Lettera aperta al Ministro per il sud e la coesione territoriale
Preside Pasquale Sofi
Caro Ministro Provenzano,
mi complimento vivamente con lei per lo splendido lavoro svolto alla/o Svimez e, in parte, anche per la vision che arditamente esibisce, relativamente ad uno sviluppo del Mezzogiorno, fondato su una nuova strategia scolastica incentrata sul tempo pieno.
Purtroppo uno sguardo verso il passato mi costringe ad impinguare il folto numero degli scettici: il rischio è quello di un nuovo flop (simile a quello del reddito di cittadinanza, per tanti versi utile, anche se bisognoso di aggiustamenti, ma foriero di facili illusioni) o di perdersi tra le pagine di un libro dei sogni per i motivi che andrò a spiegare.
Sia la destra che la sinistra, nell’ultimo quarto di secolo, hanno provato a mettere le mani sulla scuola provocando spesso disastri non lievi: le riforme interessanti della sinistra proposte da Luigi Berlinguer (la migliore) e dallo stesso Renzi (interessante la Buona Scuola nell’impostazione didattica ma con diffuse criticità nel resto) sono state impallinate dal fuoco amico e dalla CGIL (esiziale, perché da sempre interessata ad altro, ma non alla qualità dell’azione formativa) mentre catastrofiche si sono rivelate sia quelle della destra che quella di Fioroni ( la peggiore di tutti per distacco). Oggi il governo, di cui è ministro, sbandiera a più riprese il suo impegno per la scuola, ma mi sembra riproponga un imbellettamento superficiale che gattopardescamente non cambia nulla o quasi; mentre rischia di non cogliere il momento utile (visto il buco degli organici procurato da quota 100) per eliminare uno dei tredici anni del percorso scolastico nazionale che penalizza i nostri giovani rispetto ai pari età, europei e non solo. Non sarà facile ritrovare in seguito una simile occasione! Ma accanto a tale soluzione contingente, occorre ricordare che il vero grave problema della scuola Italiana è la vetusta metodologia della sua proposta didattica.
Sulla scuola si sono spesi recentemente nell’editoriale del Messaggero sia Romano Prodi, con la solita stucchevole retorica e anche, con maggior competenza e vigoria, il giornalista Paolo Balduzzi, rimarcando l’attenzione, se mai ce ne fosse bisogno, sul settore che è strategicamente vitale per il futuro di ogni popolo. Pertanto, da Ministro, lei vorrebbe emancipare il senso civico e culturale delle giovani generazioni meridionali attraverso una scuola frequentata a tempo pieno: discorso interessante sulla carta, ma distante anni luce dall’esistente; ad es. le ore pomeridiane quale percorso formativo dovrebbero seguire? didattico-curricolare? Ludico? Laboratoriale? Simulato? Verosimile? Virtuale? E poi… in sede a scuola? Oppure presso strutture o agenzie educative esterne (ammesso che esistano)?
Ponendoci nella situazione, dovremmo valutare in primis se la frequenza pomeridiana sarà o meno obbligatoria, perché si potrebbe correre il rischio di vedere deserte le classi delle scuole secondarie, sebbene, giocherebbe un ruolo fondamentale la forza della motivazione (ma indotta da chi? Sono pochi i docenti curricolari che oggi riescono a farlo) e la qualità delle azioni a corredo (progettate da chi? Dai docenti curricolari o da altri?)
Tornando alla frequenza, la scuola sarebbe in grado di porre in essere un’azione coercitiva nel caso in cui gli allievi disertassero le lezioni? Credo di no anche perché non sarebbe la strada più saggia da percorrere. Potrebbe aiutare, invece, un coinvolgimento dei genitori indotto dal reato di culpa in educando, che purtroppo in Italia non esiste e, malgrado i diversi decreti sicurezza tanto urlati, nessuno di questi riguarda la sicurezza dei docenti sia in aula che fuori. Quindi sarebbe importante che fosse introdotta, perché impegnando in solido i genitori li costringerebbe sia ad educare i figli più responsabilmente che ad ammorbidirne l’aggressività verso chi meriterebbe il loro rispetto (insegnanti compresi).
Inoltre la quasi totalità delle scuole, specie al Sud, è priva di mensa e ciò implica la necessità di attivare convenzioni con società di catering oltre che reclutare personale per la bisogna, inclusa la vigilanza durante la mensa oltre che nelle ore pomeridiane (sono da prevedere feroci battaglie sindacali). Pertanto bisogna approfondire quale tipologia di personale dovrà lavorare il pomeriggio con gli studenti. Non vorrei che il tutto si riducesse al classico quanto sterile “doposcuola”. Il riferimento va a personale capace di utilizzare tecniche e nuovi codici comunicativi, facendo uso di nuove tecnologie per formalizzare regole, mezzi, tempi e attività. Bisognerebbe quindi educare i giovani all’autonomia, ad analizzare dati e informazioni per individuare quali comportamenti siano adatti a perseguire le sintesi. Caro Ministro crede fattibile tutto ciò? E, torno a ripetere, con quale personale?
Per tacere delle strutture edilizie. Al Sud le scuole sono fatiscenti oppure ospitate in strutture che poco hanno di scuola quando non sono pericolanti; l’iter della costruzione di una scuola nuova dura quanto la vita di Matusalemme e per di più rimane incompleta. Chi scrive ad es. vive a Montesilvano (PE) e ha vissuto le peripezie della costruzione dell’edificio che ospita il locale Liceo Scientifico: Ebbene questo edificio, il cui iter per la costruzione iniziò nel lontano1979, dopo penose vicissitudini, vide la presentazione di un progetto nel 2001 e solo nel 2011 l’inaugurazione di gran parte di un primo lotto del detto progetto. Ebbene, il completamento del primo lotto, della palestra e dell’auditorim previsti (mensa compresa, insomma un progetto da Nord Italia, niente a che vedere con le strutture arrangiate del Sud) fanno parte del libro dei sogni, anche perché nel 2018 il politico di turno per chiudere il fastidio del completamento, si attivò per far ottenere alla competente Amm.ne Provinciale un finanziamento per surrogare il progetto iniziale con una palestra posticcia. Questa, una volta realizzata rappresenterebbe un obbrobrio edilizio. Ma purtroppo il completamento non arriverà mai, nè l’abulica cittadinanza se ne preoccupa più di tanto!
Sig. Ministro mi creda ha tutta la mia stima; ma come il liceo Scientifico di Montesilvano che non troverà mai, a meno di un miracolo, il giusto completamento, il suo piano, seppur encomiabile, dovrà individuare un’altra strada per trovare concretezza. Per aiutare il Sud è necessario aprire i cantieri (ovviamente non quelli bloccati che sono ubicati quasi tutti al Nord), per dare nuove infrastrutture capaci di creare una adeguata interconnessione territoriale utile a creare e a implementare lavoro. L’ultima canagliata contro il Sud è stata l’approvazione del federalismo fiscale, mentre oggi il suo partito spinto dai grillini si appresta, come in un film, a produrne il sequel: l’autonomia regionale differenziata. Mi sembra la riproposizione di un gravissimo errore, di un dejà vu ovvero quello dell’On D’Alema, Presidente del Consiglio pro tempore, che per compiacere a Bossi cominciò a rivedere il titolo V della Costituzione con il risultato che, una volta al potere, la destra partorì, con la complicità della Corte Costituzionale, quell’aborto criminogeno (cosi definito dal presidende dell’Anac Cantone) che oggi degrada la valenza della nostra Costituzione.
Pasquale Sofi