Grande Pescara ? Uno degli atti storicamente più importanti.
Riassunto del Consiglio Comunale di Montesilvano
Punto all’ordine del giorno: Parere del comune sulla fusione di Montesilvano, Spoltore e Pescara.
di Simona Speziale
Questa mattina si è tenuto il consiglio comunale di Montesilvano con all’ordine del giorno un tema molto importante per il futuro della nostra città: Parere del comune sulla “Grande Pescara”.
Si sperava nella presenza di tanti cittadini che negli ultimi mesi si sono dimostrati contrari all’unione, ma ho dovuto constatare una rumorosa assenza da parte di chi sarebbe davvero interessato quanto meno a cercare di capire le dinamiche che potrebbero divenire realtà di qui a pochi mesi a discapito purtroppo di tutta la cittadinanza.
Il sindaco Francesco Maragno ha aperto la consultazione con un intervento in cui si è dichiarato completamente contrario all’unione.
Le parole del Sindaco:
“Nel 2014 i cittadini hanno votato a favore della creazione di un unico comune non so sinceramente con quanta convinzione e con quanta adeguata informazione i cittadini abbiano espresso la loro votazione, sta di fatto che quella votazione è stata favorevole”. Il Sindaco ha continuato “C’è da dire che in quel momento c’era un Comitato che ha lavorato affinchè il voto fosse indirizzato verso la fusione dei comuni e non ci furono pareri discordanti rispetto a quelli del comitato perchè tutti gli interlocutori erano impegnati nella campagna elettorale partitica.” “Per quasi tre anni quel progetto è rimasto in un cassetto della Regione Abruzzo e all’improvviso a fine 2017 rispolverato quando tutti ormai avevano dato per scontato che quella idea di fusione aveva nel tempo lasciato il passo ad una considerazione magari più matura”. “C’è stata un’accelerazione troppo repentina probabilmente ingiustificata ed ingiustificabile, che ha rispolverato due progetti di legge la 206 e la 207 del 2016 della Regione Abruzzo che ponevano come termine della procedura amministrativa e quindi di fatto l’inizio della fusione di dei comuni il 1 gennaio 2019, indicando un percorso di tre anni che avrebbe dovuto portare ovviamente alla fusione dei comuni.” “Non so se quel termine potesse essere congruo sta di fatto che ormai mancano pochi mesi.”
“Inutile parlare di perplessità se non addirittura di contrarietà, rispetto ad un progetto di legge che sostanzialmente non dice nulla che sostanzialmente è un documento vuoto, un contenitore senza contenuto che in un attimo dovrebbe cancellare la storia originaria di una realtà come Montesilvano”.
Queste le parole del sindaco Maragno che ha continuato con le motivazioni inerenti l’aspetto economico e organizzativo sottolineando le spese e i disservizi che si verrebbero a creare soprattutto nei primi anni esprimendo alla fine del suo intervento un parere assolutamente negativo all’unione.
La parola è poi passata ai consiglieri, Pietro Gabriele si è espresso per il no secco per diversi motivi uno dei quali la mancanza di attenzione in questi anni di Pescara nei confronti di Montesilvano e Spoltore, nessun evento, nessun impegno, niente di condiviso che potesse accentuare la volontà di costruire questa realtà. Gabriele Di Stefano ha tirato fuori le catene ed i lucchetti perchè avrebbe voluto incatenarsi per dar forza a quello che oggi sostiene. Ribadisce il no alla fusione dice “in quanto migliaia di cittadini raggiunti in questi giorni, solo ora prendono coscienza dei malaugurati effetti che questo marchingegno politico genererebbe alla loro normalità di vita. Montesilvano ha una storia un’identità un futuro diverso da quello di una metropoli”. La frase che sottolineo del signor Di Stefano è questa “Ad ogni cittadino che incontro parlo della Grande Pescara e mi rispondono che cos’è? non lo sappiamo! E tu perchè non ci hai informati? Non è che io come consigliere comunale potevo informare o fare una campagna elettorale per il si” a mio parere non doveva farlo come consigliere comunale ma come uomo, come montesilvanese.
La parola è poi passata a Lino Ruggero, che ha sostanzialmente condiviso l’intervento del Sindaco ma si sente di precisare che se la gente ha votato si non si può andare contro il loro parere, critica i metodi adottati, la tempistica e ritiene che se le cose si facessero a lungo periodo ci sarebbero sicuramente dei vantaggi. Esorta d’altro canto i politici ad essere realisti e costruttivi e a non basare le campagne elettorali su utopie irrealizzabili che poi portano a queste conseguenze. Di fare in modo che l’ impegno politico sia finalizzato ad ottenere il bene della comunità e non la faziosità di una bandiera anzichè un’altra. In ultimo si definisce favorevole ad un unione che sia fatta nel tempo e con regole precise dettate tutti insieme, perchè non può negare il parere positivo della gente, l’utilità, la convenienza economica, lo snellimento, l’emancipazione politica dell’assise che si andrà a rappresentare ma solo ed esclusivamente se le decisioni saranno prese insieme e con delle tempistiche più ampie.
Valentina Di Felice definisce il suo intervento frutto di cuore e di pancia ma non di testa, e precisa che oggi si vota questa delibera perchè il Governatore D’Alfonso, ha chiesto di esprimere un parere sulla proposta della delibera 207 del 2016. Precisa che il consiglio regionale non si è adoperato nel termine dei novanta giorni stabiliti per dar seguito al volere della gente. Si parla di rispettare la volontà popolare ma in realtà chi per primo non lo ha fatto è stato il consiglio regionale che non ha rispettato le tempistiche. Non si spiega la Di Felice come mai questo iter sia stato riavviato a distanza di tre anni e con poco rispetto verso Montesilvano e Spoltore, dimenticando altresì che è obbligatorio ma non vincolante il parere dei tre comuni. La questione è stata sottolineata durante il consiglio regionale pertanto i comuni hanno ricevuto una comunicazione in cui si chiede di esprimere il parere entro domani.
A tal proposito segue l’intervento di Anthony Hernest Aliano che tra le altre cose sottolinea l’importanza del parere, in quanto il consiglio regionale per portare avanti la procedura deve necessariamente avere il parere dei tre consigli comunali i quali in questi mesi non hanno reso il proprio parere creando un disagio agli uffici regionali. Non rendere il parere significa non consentire alla regione di avviare l’iter, così ha fatto delle indagini per capire se la regione a questo punto potesse applicare la legge del silenzio assenso. Facendo una ricerca ha valutato che il silenzio assenso si applica sull’atto finale e poichè questo atto non è definitivo chiede al consiglio di non esprimere il parere e lui stesso non esprime il parere con la speranza di lasciar passare tempo e arrivare ad una soluzione più congrua.
No secco per gli altri consiglieri motivati tutti dalla tempistica troppo accelerata e dal mancato avvio dell’unione quantomeno dei servizi che secondo tutti andava fatta per tempo dando un inizio graduale alla Grande Pescara.