Medioevo a Montesilvano
Medioevo a Montesilvano
di Elio Fragassi http://www.webalice.it/eliofragassi/
Correva l’anno 1971 ed io ero ancora un giovane studente universitario, con matricola n° 66, della neonata Facoltà di Architettura di Pescara quando l’ingegnere Roberto Vacca, scrittore, matematico, futurologo e divulgatore scientifico pubblicava il saggio: “Il medioevo prossimo venturo” (vedi Wikipedia.org)
Ebbene, dopo circa 47 anni il medioevo edilizio è arrivato a Montesilvano come ha evidenziato Giuseppe Di Giampietro nell’articolo presente nel n° 8 del IV anno de “Il sorpasso” dal titolo: “L’urbanistica mostruosa delle casette verticali, un’invenzione aberrante dello “ius montesilvanensis”. Infatti, per adeguare al clima e alla cultura medioevale la tipologia urbana che si sta realizzando a Montesilvano, l’estensore del contributo, ha utilizzato anche la terminologia latina: “ius montesilvanensis”.
La casa a torre o casatorre è, infatti, una tipologia edilizia che si è sviluppata, in modo particolare, nel Medioevo per motivi legati al periodo storico ed aveva funzioni sia militari che abitative.
La storia ci dice che: “Le casetorri venivano per lo più costruite ed impiegate in zone di difficile accesso durante il Medioevo per presidiare ed all’occorrenza difendere, con forze esigue ma efficacemente, un passo o un punto strategico in aree montagnose o costituite da rilievi importanti ma anche su crocevia o direttive da controllare” (estratto da: Sguardo sul Medioevo. org/2013/04)
Il processo di inurbamento del periodo medioevale dovuto alla poca sicurezza della vita in campagna per le scorrerie, le invasioni barbariche e la frammentazione politica generò la necessità di accogliere sempre più persone all’interno della cerchia muraria delle città. Per questo motivo iniziarono a prendere forma le cosiddette “casetorri” che, anche se in muratura, si sviluppavano per quattro o cinque piani su piccole aree di terreno con fronte sulla strada e sviluppo sul retro.
Sigfried Giedion nel libro “Spazio, tempo e architettura” (Hoepli 1964 – Milano pag. XXXVII) sostiene, infatti, che un modo di avvalersi del passato è quello di utilizzarlo come “. . . un utile dizionario da cui si possono scegliere delle forme”.
Tanto è avvenuto a Montesilvano mediante il riuso della tipologia edilizia della casatorre edificata su piccoli lotti dimenticando, però, che le infrastrutture medioevali servivano per il passaggio di persone, cavalli e, al massimo, piccoli carretti dato che le città, chiuse entro cinte murarie, erano costruite a misura della società del tempo e delle relative attività sociali.
Mi pare che per la Montesilvano del XXI secolo non sussistano giustificazioni di tipo geomorfologico, urbanistico e/o di sicurezza per consentire questa tipologia edilizia che oggi rappresenta, in sintesi, “La degradazione dei grandi sistemi” come recita e chiarisce il sottotitolo del citato saggio di Roberto Vacca.