SORPASSIAMO LO SPETTRO: VOLTI E SGUARDI

SORPASSIAMO LO SPETTRO

USCIAMO DAL GUSCIO

VOLTI E SGUARDI

di Alessandro Rinnaudo (num. Settembre 2018)

 

La tappa di oggi del nostro viaggio è diversa dalle precedenti. Non parleremo dello spettro, ma di volti, sguardi. Nelle mattine in cui accompagno mio figlio a fare le sue terapie presso il centro nel quale le svolge, incontro un’altra umanità, il mondo della disabilità. Bimbi alle prese con la loro battaglia, angeli meravigliosi ai quali la vita ha servito un piatto difficile da digerire. Li vedi sorridenti nonostante tutto, ti danno una lezione su quanto sia meravigliosa la vita, vista dagli occhi di un bambino anche se con handicap. Non ci sono solo bimbi che stanno combattendo lo spettro, ce ne sono alcuni che purtroppo sono andati ben oltre lo spettro, ce ne sono alcuni che hanno anche problemi motori. Non manca nulla nel mix della sofferenza. Ti interroghi sul perché e leggi questa domanda nei volti di mamme e di papà che incontri nelle sale d’aspetto, seduti in attesa che i loro angeli terminino la loro battaglia quotidiana. Questi bimbi li sento come figli miei, li abbraccerei tutti, li stringerei a me, come faccio con mio figlio, per rassicurarli che va tutto bene, che non sono soli, che faremo di tutto per strapparli dal loro guscio o almeno per rendere il loro calvario meno duro. Peccato che fuori dal centro di riabilitazione spesso questi piccoli tesori incontrano sguardi di pietismo becero, qualcuno di fastidio, perché vedere la sofferenza fa male, può “turbare” i bimbi cosiddetti normodotati. A volte l’umanità è solo di facciata. Nel piccolo grande mondo del centro di riabilitazione però si incontrano sentimenti, stati d’animo contrastanti. Sorrisi intensi dei bimbi, sorrisi pieni di amore e occhi che brillano nei volti delle terapiste che li accolgono per l’ora di riabilitazione. Angeli che accolgono angeli, forse è proprio questo il senso di credere nel Paradiso. Le terapiste hanno un ruolo importantissimo e hanno doti straordinarie, professionali ma soprattutto di umanità, di amore verso i piccoli “guerrieri”. Insieme a loro combattono gli spettri con il sorriso vero, con gli abbracci, con le coccole, con la capacità di consolare i momenti di disperazione, con la pazienza di gestire i momenti di nervosismo. Credo proprio che siano gli angeli custodi di cui spesso la Chiesa ci parla. Non ci sono però solo sorrisi, magari vista così sembra quasi che stia parlando di un parco giochi. Seduti nelle sedie azzurre di plastica ci sono mamme, papà, qualche volta nonni che attendono seduti, qualcuno accasciato, magari stanco per il poco sonno, per il peso della sofferenza. Umanità che si incontra, volti segnati. Nello sguardo di ognuno, nel tono della voce nel dire buongiorno, nel linguaggio non verbale, capisci con quale stato d’animo “porta la sua croce”. C’è che si interroga, anche senza parlare, e si domanda “perché a me?” “perché a mio figlio?” e si dispera. C’è chi attende, giocando stancamente con il telefonino, per non pensare, per fare in modo che il tempo passi in fretta, senza avere la possibilità di realizzare la triste condizione. C’è chi cerca la conversazione per parlare, per raccontarsi, per condividere il fardello con chi è nella stessa condizione, una sorta di autoanalisi, per rendere la “pillola meno amara”. C’è chi sorride sempre, non solo verso il proprio bimbo, ma verso tutti, dando una lezione importante, che con l’amore al centro della vita, con il sorriso, si può combattere lo stesso il proprio spettro. Sono tutti sentimenti legittimi, istantanee di umanità. Poi ci sono io che a volte torno a casa con il cuore in pezzi nel vedere troppi bimbi che soffrono e abbraccio forte mio figlio e ringrazio il Signore comunque per quello che mi ha dato. Sono lì con il sorriso, cercando di incrociare gli sguardi spenti e disperati, disposto ad ascoltare chi ha voglia di parlare e sfogarsi. Affronto la mia battaglia, contrasto la mia disperazione con l’amore al centro della mia vita. Ho voluto raccontarvi l’umanità che si incontra nei centri di riabilitazione, ho voluto raccontarmi con lo scopo di diffondere il messaggio che c’è sentimento nella sofferenza, ci sono persone che combattono la loro battaglia senza far vincere la disperazione. L’amore al centro della vita è un’arma importantissima per combattere lo spettro. Sorpassiamo lo spettro. Usciamo dal guscio. Alla prossima tappa del viaggio.

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