Francesco Paolo Tosti

di Pasquale Criniti

Francesco Paolo Tosti (Ortona, 9 aprile 1846 – Roma, 2 dicembre 1916) è stato un compositore, autore di celebri romanze.

Figlio del commerciante ortonese Giuseppe e di Caterina Schiani, nel 1858 iniziò a frequentare il Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli studiando oltre al violino contrappunto e armonia con Carlo Costa e composizione col maestro Saverio Mercadante e si diplomò in violino e composizione nel 1866.

Iniziò a lavorare organizzando spettacoli e dirigendo opere per gli impiegati della ferrovia adriatica, seguendo i lavori tra Ortona e Ancona; si trasferì poi a Roma dove, sfruttando la sua voce tenorile, iniziò ad esibirsi come cantante.

Grazie a questa attività divenne una celebrità ed iniziò a frequentare gli ambienti mondani della capitale, venendo assunto come maestro di canto di Margherita di Savoia, la futura regina d’Italia.

Qui strinse amicizia con altri due grandi abruzzesi: il poeta Gabriele D’Annunzio ed il pittore Francesco Paolo Michetti.

Giuseppe Verdi avendolo conosciuto lo raccomandò al direttore d’orchestra tedesco Hiller come uno dei pochi maestri di canto italiani di valore.

A trentatré anni si trasferì a Londra dove, grazie al Lord Mayor, che lo aveva invitato a suonare ed a cantare in un suo ricevimento,

ed all’appoggio del celebre violoncellista Gaetano Braga, suo corregionale che aveva già il suo posto nella Londra vittoriana,riuscì a farsi apprezzare come maestro di canto.

A Buckingam Palace, Tosti divenne così maestro di tutti i figli della regina Vittoria ed il duca e la duchessa di Connaught lo invitarono come organizzatore delle “ducali” serate musicali, facendosi presto imitare da tutta l’aristocrazia inglese.

L’editore londinese Chappel gli propose un favoloso contratto per almeno quattro romanze l’anno facendogli decidere di stabilirsi definitivamente a Londra ed a prendere casa in Mortimer street.

Diventò docente nelle massime istituzioni didattiche di Londra come la Royal Academy of Music e il Royal College of Music; le sue romanze e le sue canzoni tutte diventavano celebrati successi ed a lui veniva affidata l’organizzazione dei concerti e delle serate musicali della corte inglese.

Fra gli aristocratici suoi allievi c’era oltre a tutta la famiglia reale inglese (la regina Vittoria menzionò frequentemente nei suoi diari segreti le lezioni di Tosti ai suoi figli), la regina di Spagna e quelle di Norvegia, Svezia e Romania, oltre la sfortunata Alessandra moglie dello zar Nicola II.

Sempre con lui studiavano e si esibivano grandi cantanti come Caruso, i baritoni Antonio Scotti e Victor Maurel e la soprano Luisa Tetrazzini.

Nella primavera del 1892 Tosti iniziò a collaborare con il grande soprano australiano Nellie Melba per numerosi concerti; a lei dedicò molte sue romanze su testo inglese.

Nel 1893 ospitò a Londra Pietro Mascagni con la moglie, introducendolo a corte.

Per tutto il suo periodo inglese continuò ad aver rapporti con l’Italia, dove trascorreva regolarmente alcuni periodi nei quali frequentava nel Convento di Francavilla, diventato la casa del pittore Francesco Paolo Michetti, Gabriele D’Annunzio, Matilde Serao, Edoardo Scarfoglio, Costantino Barbella, Guido Baggiani ed i tanti intellettuali dell’Italia umbertina che avevano fatto del piccolo borgo sull’Adriatico un cenacolo d’arte, di cultura e di qualche sregolatezza.

Anche a Napoli Tosti si recava con frequenza: nel 1886 compose su testo di Salvatore Di Giacomo “A Marechiare”, uno dei suoi maggiori successi divenuto un classico della canzone napoletana.

Nel 1889 sposò a Londra Berte Victoria Jeanne Marie de Verrue, che sopravvisse al marito e morì a Parigi nel 1943.

Nel 1890, nella villa Ricordi a Cernobbio, Puccini lesse a Tosti ed a Giulio Ricordi il primo libretto della Manon Lescaut: era uno dei primi incontri tra Tosti e Puccini, che rimasero da allora sempre legati da profonda amicizia.

Pur riluttante nel 1906 accettò anche la cittadinanza britannica concessagli dal re Edoardo VII, successore della regina Vittoria, che nel 1908 gli conferì il titolo di Grande Ufficiale del Reale Ordine Vittoriano (del quale era già un commendatore).

Giorgio V, successore di Edoardo VII, fu anch’egli allievo ed estimatore del musicista.

A 66 anni Tosti decise di rientrare definitivamente in Italia con la moglie e di stabilirsi a Roma, dove morì in un appartamento dell’Hotel Excelsior il 2 dicembre 1916.

Pochi giorni dopo, nonostante l’Italia fosse in piena guerra, si svolse in forma maestosa il suo funerale, cui intervennero personalità della politica, della musica, dell’arte, della scienza e dell’aristocrazia.

Le spoglie, deposte al Verano, furono traslate ad Ortona 44 anni dopo, nel settembre 1960.

Tra le sue oltre quattrocento romanze per canto e pianoforte, i cui testi vennero scritti anche da poeti come Antonio Fogazzaro, Rocco Pagliara, Naborre Campanini e Gabriele d’Annunzio, e sono stati interpretati dalle voci di Enrico Caruso, Tito Schipa, Giuseppe Di Stefano, Alfredo Kraus Jussi Bjorling, Luciano Pavarotti, Mina e José Carreras, si ricordano brani tuttora molto eseguiti, quali: L’alba separa dalla luce l’ombra, Malìa, Vorrei morir, Non t’amo più, L’ultima canzone e Ideale.

Queste le composizioni scritte per i testi di Gabriele d’Annunzio (1880 – 1899):

– Visione.

– Buon Capodanno.

– Vuol note o banconote?

– En Hamac.

– Notte bianca.

– Arcano.

– Vorrei.

– Per morire.

– A vucchella.

– Quattro canzoni d’Amaranta.

La casa natale di Tosti fu il palazzo Corvo, semplice struttura corposa in bugnato con cortile interno, costruito nel XVI secolo sopra l’ex convento di Sant’Agostino e sopravvissuto ai bombardamenti del 1943; oggi è la sede dell’Istituto Nazionale Tostiano che si occupa di far conoscere la tradizione musicale abruzzese e conserva manoscritti originali del compositore ed il suo sigillo nel quale aveva impresso il motto “Vivi e lascia vivere”.

Il teatro principale della città di Ortona, costruito nella metà del XIX secolo in forma neoclassica con decorazioni sulla facciata di stampo greco-classico, proprietà privata, fu donato al comune negli anni novanta e da allora è dedicato a Tosti.

L’opera omnia delle composizioni musicali con oltre 400 titoli in italiano, inglese, francese, napoletano ed abruzzese è edita in 14 volumi dalla Casa Ricordi e dall’Istituto Tostiano.

La sua musica ha avuto successo ovunque nel mondo; un concorso di canto, dedicato interamente al repertorio tostiano, si svolge persino nell’Estremo Oriente a Nara, antica capitale del Giappone.

Lascia un commento