La natura va osservata e poi rispettata: il ripascimento naturale
Siamo all’undicesimo appuntamento delle considerazioni su come funziona il sistema mare-spiaggia e su come l’uomo può intervenire per modificarne a suo beneficio i movimenti.
(di Franco Viteleia – num. Maggio 2019)
Fra gli interventi indiretti sono da citare al primo posto le imponenti opere di sistemazione dei bacini montani e collinari che al fine di contenere i dissesti del territorio hanno, di fatto, limitato l’erosione delle pendici e quindi la netta diminuzione del materiale che determinava il ripascimento naturale.
Molti fiumi sono stati sbarrati con grandi e piccole dighe per produzione elettrica o acqua per l’irrigazione e i loro alvei dragati per trarne materiali da costruzione.
I fiumi non sono in grado di far affluire al mare tutta quella entità di detriti che portavano in passato e sull’entità della quale dipendeva l’equilibrio delle spiagge; queste hanno dovuto adeguarsi a questa nuova situazione arretrando su quasi tutte le coste.
L’intervento dell’uomo ha anche modificato le modalità di distribuzione dei sedimenti lungo la costa con la costruzione di opere a mare che bloccano la sabbia in alcuni punti: è il caso dei ponti costruiti con i loro moli protesi in mare oltre la linea dei frangenti che bloccano quasi completamente i materiali in transito causando arretramento della linea di riva.
Per contrastare l’arretramento di alcune spiagge sono state costruite poi delle difese che, in parte, hanno lo stesso effetto: si tratta di pennelli (piccoli moli trasversali) o delle scogliere parallele poste a qualche decina di metri dalla riva.
L’effetto dei pennelli è quello di intercettare una parte del trasporto longitudinale e formare un cumulo sul lato sopraflutto. Le scogliere parallele determinano una riduzione dell’energia del moto ondoso nel tratto di mare da esse protetto con la conseguente deposizione della sabbia “in transito”.
Questi sistemi conseguono in genere buoni risultati localizzati però nelle zone dell’intervento, ma causano un’ulteriore riduzione della quantità di sabbia che raggiunge le spiagge sottoflutto.