Si riparte!
Cari lettori, l’estate è passata, la scuola si è riattivata e siamo tornati alla normalità sempre accompagnati dagli effetti della pandemia che non ci permettono ancora piena libertà di movimento e di relazione. Anche se con umore non gioioso, noi siamo sempre qui ad accompagnarvi facendovi partecipi della nostra lettura sulla realtà locale e non solo. Grazie per mostrarci affetto e vicinanza con i vostri innumerevoli messaggi di stima!
In questo numero non potevamo esimerci dall’approfondire gli effetti dell’evento che ha stravolto Pescara il 1° agosto scorso. In una delle giornate più torride degli ultimi anni, con la presenza di un imponente vento caldo, un incendio di proporzioni importanti ha assalito la Pineta Dannunziana e minacciato le abitazioni che la circondano. Si sono vissuti momenti di terrore pensando alla incolumità degli abitanti e al danno che flora e fauna della Pineta stavano subendo. L’intera comunità abruzzese si è fermata in attesa delle notizie che giungevano frammentarie temendo per il peggio e ha tirato un enorme sospiro di sollievo nel tardo pomeriggio quando finalmente l’intervento di un canadair ha permesso il controllo del fuoco. Personalmente ho temuto per l’incolumità di due zie ospiti del convento delle francescane in Pineta fino a quando sono riuscito a mettermi in contatto con loro e per questo comprendo pienamente lo stato d’animo di chi ha visto le immagini ed era lontano da quei luoghi.
Ringraziamo il cielo perché non ci sono stati danni alle persone, ma purtroppo la Pineta ha subito danni ingenti. Tutti noi ricordiamo lo sgomento nel vedere di persona o in foto le ampie zone della pineta incenerite.
Il pensiero di tutti è andato alla ricostruzione e alla piantumazione e ai passaggi da percorrere per tornare a godere di quei luoghi. Per comprendere come approcciare al meglio la rinascita della Pineta abbiamo effettuato una serie di interviste: al sindaco Carlo Masci, all’assessore Di Sipio, che a suo tempo contribuì alla nascita della Pineta, al presidente emerito del Consiglio Regionale, Gianni Melilla, che contribuì all’istituzione della Riserva Naturale di interesse provinciale nel 2000 (Legge Regionale n. 96 riportata nella foliazione interna) e il presidente della sezione pescarese di Italia Nostra, Giulio De Collibus.
Dal Sindaco abbiamo appreso che sarà istituita una commissione di esperti alla quale l’Amministrazione chiederà quali possano essere le modalità migliori per far rinascere la Pineta. Da Melilla. Da Di Sipio abbiamo saputo che non è stato mai nominato dal 2000 e fino ad oggi, come invece previsto dalla legge istitutiva della Riserva Naturale, il comitato scientifico di gestione della Riserva stessa. Da De Collibus abbiamo appreso è meglio attendere la natura faccia il suo corso, almeno fino alla prossima primavera, per verificare se alcuni alberi apparentemente danneggiati irreversibilmente siano invero sopravvissuti e verificare se la rinascita dei pini che avverrà spontaneamente sarà sufficiente per evitare di trapiantare pini non autoctoni che farebbero perdere l’identità della Pineta.
La Legge vigente 21 novembre 2000, n. 353, “Legge-quadro in materia di incendi boschivi”, è finalizzata alla conservazione e alla difesa dagli incendi del patrimonio boschivo nazionale quale bene insostituibile per la qualità della vita. Essa così prevede all’art. 10 comma 1: “Le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni. È comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente. In tutti gli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni dagli eventi previsti dal presente comma, deve essere espressamente richiamato il vincolo di cui al primo periodo, pena la nullità dell’atto. È inoltre vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l’incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione. Sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell’ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, negli altri casi, per documentate situazioni di dissesto idrogeologico e nelle situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici. Sono altresì vietati per dieci anni, imitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia”.
Dando per assodato che sulla Pineta Dannunziana non si corre il rischio di cambi di destinazione d’uso, emerge che in mancanza di autorizzazione del Ministero dell’Ambiente non è possibile procedere al rimboschimento, utilizzando fondi pubblici, prima di cinque anni dall’incendio e questo è un vincolo importante che va tenuto in considerazione.
Il Sindaco Masci si è dimostrato determinato a costituire un comitato di alto livello di competenze per procedere alla rinascita della pineta nel rispetto delle regole e dare voce agli esperti. Riteniamo sia una buona scelta anche se la politica non può abdicare al suo ruolo di garante degli interessi della collettività nel suo complesso delegando integralmente agli esperti la scelta delle modalità di recupero. È bene che gli esperti diano una indicazione, ma è altrettanto fondamentale che la politica scelga quale percorso amministrativo preferire per raggiungere l’obiettivo di tornare alle condizioni precedenti nel più breve tempo possibile.
Cambiando argomento, segnaliamo che a seguito della pubblicazione dell’intervista dell’amministratore di condominio del palazzo Riviera 1, nell’ultimo numero, abbiamo ricevuto molti messaggi di messa in discussione di quanto affermato e tra queste pubblichiamo una nota pervenutaci dall’avvocato Rinaldi in rappresentanza della signora Liliana Lombardi, condomina dello stabile di via Leopardi n.2. L’aggiornamento della intrigata saga che ha visto protagonisti l’amministratore di condominio, l’Amministrazione Comunale, i condomini e le attività commerciali, vistesi negare l’accesso ai locali per poter recuperare gli arredi compromettendo in modo esiziale l’opportunità di proseguire l’attività in altri locali, è che l’assemblea condominiale ha scelto per la messa in sicurezza dell’edificio di non percorrere l’opportunità di demolizione e ricostruzione, sfruttando invece il bonus del 110%.
Sempre in primo piano torniamo ad affrontare il tema della stazione ex-FEA. È passato quasi un anno dalla decisione di radere al suolo gli oltre 100 alberi in quel luogo ed ora è a tutti evidente cosa ha sostituito quelle piante che hanno generato di certo, con le loro radici avvallamenti nel vetusto asfalto, mai manutenuto negli ultimi decenni, e fatto saltare qualche cordolo, ma anche tanta azione depurante dell’aria che abbiamo respirato, mitigazione della temperatura nelle giornate torride oltre ad aver ospitato tanti animali e ad aver attutito il rumore della ferrovia. Ora al loro posto possiamo ammirare un modernissimo e pulitissimo ampio piazzale che ospiterà all’incirca lo stesso numero di automobili che poteva essere ospitato in precedenza. Per rendere più ospitale e green la distesa di asfalto sono state ricavate due zone a verde agli estremi del parcheggio con un numero ridicolo di nuove piante se paragonate alle 150 promesse dall’Amministrazione in via Boccaccio in un articolo del 15 ottobre de Il Centro e in data 14 ottobre dalla dichiarazione del consigliere con delega ai lavori pubblici Valter Cozzi, sempre riportato sul quotidiano Il Centro, al fine di placare le proteste di chi cercava di evitare il taglio di piante in buone condizioni di salute.
Al netto della bontà della scelta di cui possiamo discutere, il punto nodale è questo: ritenete ci si possa fidare di chi, per placare le vive proteste mentre si stanno tagliando pini in ottima salute, promette qualcosa che poi a conti fatti è totalmente falso?
Di certo penserete che io sia un criticone irriconoscente di quanto di buono viene realizzato da questa Amministrazione. È probabile, ma in genere spero di riconoscere quando vengono implementate attività meritevoli, come ad esempio quella recente di pulizia dei sentieri di Montesilvano Colle che ne permetteranno la valorizzazione e che meritano una attenzione mai ricevuta negli ultimi decenni. Montesilvano ha tanto da offrire a noi che la abitiamo, se saremo capaci di valorizzarne i luoghi naturalisticamente importanti che sono disseminati in città. Ringraziamo di nuovo chi ci contatta e scrive alla ricerca di un confronto che non può che essere costruttivo e foriero di utilità per tutti e chi ci sprona a continuare a essere sempre presenti.
Noi ci siamo e siamo qui per permettervi di intervenire. Si riparte!