Eremo di San Michele Arcangelo

di Simona Speziale

Tra gli eremi abruzzesi edificati lungo i tratturi dedicati alla transumanza, l’Eremo di San Michele arcangelo è uno splendido esempio di luogo di culto/rifugio, immerso nella pace del monte Pizzalto. Si trova a metà strada sulla piana di Quarto Grande, tra Pescocostanzo e il Bosco di Sant’Antonio in provincia di L’Aquila.

È questa l’area degli Altipiani Maggiori d’Abruzzo, compresi tra il massiccio della Maiella, i Monti Marsicani e il Parco nazionale d’Abruzzo. Immersa nella natura tra vallate verdi, pascoli e montagne, suscita pace e tranquillità. Ci si arriva attraverso un sentiero facilmente raggiungibile in macchina.

L’Eremo risale al XII secolo ed è completamente ricavato dalla roccia su cui è addossata la facciata in pietra. Quest’ultima a L presenta un lato lungo con due porte che danno rispettivamente accesso, una alla chiesa e l’altra alla cappella funebre della famiglia Ricciardelli, separate da una nicchia a tutto sesto all’interno della quale si nota una traccia di intonaco dipinto e su cui è incisa la frase:”Confaloniere Celeste custodiscici“.

Il lato corto della facciata immette invece all’area usata anticamente come ricovero che comprende due piani con due stanze ciascuno.

L’interno ha un impatto molto deciso sul visitatore perché ci si trova di fronte la viva roccia: una grotta ampia completamente pavimentata con lastre di pietra bianca, in fondo alla quale si trova l’altare semplice in pietra bianca su cui anticamente era posta la statua di San Michele che oggi si trova nella Chiesetta del Rosario in paese. Di grande pregio artistico sono: la balaustra realizzata in pietra bianca finemente scolpita che separa il presbiterio dalla parte riservata ai fedeli e le aperture a strombo presenti accanto all’entrata sulla facciata principale su cui sono incise tre frasi: “Le leggerezze lasci leal letizia”, “Inimici implicati isdegna intendere”, “Gravati gemendo giustificatevi”.

San Michele protettore dei boschi è simbolo di coraggio, di forza. Il suo culto è legato a quello dell’acqua e alle sue proprietà. Nell’area circostante il 16 agosto si organizza una festa con pranzo all’aperto nell’area picnic in cui si può degustare il piatto tipico, agnello al cotturo.

Merita una visita Pescocostanzo, rinomata meta turistica e il meraviglioso Bosco di Sant’Antonio con alcuni degli esemplari di alberi monumento rimasti.

Foto di Giuseppe Gianfranco

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