MONTESILVANO E LA PIAZZA CHE NON C’E’

Lettere al direttore

Montesilvano e la piazza che non c’è (storia di un ferragosto low cost)

ricevuta via mail dal Antonio de Nigro (Comitato Saline)

È la terza città d’Abruzzo per abitanti, un’espressione urbanistica crescente, case, cemento, case. Qualcuno dice che è un dormitorio di Pescara, altri la testa della nascente città metropolitana. Forse. È una probabile dimensione. Ma il cartellone estivo racconta il contrario; una successione disorganica di feste, festicciole, sagre, eventi parrocchiali, un improvvisato e meschino trenino; un allestimento alla buona del cosiddetto teatro del mare. Hanno cambiato solo l’accesso, da una scalinata in lamiere, a una gettata di cemento. Turisti? pochi. La settimana scorre, e c’è il pieno nel week end, quando arrivano gli arditi dalla provincia interna. Auto, persino bus, che parcheggiano nei vialoni, in prossimità della nascente piazza centrale, per ora solo un terreno ben recintato. I villeggianti si dirigono alle spiagge libere, hanno con sé sedie, ombrelloni, i borsoni con i panini e le frittate. Alla sera, il cambio di abito avviene con il portabagagli aperto e con gli asciugamani appesi al finestrino. Hanno un linguaggio un po’ incomprensibile, ma non sono russi, sono indigeni, e la sera li puoi trovare nelle notti bianche, rosa, incolore, utili a creare confusione e pochi affari. È l’ora delle senorite, che sorridono, ammiccano, ma io non ho più l’età. Despacito. Proseguo per il curvone, c’è un grande prato, poche luci, senza panchine, un prato a cui devono dare ancora un nome. Mi viene in mente “l’albero che non c’è “. Già, una piazza senza alberi, senza una fontana, un arredo, un simbolo, che si trasforma come per miracolo in una location per novelle bancarelle, con la luce bianca di una lampadina pendente e una musichetta che richiama i postriboli alla buona. Al mattino dopo resta solo il sacco della spazzatura, sul prato verde. È la città a vocazione turistica.

Risposta del direttore: Gentile dr. De Nigro, Lei sogna un modello di città che al momento non esiste e spero esista presto, ma dovrà convenire con me che i cambiamenti in genere non sono repentini. Se ricorda la scorsa estate la piazza dell’albero che non c’è era recintata, non dotata di prato e non accessibile. Nella presente estate ha fatto la sua comparsa nella nostra esistenza e, anche se spoglia, ha riempito un evidente vuoto nella comunità montesilvanese: la mancanza di luoghi di aggregazione. Tutto ciò che Lei segnala è purtroppo un dato di fatto, ma preferirei centrare l’attenzione sull’aspetto positivo costituito dalla presenza di una piazza.