese della sempre competitiva Repubblica Ceca, mentre l’Italia, eliminata in semifinale proprio dai neocampioni del mondo, ottiene un ottimo e meritatissimo bronzo contro la rivelazione Namibia.
Unanime apprezzamento hanno espresso le delegazioni straniere, i massimi dirigenti della Federazione Internazionale degli Sport Rotellistici (FIRS) e gli esponenti della stampa mondiale per l’alta qualità organizzativa raggiunta e garantita in ognuno dei centri abruzzesi interessati alla manifestazione.
Dove però l’evento policentrico ha pienamente centrato l’obiettivo della valorizzazione e conoscenza dei luoghi è stato nelle due città più grandi. Pescara e Montesilvano e anche Francavilla al Mare, pur avendo dovuto sopportare copiosi ed in certa misura evitabili disagi, hanno risposto alla grande, confermando, qualora ce ne fosse soverchiamente bisogno, di costituire un unico polo urbano dove, e non è poco, è possibile allocare manifestazioni di grandissima portata, la cui gestione sarebbe sicuramente migliore se fosse affidata ad un’unica cabina di regia istituzionale e amministrativa.
In quelle che sono ancora, speriamo davvero per poco e ad onta dei persistenti tentativi di boicottaggio, due città distinte, è letteralmente esplosa una festa che da sportiva si è espansa fino a diventare gioia di popolo, grazie soprattutto allo spirito e all’energia dei giovanissimi atleti che praticano quei pattini da sempre congeniali alla vitalità, musicalità e, perché no? all’irriverenza degli anni verdi e dei sogni infiniti.
Il tratto del Lungomare Matteotti compreso tra via Trilussa ed il Museo Vittoria Colonna venerdì 20 settembre si è trasformato per l’appunto in una velocissima “fettuccia dei sogni”, un trampolino lungo 100 fatidici metri, liscio e piatto, dove bruciare in pochi secondi di rutilante apnea tutte le energie necessarie per sposare la gloria, compensando al contempo con fior d’interessi tutti gli enormi sacrifici affrontati.
Rai Sport, nella sua bellissima diretta, oltre alle gesta degli atleti, commentate con grande competenza tecnica, non ha mancato di mostrare con splendide riprese dall’alto le bellezze di Pescara, la sua “linea del cielo”, il fiume, le piazze, il Ponte del Mare e soprattutto la nostra scenica riviera, forse la più bella del Paese ed unica perché cinge per chilometri lo stesso cuore pulsante e dinamico della città.
Tanti e troppi disagi ha poi comportato la Maratona (Inline Skating Marathon, se più vi piace), disputatasi tra Pescara, Francavilla e Montesilvano sabato 21.
Segno evidente che più di qualcosa è ancora da rivedere a livello di informazione ai cittadini e di coordinamento e sinergie adottate da un numero di soggetti istituzionali che si rivela ancora una volta eccessivo.
Tuttavia è innegabile il successo e la proficua pubblicità resa ad una città che però adesso ha bisogno di rimarcare di fronte al mondo con continuità le proprie peculiarità positive, cominciando proprio dal G7 della Cooperazione e dello Sviluppo in programma il 24 e 25 ottobre prossimi.
Dato a Pescara quello che è suo, bisogna peraltro osservare che agli occhi di molti addetti ai lavori la vera rivelazione di questa parte di Mondiali in Abruzzo è stata la sua città contermine: quella Montesilvano che si è presentata all’appuntamento con la sua veste migliore. Grande e già nota ricettività alberghiera, riviera dritta e spazzata da ingombri, una situazione quasi irreale per un posto dove ad ogni ora del giorno potevi vedere (magari solo in alcuni fortunati posti) ragazze e ragazzi che si allenavano felici sfrecciando al sole e mostrando, con l’allegro alternarsi di strilli e sorrisi, di divertirsi di cuore, molto più che impegnarsi in una dura preparazione della gara. Ma soprattutto ha spopolato un impianto sportivo spuntato quasi nascostamente in una da sempre anonima via Alfieri, dove al posto di uno degli ultimi pratoni rimasti liberi alla Marina è venuto su un Pattinodromo di quelli che se ne vedono pochi dalle nostre parti.
Un autentico gioiello, occorre riconoscerlo, in cui la perfetta rispondenza ai requisiti tecnici si sposa ad una eleganza che definirei “sportiva” di linee e di colori (un magnifico trionfo di azzurro-celeste che fa pensare allo spazio illimitato e al movimento del mare). La struttura è dotata di due tribune, una metallica e l’altra in cemento. per una capienza totale di poco più di mille posti e di una pista molto tecnica e veloce, per via del raggio relativamente più stretto del solito e di una pendenza parabolica maggiore.
L’abruzzese Sabatino Aracu, presidente della citata Federazione Internazionale, ha parlato di “vero festival dei giovani” ed in effetti chi, come chi scrive, si è intrattenuto più giorni all’interno dell’ellisse montesilvanese è stato colpito dalla fresca spontaneità e dalla sana allegria di pubblico e atleti, questi ultimi praticamente tutti giovanissimi e provenienti da ogni angolo della terra.
E quando vedi due squadre confrontarsi in una contesa arcigna e dai ruvidi contatti come il “Roller derby” (l’abbiamo detto, è intraducibile), lanciarsi urla di guerra assordanti e minacciose per poi subito dopo la fine delle ostilità abbracciarsi e promettersi di rivedersi per una bevuta … o altro, allora ti convinci che sta proprio qui la vittoria dello sport su diversità e diffidenze e come, al pari della musica, unisca in una sola grande anima muscoli e cuori.
Ah, dimenticavo: l’Italia si è piazzata prima assoluta nel medagliere finale di tutte le specialità di questi mondiali, grazie a 31 ori, 32 argenti e 34 bronzi.
Della serie: quando le rotelle ci sono tutte e girano nel verso giusto contro di noi non ce n’è per nessuno