I sintomi della esasperazione?
I sintomi della esasperazione? “Comune e palazzinari di merda”
di Mauro De Flaviis
Cari lettori, siamo arrivati tardi con l’appuntamento di luglio sforando ad agosto e ce ne scusiamo.
È impossibile non ragionare sull’imbrattamento della palazzina ad angolo tra Viale Europa e Via Danimarca avvenuto nella notte tra il primo e il secondo giorno di luglio. Abbiamo chiesto ai nostri collaboratori tecnici, gli architetti Elio Fragassi, Sara Tarricone e Giuseppe Di Giampietro, un approfondimento su quanto accaduto e pubblichiamo il testo integrale della lettera, già parzialmente pubblicata da Il Centro del 07 luglio, dell’architetto Dottore di Ricerca in Urbanistica e Segretario Sezione Istituto Nazionale Urbanistica Abruzzo e Molise Aldo Cilli. Abbiamo letto la lettera dell’architetto montesilvanese Cilli rinvenendovi molte delle considerazioni più volte espresse su queste colonne e lo abbiamo immediatamente cercato per pubblicare la sua riflessione in forma integrale e lo ringraziamo della disponibilità dimostrata. Vi consigliamo la lettura di tutti i contributi al fine di costruire una vostra consapevolezza sul tema sollevato dall’imbrattatore.
L’atto dello spargimento dello sterco è inequivocabilmente da condannare e confidiamo gli autori del gesto siano rintracciati e paghino per il danno arrecato all’immagine della città e alla proprietà imbrattata. Purtroppo, sono passate quattro settimane senza che nessun elemento sia emerso e non pare le molte telecamere installate in città siano riuscite a raccogliere elementi tali da permettere l’identificazione degli autori di questo insano gesto.
Oltre al gesto dell’imbrattamento è stata apposto una esplicita scritta sul recinto della palazzina oggetto di contestazione, la riportiamo di seguito: “COMUNE E PALAZZINARI DI MERDA”.
Lo ripetiamo nuovamente, il gesto in sé è da censurare, ma gli abitanti delle zone oltraggiate dal combinato disposto di regolamenti insani e dalla modalità operativa dei costruttori locali, sono esasperati perché si vedono negati diritti inalienabili come l’irraggiamento solare, la privacy per abitazioni distanti 10 metri, marciapiedi, parcheggi, parchi e verde e servizi efficienti.
È evidente le abitazioni prossime agli interventi che hanno visto la sostituzione di abitazioni a 2-3 piani con palazzine da 7-8 piani negli stessi spazi, già angusti in precedenza, hanno subito una notevole riduzione della qualità degli spazi pubblici. Il caso di Viale Europa angolo Via Danimarca purtroppo non è l’unico, ma è l’ultimo evento di una lunga serie, tra i quali Via Romagna, Via Calabria, Via Leopardi, Viale della Liberazione.
È inspiegabile come i costruttori continuino a preferire la massimizzazione dei volumi costruiti a scapito della qualità del contesto quando la domanda si fa sempre più esigente. Inoltre tali interventi non paiono remunerare l’investimento, stante le difficoltà a trovare acquirenti disposti ad alloggiare in abitazioni posizionate in ambiti urbani scarsamente dotati di standard.
Quasi certamente quegli abitanti hanno perso la fiducia nella pubblica amministrazione e probabilmente qualcuno di questi ha ceduto alla tentazione di inscenare questo gesto estremo per attrarre l’attenzione di una amministrazione a dir poco distratta?
Gli attuali amministratori, in larga parte attori della scorsa giunta e consiliatura, negli ultimi cinque anni non hanno ritenuto necessario procedere alla revisione delle regole, se non una marginale revisione concessa al combattivo e poi trombato consigliere Di Stefano, in contrasto con quanto promesso nella campagna elettorale di cinque anni fa.
Questo e altri interventi su cui si riversa il rancore dei cittadini sono stati avallati dagli uffici comunali, vergati dal dirigente preposto attualmente in carica, voluto e nominato dall’ex Sindaco Maragno.
E ora?
Apparentemente gli amministratori appena eletti sono determinati a modificare le regole e a questo proposito vi rimando all’intervista effettuata all’attuale assessore all’urbanistica che identifica come prioritario procedere al cambio delle regole al più presto.
Sarà sufficiente per far cambiare idea all’autore della scritta “COMUNE E PALAZZINARI DI MERDA”?
Quanti tra voi lettori hanno simpatizzato con l’autore della scritta ritenendo veritiere quelle parole anche se in disaccordo con la modalità della protesta? Vi sollecito a scriverci (redazione@ilsorpassomts.com) indicandoci la vostra opinione a riguardo.
Cosa possiamo fare, almeno fino a quando le regole non saranno modificate per proteggere la qualità ambientale della nostra città? Esiste lo strumento dell’accesso agli atti per controllarne la regolarità e il successivo, ed eventuale, ricorso al TAR nel caso riterrete non regolare il permesso a costruire. Vigilate cittadini a vantaggio dei vostri interessi!
Nel caso di specie di Viale Europa – angolo Via Danimarca è pendente un ricorso al TAR di fine luglio 2018 contro:
- Il permesso di costruire A17-28 del 28 Aprile 2017 rilasciato dal Comune di Montesilvano;
- Il Piano regolatore del Comune di Montesilvano approvato con delibera n. 20/2001 del consiglio Comunale;
- Il regolamento edilizio del Comune di Montesilvano.
A questo ricorso ne è seguito un successivo per motivi aggiunti depositato il 02 gennaio 2019, essendo emersa nel frattempo una variante del permesso a costruire.
Se l’amministrazione non è in grado di difendere gli interessi della comunità nell’atto delle sue funzioni (rilascio dei permessi a costruire), riteniamo la strada più efficace da seguire non è quella di imbrattare con sterco i manufatti ritenuti non accettabili, ma armarsi di pazienza e ricorrere alla giustizia amministrativa, sperando che questa sia tempestiva.
Cambiando tema e prendendo spunto da quanto accaduto negli ultimi giorni nel nostro paese mi ha fortemente colpito il commento del Presidente della commissione cultura della Camera dei Deputati On. Ing. Luigi Gallo a seguito delle prime risultanze delle prove Invalsi.
Alla rilevazione 2019 dei livelli di apprendimento degli studenti delle scuole italiane hanno partecipato: 28.716 classi di seconda primaria per un totale di 525.563 alunni; 29.670 classi di quinta primaria per un totale di 560.550 alunni; 29.231 classi di terza secondaria di primo grado per un totale di 572.229 alunni; 26.845 classi di seconda secondaria di secondo grado per un totale di 541.147 alunni; 25.884 classi di quinta secondaria di secondo grado per un totale di 479.482 alunni. Da queste rilevazioni emerge un meridione in difficoltà rispetto al centro e al nord Italia, mettendo in evidenza si debba lavorare per permettere all’offerta formativa di colmare il divario di competenze tra studenti di aree differenti del paese.
L’On. Gallo a caldo ha affermato sul suo profilo facebook, commento in seguito rilanciato dalle agenzie di stampa: “Le valutazioni da sole non bastano se non vengono accompagnate da un lavoro serio, che migliori davvero la scuola. Investiamo sull’ente di ricerca #indire per sviluppare i processi di miglioramento di ogni singolo istituto. E nel frattempo togliamo l’obbligatorietà del Test Invalsi. Sono 20 anni che si mappano i problemi, ora concentriamoci sulle #soluzioni”.
Le prime prove Invalsi sono relative all’anno scolastico 2004/2005 (vedi archivio www.invalsi.it) e da allora ad oggi hanno permesso di rilevare le differenze tra le aree, tra le scuole e tra le sezioni.
È evidente a tutti sia necessario agire per permettere il recupero delle scuole in difficoltà, ma con lo strumento in essere è possibile rivelare se gli interventi che si sono attuati e si attueranno sortiranno gli effetti sperati. Se come richiesto dall’On. Luigi Gallo va eliminata la obbligatorietà delle prove Invalsi come sarà possibile valutare l’effetto degli interventi? È per me incredibile come un collega ingegnere, tra l’altro insegnante, possa non comprendere come sia importante valutare oggettivamente la reazione del sistema scuola ad ogni azione di miglioramento sviluppata. La politica del governo del cambiamento con tutto il caravanserraglio a corredo a me sembra quasi esclusivamente intenta a svolgere propaganda invece che occuparsi di identificare come apportare il cambiamento necessario alle regole per modificare la traiettoria di declino del paese.
Quello che sta accadendo nel nostro paese ha dell’incredibile, quando un cambiamento sembra minacciare lo status quo esso va rimosso; è meglio non conoscere che conoscere.
Che confusione!
Arrivederci a settembre.