Van Gogh (1853- 1890)
Grandissimo artista, autore di quasi novecento dipinti. Tanto geniale quanto incompreso, ha influenzato l’arte del XX secolo. Tutta la sua vita è stata una corsa violenta e febbrile, irresistibile e fatale alla ricerca e alla distruzione di sé stesso.
Nato il 30 marzo 1853 a Zunbert (Olanda), era figlio di Theodorus, pastore protestante del presbiterio Groot-Zundert. A sedici anni Vincent si impiega presso la galleria d’arte Goupil diretta da suo zio. Quattro anni dopo si trasferisce a Londra dove incontra la prima delusione d’amore: Ursula Leeger, figlia della padrona di casa, rifiuta la sua promessa di matrimonio. Van Gogh torna in Olanda e si iscrive al seminario di Teologia all’Università di Amsterdam dove però viene bocciato. Ma non si perde d’animo e inizia la sua esperienza di predicatore tra i minatori del Borinage, dove nonostante il grande fervore e l’ardore evangelico profuso non è apprezzato e viene esonerato. Da quel momento, a 27 anni, Van Gogh finalmente inizierà la sua vera vocazione, quella artistica. Ma la sua vita è stata sempre tormentata, costellata da fallimenti e insuccessi, trascorsa nella miseria più nera col solo aiuto del fratello Theo e, soprattutto dal punto di vista affettivo è stata un vero disastro. Innamoratosi nuovamente di una cugina vedova riceve da lei un altro rifiuto. Si lega poi a una prostituta, Sien, madre di cinque figli, sperando di riuscire a strapparla dalla sua misera condizione… ma senza riuscirci. Insomma, un carattere difficile, scontroso, segnato da liti continue anche con amici che porteranno Vincent a un isolamento totale e infine al suicidio.
Per quanto riguarda la sua salute sono state fatte tante diagnosi dall’epilessia alla sifilide, dalla schizofrenia alla porfiria, ma secondo una revisione delle sue condizioni psicofisiche, fatta sulla base delle tante lettere inviate al fratello, la diagnosi più attendibile sembra quella di disturbo bipolare in personalità borderline. Condizione aggravata dall’abuso abituale di alcol e da lunghi periodi di malnutrizione che portano il pittore al tentativo di suicidio all’età di 37 anni.
Van Gogh 30 marzo 1853 ore 11,00 Amsterdam – Ariete Ascendente Cancro
In questa Carta Natale la presenza di un Sole completamente isolato in Casa X nel “marziano “ segno dell’Ariete ci dà subito una idea delle grandi difficoltà che incontrerà il Nativo nella vita di relazione. Le caratteristiche di un Sole “isolato” sono: ipertrofia dell’Io, narcisismo, esibizionismo, teatralità, dispotismo, crudeltà, prepotenza, egoismo. In questo Tema Natale risalta con tutta evidenza il forte contrasto tra i due Elementi: il Fuoco del Sole Ariete e Acqua dell’Ascendente Cancro. I due Elementi sono diametralmente opposti dal punto di vista temperamentale, caratteriale, comportamentale: alla energia, alla impulsività, all’entusiasmo del Fuoco si contrappone l’ipersensibilità, l’emotività, la passività dell’Acqua. Questo dualismo, tanto pesante da un punto di vista esistenziale, tuttavia può essere molto favorevole dal punto di vista artistico in quanto considerato il vero propulsore della creatività.
La “Dominante “del Tema Natale di Van Gogh è senza dubbio il bellicoso pianeta Marte che, oltre a governare il Sole Ariete, stringe rapporti con vari pianeti. In questa Carta Natale la congiunzione di Marte con Venere indica cattivi rapporti sentimentali e frustrazioni nella vita sessuale, a cui si aggiunge la quadratura (90°) di Marte con la Luna anch’essa indicativa di un alto grado di irritabilità e litigiosità. Marte in quadratura con Giove è un aspetto che “giustifica“ gli eccessi di collera e di esasperazione in tutti gli aspetti della vita. La forte influenza di Marte pur “dominante “, non può non tener conto della posizione di Nettuno situato in Pesci e in congiunzione del Medium Coeli. Questo pianeta è considerato in assoluto il principale responsabile del genio e lo si riscontra nel Tema Natale di Michelangelo e Leonardo da Vinci!
La produzione artistica di Van Gogh può essere divisa in quattro fasi corrispondenti ai suoi vari cambi di residenza: Neunen, Parigi, Arles, Auvers–on Oise.
Nel periodo di Nuenen Van Gogh si dedicò a rappresentare la vita dei lavoratori e dei contadini nei campi oltre alla descrizione attenta delle loro povere case. Il quadrò più importante è “Mangiatori di patate“(1885), massima espressione del suo periodo realista. È evidente il suo rapporto con la scuola olandese. Nell’ ambiente cupo spiccano le tazze di caffè, le mani grandi e contorte, gli sguardi intensi dei contadini.
Nel 1886 Van Gogh si trasferì a Parigi dove prese contatto con gli impressionisti: Corot, Toulouse-Lautrec, Pissarro, Degas. La vita parigina però lo indebolì: iniziò a soffrire di depressione e a bere.
Nel 1888 lasciò Parigi per Arles in Provenza: la Francia del Sud per lui fu una rivelazione. Vincent era attratto dalla natura, dai suoi paesaggi e dai suoi colori vivaci. Quando dipingeva le emozioni erano così forti che non si accorgeva del tempo che passava. A quel periodo risalgono anche numerosi quadri col cielo stellato,” Notte stellata” (1888). Sul grande campo blu verde del cielo l’Orsa Maggiore brilla di una luce verde rosa. In primo piano due piccole figure di innamorati. ”Quando sento un gran bisogno di religione vado fuori di notte a dipingere le stelle“ (lettera la fratello). Altro tema ricorrente dell’artista sono i girasoli che rappresentano la gioia di vivere simboleggiata dal sole. “Girasoli“(agosto 1888). Però Vincent era solo e soffriva di solitudine e così invitò ad Arles Gaguin che accettò la richiesta dell’amico. Ma dopo qualche tempo Van Gogh, preso dalle solite crisi, litigò con Gauguin che se ne andò. A quell’epoca risale il dipinto “L’orecchio mozzato” (febbraio 1889).
Le crisi nervose andavano aumentando di frequenza e gettavano l’artista in uno stato di profonda prostrazione tanto che lui stesso volontariamente si fece ricoverare all’ospedale di Saint Remy. In questo periodo il motivo dominante dei suoi dipinti furono i cipressi.
Il quadro “Notte stellata“(1890) è quasi la sintesi cosmica di tutta la ricerca umana e pittorica di Van Gogh, come se astri, terra e cielo ruotassero in una infuocata atmosfera preludio di un cataclisma che porrà fine per sempre alla disperata solitudine dell’individuo.
Nel mese di maggio 1890 Van Gogh si trasferì ad Auvers.sur-Oise sotto la vigile sorveglianza del dottor Gachet, amico di Pissarro e amatore e collezionista di arte.
Campo di grano con corvi (1890)
Le sue condizioni psichiche si aggravarono ulteriormente e il 27 luglio, in mezzo ai campi con cavalletto e pennelli, si sparò un colpo di pistola al petto; tuttavia, riuscì a trascinarsi da solo a casa. Il 29 luglio, dopo aver fumato e conversato col dottor Gachet, esalò l’ultimo respiro. “Campo di grano con corvi” è l’ultimo quadro di Van Gogh dipinto alla vigilia del suicidio.
Non è facile collocare artisticamente Van Gogh. Al contrario degli impressionisti che avevano come fine il riprodurre la realtà attraverso la luce e il colore, Van Gogh ha sempre filtrato la realtà attraverso la propria mente e i propri simboli, distaccandosi quindi da questa corrente artistica. Il suo tratto pittorico distorce la realtà rappresentando perfettamente l’inquietudine della sua mente.