Un Sogno per Mamma Africa
di Fabio Camplone
“Ma perché questi migranti non se ne restano in Africa?”
Questa è una domanda sempre più frequente nei nostri discorsi, quando si discute di immigrazione, di barconi che arrivano dall’Africa. Per rispondere a questa domanda c’è solo un modo: andare alla radice del problema, andare in Africa!
Da qualche anno, ho iniziato ad andare nel continente africano per lavoro, in Sud Africa inizialmente, poi anche in Nigeria. Quest’ultimo paese è emblematico per approfondire le tematiche dell’emigrazione inizialmente verso l’Italia, in quanto porto naturale del continente europeo. La Nigeria è oggi il paese più popolato dell’Africa; le ultime stime, molto conservative, parlano di duecento milioni di persone, 200 milioni! Se poi consideriamo il tasso di crescita attuale, saranno quattrocento milioni entro il 2028, 400 milioni! Oggi le condizioni di vita nel Paese sono drammatiche, immaginate fra dieci anni. Più di 16 milioni vivono oggi nella sola Lagos, capitale economica e commerciale del paese. La mia attività lavorativa e quindi la mia testimonianza diretta, riguardano proprio questa città.
Già prima di partire per l’Africa, per la Nigeria in particolare, ci si rende conto che sarà un’esperienza forte: ho dovuto effettuare una decina di richiami di vaccinazioni, perché quelle fatte da bambino non sono più efficaci e in Nigeria ci sono purtroppo tantissime malattie che in Europa abbiamo debellato, con i vaccini decenni fa e tanto criticati da alcuni nostri compatrioti dalla memoria corta, ma questa è un’altra storia…. La Global Security dell’azienda mi invia prima di ogni partenza tutte le informazioni in merito alla trasferta: non entro nei dettagli, sono comunque scortato dall’atterraggio a Lagos fino alla ripartenza, anche durante le rare cene in ristoranti vicini all’hotel, dotato quest’ultimo di check-point militare all’ingresso.
Ci sono milioni di persone che vivono, meglio sopravvivono, in strada, di espedienti, le foto allegate parlano da sole. Delle malattie ho già detto e potete immaginare; l’Educazione e la Sanità sono solo per i pochi che possono permettersele, la corruzione e l’inflazione galoppano; una delle ultime volte che sono stato lì, sono stato sollecitato dalla Global Security aziendale a lasciare al più presto il Paese perché si prevedevano rivolte contro l’ennesimo aumento del prezzo del carburante. Questa è la mia testimonianza diretta della Nigeria, sono sicuro che in molti altri paesi dell’Africa la situazione, o meglio, la disperazione della popolazione, sia comunque simile o anche peggiore, laddove ci sono tuttora guerre civili.
Facendo tesoro dell’esperienza maturata in questi viaggi mi è molto chiaro perché queste persone scappano, o cercano di farlo, in ogni modo, da questa realtà: chi di noi non scapperebbe insieme ai propri figli dall’Inferno?
Non è sicuramente facile e non possiamo pensare di risolvere questa crisi dall’oggi al domani, ma ritengo che chiudere i porti non serva assolutamente a niente, contribuirà solamente ad aumentare la percentuale, già alta, di morti e disperati.
La soluzione qual è? Il mio sogno è il seguente: una guida forte dell’Italia per allineare tutta la Comunità Europea verso un supporto pluriennale, a tutti i livelli, dell’Africa in Africa: sarà una compensazione di tutto lo sfruttamento coloniale del passato, ma con le ferite ancora sanguinanti oggi.
I benefici non tarderanno ad arrivare perché gli amici africani sono campioni di riconoscenza. Spero che dopo la condivisione della mia esperienza nessun lettore si faccia più la domanda iniziale e che il mio sogno possa avverarsi nel prossimo futuro.
Solo così daremo a Mamma Africa la dignità che merita e chiuderemo una pagina buia del passato.
Questo è il mio modesto contributo per capire meglio e agire insieme