Rodolfo Zanni, compositore e direttore d’orchestra
Rodolfo Antonio Agelodeo Zanni nacque nel 1901 a Buenos Aires, figlio di emigrati italiani, il padre abruzzese di Atri e la madre genovese.
Visse solo 26 anni, tanti quanti Pergolesi, nove meno di Mozart e cinque meno di Schubert.
Alla nascita venne riconosciuto solo dal padre mentre, stranamente, la madre lo riconobbe solo dopo tre anni e mezzo.
Fu un bambino prodigio e già a 9 anni compose la sua prima romanza, intitolata “Gli affetti di una madre” e registrata all’archivio nazionale argentino.
A 14 anni si diplomò al conservatorio e a 16 anni ottenne il diploma di direttore d’orchestra con Adelina Agostinelli, già grande direttrice d’orchestra.
A 16 anni inoltre iniziò le tournée in Cile e in Perù.
A 19 anni fece il suo ingresso nel corpo dei direttori d’orchestra del prestigioso Teatro Colón nella capitale argentina.
Nel 1920 si dedicò anche agli adattamenti della musica in alcuni film muti tra i quali “Don Giovanni”, “Notre Dame de Paris” accompagnandoli al piano insieme a 20 professori d’orchestra nelle sale cinematografiche in cui venivano proiettati.
A 21 anni il grande direttore d’orchestra Felix Weingartner (1863-1942), uno degli allievi prediletti di Liszt, lo scelse come maestro preparatore e direttore scenico per un’opera con musiche complesse e monumentali: la Tetralogia di Richard Wagner.
Rodolfo Zanni assolse il compito con grandissimo successo ed elogi da parte della critica e del pubblico.
Subito dopo, sempre nel 1922, ottenne il riconoscimento internazionale presentando in concerto le sue composizioni con un’orchestra di 120 elementi e con 100 coristi in una grande serata al Teatro Colón di Buenos Aires, davanti al presidente della Repubblica Argentina, Marcelo Torquato de Alvear, con un successo strepitoso.
Dopo questo trionfo qualcosa d’inspiegabile, tuttavia, successe e l’artista, tanto osannato, venne allontanato, cancellato, quasi ridotto all’anonimato.
Alla radio, nata nel ‘23-‘24, aveva delle ore dedicate in cui suonava il pianoforte e interpretava le sue opere in tutte e tre le reti nazionali argentine.
In un’intervista espresse dei giudizi molto positivi a favore del tango, “l’anima del popolo”, definendolo così: “Il Tango è la comunione perfetta tra la musica e l’amore del popolo; altre ce ne saranno che siano in grado di interpretarlo, ma nessuno così sull’orlo della passione”.
Morì nel 1927 a Cordoba in circostanze misteriose.
Il suo corpo, prima sepolto in terra sconsacrata, venne dopo qualche anno riesumato non si sa da chi e per quale motivo e da allora è completamente scomparso.
Inoltre, fatta eccezione per quattro brani minori, scomparvero pure le 81 composizioni a lui attribuite: sinfonie, ouverture, balletti, romanze e due opere liriche, “Rosmunda” su libretto di Sem Benelli e “Gliceria” su suo libretto.
Giuseppe Zanni ed Elio Forcella, autori del recente romanzo-biografia “Desaparecido in Do maggiore” (Zecchini Editore, 2014) sulla vita del grande musicista con ostinate ricerche condotte in Argentina, hanno cercato di riaccendere le luci sulla storia del compositore dimenticato, con un insperato successo: la Rai, la radio, i più importanti giornali, persino l’Osservatore Romano con un pezzo firmato dal capo servizio Cultura, le riviste musicali in Italia e all’estero hanno dato risalto alla straordinaria vicenda umana e artistica di Rodolfo Zanni.
La rivista Musica, una delle più autorevoli in Italia, ha promesso 5.000 euro a chiunque segnali o ritrovi i suoi spartiti.
In Argentina la Radio Nacional ha mandato in onda una lunga trasmissione sul musicista.
L’Istituto Superiore di Musica “José Hernandez” ha pubblicato un numero monografico della rivista “Atriles” sul musicista e anche un’analisi critica, molto approfondita, del musicologo argentino prof. Lucio Bruno Videla sulle quattro opere rimaste conosciute.
Recentemente, con la collaborazione del prof. Massimo Gentili Tedeschi del Ministero dei Beni Culturali e della prof.ssa Laure Marcel Berlioz, direttrice del “Centre de documentation de la Musique Contemporaine” di Parigi, è stato possibile individuare 12 altre opere dello sfortunato musicista, senza tuttavia riuscire a recuperare gli spartiti, avendo la Società francese degli Autori, Compositori e Editori di Musica depositati solo gli incipit, comunque recuperati, delle opere.
Molto importante è stata anche la pubblicazione, sulla rivista ufficiale del Teatro Colón di Buenos Aires, di un corposo articolo titolato “Un silencio elocuente”, pieno di interrogativi, dove si chiedeva come mai fosse stato dimenticato un musicista che il Colón stesso aveva giudicato talmente importante da dedicargli una serata monografica.
Un’orchestra di Buenos Aires, diretta dal M. Lucio Bruno Videla, ha messo in repertorio ed eseguito qualche tempo fa La campiña adormecida, il breve poema sinfonico superstite di Rodolfo Zanni.
Ora tutto il mondo musicale, dopo l’oblio, tornato alla consapevolezza del talento, del valore e della rilevanza del grande compositore scomparso, è in fermento per ritrovare almeno una parte delle opere per le quali i contemporanei di Zanni lo avevano tanto favorevolmente giudicato e osannato.
Si spera che il rinnovato interesse di tutto il mondo musicale sul grande musicista italo-argentino possa davvero stimolare in Argentina la ricerca in ogni angolo del Paese, negli archivi di associazioni musicali, tra gli appassionati di musica, nelle biblioteche, di ogni traccia di notizia, indizio, informazione utile, per poter auspicabilmente ritrovare gli spartiti delle numerose opere composte da Rodolfo Zanni.
Chissà se l’apertura degli archivi segreti del Paese, gli archivi della Polizia, o la memoria di qualche superstite del tempo, non possano chiarire tanti lati rimasti oscuri sul trattamento subìto dall’artista e dell’inconcepibile damnatio memoriae sua e delle sue opere.
Il 28 maggio 2016 Atri, la città natale del padre di Rodolfo Zanni, ha intitolato una strada al musicista con una cerimonia durante la quale il corpo bandistico ha eseguito “Italia nova” di Zanni, seguita da una conferenza, curata da Luciano Pellicani e da Anna Pintus Fadda, all’interno della quale si sono esibiti Luisa Prayer al pianoforte, la soprano Vittoriana de Amicis ed il celebre tenore Fabio Armiliato, coautore con Fabrizio Mocata del tango ballata Desaparecido in Do maggiore.
E per finire, questi ultimi due, insieme ad altri bravi musicisti, hanno tenuto un concerto dal titolo «La canzone del Tango ai tempi di Rodolfo Zanni».
Nel 2021 è stato girato il film “Enigma in tempo rubato. Un Mozart argentino” scritto da Giuseppe Zanni e diretto da Francesco Cordio.
Il film ripercorre con il rigore di un documentario la vicenda umana di successo, persecuzione e morte del giovane talento musicale definito il Mozart argentino.