Assuefazione e fatalismo, che fare?
Sono passati diversi mesi dal nostro ultimo numero e molti amici mi hanno ripetutamente richiesto aggiornamenti sulla data della successiva uscita. Il motivo della lunga attesa è stato ascrivibile al sottoscritto che non ha svolto la solita funzione di verifica del materiale ricevuto e il relativo riscontro. Perché è accaduto? La motivazione primaria è da attribuire ad un elevato livello di stanchezza che non mi ha permesso di concentrarmi con efficacia di notte e nei fine settimana, tempo nel quale nell’ultimo decennio ho dedicato molte energie a questa attività. Ma la stanchezza è l’unica causa e, nel tal caso, da cosa dipenderebbe? Onestamente oltre alla stanchezza, derivante da una serie di motivi oggettivi, è mancato un adeguato livello di motivazione capace di far superare la barriera della stanchezza. A riprova di ciò in questi mesi non ho praticamente mai rinunciato alla usuale camminata serale con mia moglie da 3,5 chilometri, abitudine consolidata dai tempi del covid capace di arrecarci un importante beneficio psicofisico. Perché non ho trovato sufficiente motivazione? Provo ad essere onesto, anche se non è facile. La mia sensazione è di essere circondato da una comunità sempre più assuefatta e fatalista rispetto a ciò che accade e sempre meno consapevole ciò sia un riflesso di questa assuefazione. Provo a spiegarmi meglio. Ci lamentiamo la pubblica amministrazione non è capace di erogare servizi (scuole, sanità, difesa, giustizia, …) adeguati rispetto a quanto atteso. Mi sovviene a questo proposito un brano di una delle più belle canzoni di De Andrè, Don Raffae’ del 1990:
Prima pagina, venti notizie
Ventuno ingiustizie e lo Stato che fa
Si costerna, s’indigna, s’impegna
Poi getta la spugna con gran dignità
Vi pare sia cambiato qualcosa dal 1990? Sinceramente a me pare la situazione locale, nazionale e globale sia in costate peggioramento negli ultimi trent’anni, con un lento declino che progressivamente ci sta facendo impoverire materialmente e culturalmente.
Cosa possiamo fare per invertire la tendenza?
Nel 2015 con Gennaro e Vittorio e molti altri amici abbiamo immaginato di donare alla città questo spazio di confronto per una crescita culturale e una presa di coscienza di ciò che accade nella nostra comunità. Abbiamo immaginato il Grande Sorpasso come strumento e veicolo di approfondimenti con lo scopo primario di rendere la comunità capace di imboccare un percorso di evoluzione nella direzione del bene comune.
Siamo riusciti nell’intento? Rimanendo onesti dovrei rispondere negativamente anche se abbiamo avuto la capacità di condizionare alcune scelte della comunità.
Molti conoscenti e lettori mi hanno contestato ripetutamente la scelta di non concorrere, come espressione della associazione che edita Il grande sorpasso, ad impegnarmi personalmente per esprimere un gruppo dirigente che possa candidarsi come amministratori della città.
Comprendo la critica ma ho sempre ritenuto più importante non tradire la fiducia di voi lettori su un periodico indipendente e mai schiavo di influenze. Mai abbiamo accolto contributi con un doppio fine e mai ci siamo piegati ad ospitare sponsor che poi potessero condizionare la nostra indipendenza. Ritengo personalmente non corretto sfruttare Il grande sorpasso per arrivare a voi lettori con il secondo fine di essere amministratori. Sarò ingenuo ma questo è uno dei motivi più importanti oltre a quello di dedizione completa al ruolo di amministratore, dedizione che non posso permettermi per il ruolo ricoperto in ambito lavorativo. Candidarmi ad essere amministratore significherebbe abbandonare il lavoro e non sono pronto a ciò perché mi ritengo personalmente responsabile della conservazione o, meglio, dell’aumento dei lavoratori dell’azienda per la quale svolgo il ruolo di dirigente.
Le motivazioni sopra esposte sono sufficienti a inibire qualsiasi ambizione ad entrare in gioco personalmente.
Purtroppo a livello locale, regionale e nazionale ho la percezione sia attiva la selezione avversa degli amministratori e dei dipendenti pubblici da decenni. Che significa? Gli individui più preparati sfuggono ad ambire alle cariche da amministratore e ad entrare nella pubblica amministrazione perché ritengono di avere da perdere da questa esperienza in quanto sono convinti sia impossibile cambiare rotta. I migliori hanno un atteggiamento fatalista pensando ad esempio: “non c’è nulla da fare se fossi eletto, ad esempio, in un consiglio comunale, per quanto possa impegnarmi, sarebbe inutile perché chi mi circonda non mi permetterebbe di ottenere alcun risultato”.
La selezione avversa lascia campo aperto a chi ha meno da perdere e contribuisce ad ingrossare le fila delle poche organizzazioni politiche (?) rimaste attive senza essere capaci di rappresentare gli interessi della comunità. Per lo stesso meccanismo e per le retribuzioni non attrattive lavorare nelle amministrazioni pubbliche è sempre meno ambito. Di certo i più meritevoli cercano alternative nel privato se non nella intrapresa personale o peggio emigrano. Non a caso negli ultimi 10 anni le iscrizioni all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’estero (AIRE) per la sola motivazione espatrio sono state 1.179.525. Di questi, come la narrazione prevalente testimonia, la maggior parte sono giovani tra i 18 e i 34 anni (circa 471 mila) o giovani adulti (poco più di 290 mila). Questi dati sono desunti dal diciannovesimo Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes presentato dal presidente della Fondazione stessa Mons. Perego il 05 novembre. Egli afferma: “La politica riconosca e interpreti i cambiamenti in atto nella polis. L’Italia è il Paese delle migrazioni plurime, in cui ci sono anche gli italiani che tornano <<a casa>>, sebbene molti di più se ne vadano. L’estero ha sostituito l’ascensore sociale bloccatosi negli anni Novanta”.
Ciò significa il nostro sistema paese oggi non è più in grado di consentire e agevolare il cambiamento di stato sociale e l’integrazione tra i diversi strati che formano la società (Treccani), in altre parole ad un figlio di artigiani (come i miei genitori con titoli di studi basici) non è più consentito facilmente ambire a titoli di studi universitari e professioni dirigenziali (come è stato possibile per me negli anni settanta-novanta). Abbiamo una società che facilita la perpetuazione delle professioni di padre in figlio (ingegnere, avvocato, medico, notaio, farmacista, commercialista, ..) senza permettere ai giovani di smarcarsi dal percorso effettuato dai genitori. La reazione dei più intraprendenti e spesso più meritevoli è cercare fortuna all’estero e spesso la trovano.
Gli ultimi governi vi sembra abbiano assunto decisioni nella direzione di riattivare l’ascensore sociale? Vi sembra l’attuale governo stia assumendo provvedimenti in tale direzione? Quali sono i settori sui quali la comunicazione governativa intende investire? Sono esattamente due anni continuo ad ascoltare, con un certo imbarazzo, ragionamenti sulla promozione del made in Italy, compreso un incredibile Liceo del made in Italy. Quali sono i settori di riferimento citati più frequentemente? Quelli delle quattro A: abbigliamento (e beni per la persona), arredamento (e articoli per la casa), automotive (inclusa la meccanica) e agroalimentare. Quanto rappresentano questi alfieri del made in Italy su quanto esportato complessivamente dall’Italia? All’incirca un terzo con i dettagli come segue per i primi tre trimestri del 2024: abbigliamento 10,4%, arredamento 1,7%, automotive 10,8% e agroalimentare 10,3% (fonte ISTAT commercio con l’estero e prezzi all’import settembre 2024). Quali sono i paesi principali di destinazione del totale delle nostre esportazioni? Germania 11.9%, USA 10,7% e Francia 10,2%, poi seguono a larga distanza Spagna 5,3% e Svizzera 4,9%. La qualità delle relazioni dell’attuale governo con Francia e Germania sono basse incoerentemente con la volontà di promuovere la promozione il made in Italy all’estero, mentre la qualità delle relazioni con gli USA è elevata soprattutto con il presidente entrante Trump. Cosa ha promesso Trump in campagna elettorale e siamo certi manterrà promessa? Apposizione di dazi per tutte le merci provenienti dall’Europa dell’ordine di grandezza del 10-20%. Sapete cosa significa ciò? Le nostre esportazioni nei prossimi anni soffriranno terribilmente per l’atteggiamento sovranista del nostro governo e per il medesimo atteggiamento di uno dei nostri più importanti partner commerciali (USA) o per la loro grande difficoltà economica (Germania e Francia). Ciò significherà inevitabilmente un livello di crescita inaccettabile, se non decrescita, e ,tenendo in considerazione l’enorme debito a nostro carico, ulteriori difficoltà per il sistema paese e ulteriore fuoruscita dal paese dei giovani laureati sui quali abbiamo investito miliardi di euro in formazione. Ogni anno perdiamo per espatrio oltre 30.000 laureati giovani e questi rappresentano circa il 10% dei nati nell’anno (379.890 nel 2023) con un costo paese, stimato da Fondazione Nord-Est nella nota 6/2024, nella media del biennio 2021-22 per capitale umano uscito con i giovani di 8,4 miliardi a prezzi del 2023.
Il mio imbarazzo nell’ascoltare il governo citare il made in Italy e le quattro A deriva dal fatto essere questi i settori dove vorremmo investire le nostre attenzioni ma essi sono poco rilevanti per la crescita ed invece dovremmo essere capaci di intendere il mercato comune europeo come mercato domestico, abbattendo qualsiasi ulteriore barriera, e puntare ad aumentare la produttività paese con ingenti iniezioni di tecnologia nella pubblica amministrazione e nelle imprese che trainano il PIL. Il governo sta investendo sulle start up o sulle aziende che investono sulla tecnologia, il vero motore di crescita del prossimo futuro?
Assolutamente no!
La Legge di bilancio 2025 la Web Tax italiana (chiamata digital service tax) prevede l’applicazione di un’imposta del 3% senza alcun limite di ricavo. Sapete che vuol dire? Le imprese che realizzano ricavi sul web saranno tassate sui ricavi e non sui profitti che potrebbero essere negativi (costi maggiori dei ricavi nell’esercizio) distruggendo le più piccole e innovative start up tecnologiche e spingendole a migrare all’estero. Esattamente quello che dovremmo evitare. Chapot!
Ma tutto questo ragionamento come si lega alla nostra comunità? Vi ricordo abbiamo confermato qualche mese fa un esecutivo della stessa parte politica del governo regionale e nazionale evidentemente soddisfatti di quanto attuato nel precedente mandato. L’attuale giunta sta utilizzando molte risorse provenienti dal Next generation EU nel tentativo di riprenderci dalla debacle economica del covid-19. Il PNRR prevede investire in opere che aumentino la produttività paese e la sostenibilità ambientale. Quali sono le modalità scelte dall’attuale giunta copia carbone della precedente? Scegliere gli ambiti di investimento, far progettare e procedere alle gare e agli appalti senza coinvolgere preventivamente i portatori di interesse. Quali i risultati per gli investimenti PNRR sulle strade cittadine? Risorse lentamente in via di utilizzo (speriamo portarli al termine entro la scadenza pena il dover restituire il 100% delle risorse), portatori di interesse insoddisfatti, significativo impatto negativo sugli utenti delle strade, aumento della produttività e miglioramento della sostenibilità ambientale di progetto tutti da verificare.
Ricordo a me stesso aver affermato su questo spazio che avrei sostenuto qualunque amministratore mi permettesse di raggiungere il mare in bici percorrendo la via Vestina in sede protetta (pista ciclabile).
Sugli investimenti PNRR che interessano le arterie principali ci siamo concentrati con articoli a mia penna e dell’amico Giuseppe Di Giampietro.
Onestamente continuo a vedere implementare scelte a tutti i livelli di governo che non ci permetteranno di cambiare la direzione del lento declino e pare siamo tutti anestetizzati nel non percepirlo.
Che fare ammainare bandiera bianca?
Continuare ad individuare le modalità più efficienti per la comunità locale e per il paese e continuare a diffonderle senza timore sfruttando questo spazio costruito a questo fine continua ad essere il mio intendimento. Non riesco ad essere fatalista anche se negli ultimi mesi ho rischiato di assumere questo approccio.
Sperando di non avervi annoiato vi esorto a seguirci e interagire al nostro indirizzo mail ilsorpassomts@gmail.com
Infine vi ricordo abbiamo pubblicato il bando del terzo concorso letterario nazionale di giornalismo e poesia a cui vi esorto di partecipare.