Il 5 per mille: “una scelta di civiltà e di solidarietà fiscale”

del Dott. Dario Antonacci (Giurista e Cultore della Materia in Diritto Notarile nell’Università degli Studi di Bologna)

Ogni anno, il contribuente, si trova a dover compilare la dichiarazione dei redditi, così da versare all’erario le imposte in misura percentuale al proprio reddito.

Nello specifico, tra le varie imposte che il cittadino deve imputare nella propria dichiarazione dei redditi, vi è l’IRPEF, acronimo, che sta a indicare “Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche”. Tra le voci dell’imposta da ultima citata, rientra, anche, il cosiddetto 5 per mille.

Il 5 per mille, vista la sua ratio, è un aspetto contributivo rilevante, considerata la funzione che il legislatore ha voluto attribuirgli. Infatti, nella vita del contribuente e, soprattutto, nella vita di determinati enti, quali, per citarne alcuni, associazioni o comunque enti non profit, Università, istituti di ricerca scientifica e sanitaria, tale contributo incide in maniera rilevante, visto che per le organizzazioni appartenenti al terzo settore, ossia la categoria di enti che rispondono alle peculiarità di enti “non profit”, vale a dire che non perseguono finalità di lucro, essendo per loro stessa natura mosse da finalità di volontariato o comunque di utilità sociale, le entrate derivanti dai 5 per mille a loro destinati, nella maggior parte dei casi, costituisce la più importante fonte di sostentamento sotto il profilo economico.

Dal punto di vista tecnico, il 5 per mille è un versamento obbligatorio da effettuarsi, da parte di ciascun contribuente, nelle casse dello Stato contestualmente alla dichiarazione dei redditi. Infatti, il meccanismo del versamento del 5 per mille, prevede che, inizialmente, il versamento stesso, converga nelle casse dello Stato, il quale, successivamente, provvede a corrispondere all’ente beneficiario le varie quote, allo stesso destinato, secondo le scelte di ciascun contribuente. Per designare l’organizzazione nei confronti della quale il contribuente ha deciso di devolvere il proprio 5 per mille è sufficiente che, nella redazione della dichiarazione dei redditi, nell’apposito spazio riservato alla quota in oggetto, venga inserito il codice fiscale dell’ente beneficiario prescelto.

Nonostante il 5 per mille configuri una parte di tasse che ognuno, prescindendo dalla circostanza che venga destinato o meno ad un ente ammesso a beneficiarne, è tenuto a versare in favore dello Stato, è opportuno segnalare che, per i contribuenti, la destinazione del proprio 5 per mille ad uno degli enti rientrante nella categoria dei potenziali destinatari, non ha alcun costo. Invero, la quota del 5 per mille è comunque dovuta dal contribuente che, scegliendo la destinazione, ha il privilegio di poter decidere liberamente a chi destinare la quota in oggetto. Diversamente, nel caso in cui il contribuente decida di non destinare a nessun ente la propria quota del 5 per mille, tale quota di imposta, comunque da versare, andrà a rimpinguare le casse dello Stato medesimo, senza che alcun ente, in tal modo, ne possa trarre beneficio.

Lo Stato, con la previsione della quota del 5 per mille, riconosce la possibilità, a ciascun contribuente, di compiere un gesto solidale che è da considerarsi di estrema civiltà, visto che, scegliendo, si sostengono economicamente organizzazioni che svolgono attività socialmente rilevanti, ossia enti che, tendenzialmente, sono accomunati dalla promozione sociale.

Una risorsa che risulta particolarmente utile e, al contempo, funzionale, sia per i contribuenti che, in tal modo, possono scegliere liberamente a chi destinare la propria quota del 5 per mille, che per gli enti medesimi, cosicché, a quest’ultimi, viene data la possibilità di essere scelti, è fornita dalla Agenzia dell’Entrate, la quale mette a disposizione dei vari utenti, mediante la pubblicazione sul proprio sito internet, l’elenco permanente degli iscritti, che viene periodicamente aggiornato, dove per iscritti bisogna intendere le organizzazioni che possono giovarsi del 5 per mille.

Visto che il 5 per mille, come detto, è una quota dell’IRPEF che è da corrispondere, mediante la dichiarazione dei redditi, nei confronti dello Stato, è bene farlo in modo consapevole, solidale e, soprattutto, nei confronti di un ente che, a nostro parere, sia meritevole di un apporto economico, di modo che quest’ultimo possa continuare a svolgere la propria attività, anche grazie al nostro contributo.

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