Lettere al Direttore

   Guerra totale alla burocrazia

Di Francesco Squillante Subbiano Arezzo, ricevuta via mail il 20 dicembre 2024

Purtroppo ci siamo talmente assuefatti al dominio totale e pervasivo della burocrazia sulle nostre vite minuto per minuto, che neppure più riusciamo facilmente a percepire l’assoluta perversione di questa assurda situazione.

Legioni e legioni di burocrati di ogni ordine e grado dominano attraverso regolamenti e codici sempre più astrusi e invasivi le nostre vite, condizionano le nostre azioni e irreggimentano le nostre vite! Leggi incomprensibili con richiami ad altre norme ancor più contorte, regolamenti grotteschi, burocrati multipli ad ogni angolo ci schiacciano e opprimono facendoci sentire piccoli e incapaci ad agire e pensare autonomamente.

Per tutto ciò bisogna aprire una lotta senza quartiere, serrata e senza paura contro la supplenza da parte dei Burocrati della nostra autonoma capacità di scelta individuale, familiare, sociale, lavorativa ed economica!

La ribellione per concretizzarsi dovrà saldarsi con la Politica e arrivare ad avere la forza di ridurre in maniera draconiana i centri e gli snodi del giogo burocratico, come Musk si appresta a fare in Usa per conto del Presidente eletto Donald Trump.

Poi va disboscato in modo altrettanto draconiano il numero scandaloso di leggi e leggine concorrenti e nazionali; le leggi e i regolamenti devono essere di numero ridotto e scritte in modo comprensibile da tutti e non solo da caste ristrette di furbacchioni di regime! I centri di potere devono essere ugualmente ridotti, ma soprattutto deve essere bandita la ossessiva produzione di norme, che caratterizza questa sempre più opprimente fase storica e con il rischio che si sta concretizzando della digitalizzazione universale che potrebbe trasformare la burocrazia in un Moloch ancora più onnipresente e onnipotente!

Risposta del direttore

Grazie Francesco per la sollecitazione che mi permette di affrontare un tema di assoluto interesse. La finanziaria 2025 approvata pochi giorni fa continua a permettere una eccessiva presenza dello Stato nella produzione del valore in Italia peggiorando una situazione già delicata. Anche nel 2025 avremo uno Stato che intermedierà all’incirca il 53,8% del Prodotto Interno Lordo italiano. Dagli ultimi dati Istat disponibili e rivisti il 26 settembre 2024 e relativi al 2023 (https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/09/Conti-economici-nazionali-Anni-1995-2023-26set24.pdf) lo Stato ha speso 1.144.843 contro un PIL di 2.128.001 milioni di € e incamerato risorse per 992.108 milioni di €.

Noi tutti sappiamo che lo Stato deve amministrare la Giustizia, deve garantire una difesa, istruzione e sanità adeguate alle necessità dei cittadini, ma se questo costa più della metà di quanto nel suo complesso l’intera Nazione produce c’è più di qualcosa che non va nelle fondamenta del nostro sistema paese.

Io mi definisco un liberalista, da non confondere con liberista, e anche per questo motivo ritengo inaccettabile lo Stato intermedi oltre il 50% della produzione nazionale di prodotti e servizi. Lo Stato dovrebbe ridurre la sua area di attività alla fissazione delle regole e al controllo del rispetto delle stesse, ma dovrebbe evitare di essere produttore di beni e servizi perché imprese indipendenti potrebbero essere infinitamente più efficienti permettendo un importante beneficio per la collettività.

Solo a titolo di esempio cito la rinazionalizzazione delle Autostrade per l’Italia, prima ceduta ai Benetton senza essere stati in grado di effettuare i controlli sullo stato manutentivo della rete ceduta in concessione e poi riacquistata a caro prezzo. Oggi l’88,06% del capitale di Autostrade per l’Italia è detenuto da Holding Reti Autostradali S.p.A. che a sua volta è controllata al 51% da CDP Equity  a sua volta controllata al 100% da Cassa Depositi e Prestiti (https://www.autostrade.it/it/investor-relations/azionisti). È accettabile lo Stato non sia in grado di far gestire Autostrade per l’Italia a privati, mantenendo la proprietà della rete autostradale costruita con le nostre tasse e garantendo regole chiare e rispetto delle stesse invece di dover produrre direttamente questo servizio?

In Argentina nel 2024 Milei è riuscito a ridurre la spesa pubblica del 27% equivalente a 5 punti di PIL tagliando senza alcun timore la burocrazia, compreso interi Ministeri e leggi e regolamenti e a fine 2024 il paese ha finalmente sperimentato una crescita sostenibile con inflazione accettabile e dopo un crollo verticale del PIL derivante dal taglio della spesa pubblica.

Possiamo in Italia imitare il modello Milei?

Sinceramente me lo auguro ma osservo il Governo andare nella direzione opposta…

Josep Mustafa Mohamed Ben Borrel

Di Francesco Squillante Subbiano (Arezzo), ricevuta via mail il 24 novembre 2024

Ho deciso di ribattezzare il Vicepresidente della Commissione europea da Josep Borrel a Josep Mustafa Mohamed Ben Borrel, dato il suo vergognoso e ignobile appiattimento sulle ragioni di Hamas and Company contro i Fratelli israeliani ed ebrei. Questo Borrel sembra quasi un islamico radicale acquisito ed è arrivato al punto in totale contrasto con gli Usa nell’affermare che la UE sarebbe vincolata a rispettare le farneticanti decisioni della sedicente Corte penale internazionale, che vorrebbe incriminare e arrestare in luogo dei veri criminali mandanti del terrorismo islamico internazionale quali i teocrati iraniani, il Premier Netanyahu e il Suo Ministro Gallant! Un mondo completamente rovesciato e assurdo dove si incriminano i difensori delle vittime e si lasciano liberi i mandanti degli assassini! Per questo Borrel si merita il cambio di nome da europeo occidentale, che non è degno di portare, ad arabo islamico più adatto al Suo sentire e dire sproloquiante e farneticante!

Risposta del direttore

Gentile Francesco, comprendo la sua esternazione a seguito delle dichiarazioni dello spagnolo Josep Borrell all’epoca alto rappresentante UE e provo a riportare le dichiarazioni di Josep Borrell dall’ansa del 23.11.24, tenendo in considerazioni esse sono estrapolate da un discorso più organico.

“La decisione della Corte penale internazionale non ha nulla a che fare con l’antisemitismo e non è una decisione politica.

Sono allarmato dall’estrema politicizzazione delle reazioni alla decisione della Corte.

Voglio alzare la mia voce a sostegno della Corte penale internazionale e ricordare che le sue decisioni sono vincolanti per i Paesi Ue.

Non c’è niente di più crudele, più stupido, più inaccettabile dell’antisemitismo, la peggiore invenzione dell’umanità. Ma questa parola non può essere usata invano: l’antisemitismo ci riporta ai momenti bui della nostra storia e abbiamo la responsabilità che questo non accada di nuovo. Ma non bisogna dire che tutti sono antisemiti: io non sono antisemita, i dipendenti delle agenzie dell’Onu non sono antisemiti.

Ho il diritto di criticare il governo Netanyahu, perché è un governo democratico, così come hanno il diritto di criticare qualsiasi altro governo al mondo. Ma criticare il modo in cui conduce la guerra non mi rende antisemita. I migliori amici del popolo israeliano sono quelli che ricordano che c’è un limite al diritto di difesa. E questi limiti si basano sul diritto internazionale e sul rispetto della dignità umana.

Abbiamo sostenuto la Corte penale internazionale quando ha deciso di emettere un mandato di arresto contro Putin: non possiamo scegliere le decisioni che ci piacciono e quelle che non ci piacciono, e dobbiamo garantire che la Corte penale internazionale sia in grado di funzionare senza minacce e intimidazioni.

Non è sempre stato facile rappresentare l’Ue di fronte a questo conflitto. I Paesi membri sono profondamente divisi: basta guardare le reazioni davanti alla decisione della Corte penale internazionale

Se c’è impunità, non ci sarà mai giustizia. E quello che vediamo fare alla Corte penale internazionale è lavorare per porre fine all’impunità”.

Onestamente non mi sembra ci sia un appiattimento sulle posizioni di Hamas ma il riconoscimento della valenza della Corte penale internazionale che non può essere acclamata quando emette il mandato di cattura per il leader russo e allo stesso tempo ignorata quando lo emette per i leader israeliani responsabili della modalità di ingaggio nella striscia di Gaza (primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della difesa israeliano Yoav Gallant) e contemporaneamente per il capo del braccio armato di Hamas Mohammad Deif (secondo Israele, Deif è stato ucciso il 13 luglio in un attacco nel sud della Striscia, ma Hamas ha smentito).

Sia i leader israeliani che il capo di Hamas sono incriminati per presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità e al netto di riconoscere il fatto che gli aggressori sono i palestinesi è comprensibile la Corte penale internazionale abbia valutato la reazione degli israeliani eccessiva avendo causato la morte di oltre 45.000 palestinesi tra i civili e l’emigrazione dalla striscia di Gaza di oltre 100.000 palestinesi dall’ottobre del 2023.

La Corte penale internazionale ha incriminato entrambe le parti, israeliani e Hamas, per presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità e ritengo ciò non lontano da un approccio pragmatico. Se Borrell difende l’operato della Corte penale internazionale perché dovremmo definirlo appiattito sulle posizioni di Hamas?

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