Lettere al Direttore
La fuitina di Emmanuel e Ursula dal mandarino Xi
Ricevuta via mail il 10 aprile 23 da Francesco Squillante Subbiano Arezzo
Una migliore rappresentazione del totale appiattimento della UE sul duopolio franco tedesco non poteva esserci data! Parlo della fuitina di Emmanuel Macron con al seguito mezza Francia e della compagna di merende tedesca Ursula Von Der Leyen dal Mandarino Xi. I due referenti di Framania (acronimo di sintesi di Francia e Germania), hanno deciso questo pellegrinaggio perché non vogliono rischiare di mettere in discussione il ricchissimo business franco tedesco sul versante cinese , considerando ovviamente dettagli della storia Taiwan , gli Uiguri, la Pandemia e la feroce oppressione di Hong Kong, nonché degli oppositori interni al regime paleo stalinista di Pechino. Ma che importa dei diritti umani?
Quelli valgono solo quando serviva invocarli a Sua Maestà o a Madama la Marchesa!
E quindi fatto il solito ruggito del coniglio di rito di Ursula, piatto ricco mi ci ficco!
E il resto degli Stati della UE al traino del carretto franco alemanno! Io spero in un sussulto generale di orgoglio magari sulla via di Roma, Varsavia e di una nuova America guidata dall’Italo americano Ron Desantis!
Risposta del direttore
Gentilissimo Francesco, la sua analisi è centrata sui fatti e non ho nulla da aggiungere se non la fattispecie che Macron si è presentato con maggiore autorevolezza rispetto alla Von Der Leyen perché ha ricordato al mandarino che la Francia siede come membro permanente, unico paese europeo al netto della Gran Bretagna, insieme a Russia, Stati Uniti e Cina, nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU e che il voto francese è da tenere in considerazione in caso di conflitto con Taiwan.
Obiettivo primario della missione è fare affari, tanto da deliberare la costruzione di una fabbrica di Airbus in Cina, ma anche guadagnare un posizionamento terzo e indipendente dalle potenze Cina e Stati Uniti della Francia e di conseguenza dell’Europa.
Distretto sanitario nato già inadeguato?
Ricevuta via mail il 15 marzo 23 da Federica Miccio
Montesilvano 12/3/2023
Gent.le Direttore,
Chi le scrive è una persona di quasi 80 anni; qualche settimana fa, necessitando di sottopormi ad una urgente vaccinazione anti-pneumococcica, ho cercato qualcuno che potesse provvedere in tempi relativamente brevi.
È stata un’avventura!
Il medico di famiglia aveva una sola dose di vaccino scaduta e la farmacia ne era sprovvista; per avere notizie, mio marito ottantacinquenne si è recato al Distretto Sanitario di Pescara nord, il più vicino alla nostra abitazione, dove gli è stato detto di rivolgersi all’ospedale.
Dopo aver provato tre o quattro volte a contattare telefonicamente il centro vaccinale ospedaliero, non avendo mai ricevuto risposta, ho continuato a cercare informazioni altrove fino a scoprire che le risposte telefoniche venivano fornite solo dalle ore 9 alle ore 12. Erano le ore 10 per cui ho iniziato nuovamente a telefonare per sentirmi dire che loro vaccinavano solo i residenti a Pescara ed io mi sono chiesta se Montesilvano non appartenesse alla stessa ASL.
Ho iniziato subito a telefonare al centro vaccinale di Montesilvano ma senza risposta. Ho scoperto in seguito che rispondono dalle ore 12,30 alle 14.
Stanca ed afflitta, ho chiesto a mio marito di recarsi al DSB di persona per avere un appuntamento.
Solo dopo l’intervento provvidenziale di un medico, mio marito è riuscito ad avere l’appuntamento per la settimana successiva.
Il giorno concordato, all’orario concordato, sono arrivata al distretto di Montesilvano; il piazzale era strapieno di macchine e, siccome io ho difficoltà a camminare, mio marito ha dovuto lasciare la macchina in mezzo alla strada per potermi accompagnare all’ingresso; sono entrata nell’edificio: a ridosso dell’ingresso un breve corridoio e una piccola stanza sono la sala d’attesa per le vaccinazioni; in questo spazio limitato erano ammassate tre carrozzine con mamme, nonne o mariti ed altre mamme con bambini, le poche sedie erano tutte occupate per cui, pur non potendo, sono dovuta rimanere in piedi per 45 minuti, mentre mio marito usciva continuamente per cercare un parcheggio. Mentre ero in attesa, la porta d’ingresso veniva aperta (giustamente) in continuazione e spifferi di vento freddo raggiungevano tutti gli astanti. Mi sono augurata di non essere arrivata fin lì solo per ammalarmi e lasciamo da parte me, che ormai sono diversamente bambina, ma i neonati ed i bambini?
Questa è stata la mia avventura. Da allora mi chiedo se la nuova e decantata struttura, inaugurata nel 2019 dopo 24 anni di attesa, non sia sottodimensionata per l’attuale popolazione di Montesilvano o se sia solo un mio desiderio utopistico pensare ad un’altra struttura adeguata.
Nel ringraziarLa, porgo distinti saluti
Anna Maria Paladini
Risposta del direttore
Gentilissima Anna Maria, la ringrazio della testimonianza inviataci che ci permette di comprendere quanto la progettazione del nuovo Distretto Sanitario di Base sia stata inadeguata rispetto all’utilizzo attuale. È purtroppo verità la circostanza da lei citata della incredibile lunghezza dei lavori necessari per completare il DSB, nato praticamente inadeguato e vecchio. Purtroppo è da valutare la progettazione come scarsamente qualitativa perché è improponibile non ci sia una sala d’aspetto adeguata nell’ufficio vaccinazione ospitato in una struttura non minuscola. La alta qualità delle realizzazioni delle strutture, destinate a fornire servizi alla comunità per decenni, dovrebbe essere la regola ed invece siamo a commentare una bassa qualità di una struttura da poco inaugurata e per la quale sono state impegnate ingenti risorse della comunità. Sarebbe istruttivo conoscere dal progettista le motivazioni di quella scelta oltre 20 anni fa, le motivazioni dal dirigente della ASL che ha validato quel progetto, sempre oltre 20 anni fa e, da ultimo, dal dirigente sanitario che ha validato l’utilizzo di quella struttura. Ognuno di questi ha la responsabilità di non aver valutato insufficiente per il comfort dell’utente la sala d’aspetto dell’ufficio vaccinazioni.